Un momento di Performing media!, l'evento diffuso e itinerante condotto da Carlo Infante

Un momento di Performing media!, l'evento diffuso e itinerante condotto da Carlo Infante

Performing media, atto terzo. Con Carlo Infante ai confini della notte

Si è svolta a Roma la terza edizione del progetto “Performing media!”, fra rievocazioni visive di figure che hanno segnato la storia dei luoghi, conversazioni nomadi e riattivazione dei sensi. Una ricerca pluriennale, quella dell’artista romano, che adesso Gaia Riposati e Massimo Di Leo ripercorrono in un libro-ibrido

Si è conclusa la III edizione di Performing Media! iniziata (fra il 25 e il 30 settembre) sull’Appia Antica a Roma, di notte, per videoproiettare quello che non c’è più, trafugato o reso calce da fornaci che campeggiavano anche su quella Regina Viarum. Il Performing Media storytelling era scandito dalle videoproiezioni nomadi di Nuvola Project e lo screening sul monitor indossato da Vj-Janus, contestualizzato da un gioco conversazionale che non vuole fare spettacolo ma lo accende nella percezione dei partecipanti.

Ascolta un walkabout di Performing media

 

Le immagini evocano le epigrafi trafugate e quelle salvate dal Principe della Romana Antichità, Raffaele Fabretti, nel XVII secolo. Chi ha camminato in quei walkabout ai confini della notte avrà ancora negli occhi le apparizioni di Lucrezia Romana, Ninfa Egeria, Pizia e una splendida Sibilla tiburtina tratta da una sanguigna di Raffaello e proiettata su un muro di pozzolana, rendendola ancor più fantasmatica. Lunedì inoltre, con RomaEuropaFestival, al Teatro Argentina è avvenuta la “prima” del libro-librido “Performing Media, un futuro remoto. Il percorso di Carlo Infante tra Memoria dell’Avanguardia e Transizione Digitale” a cura di Gaia Riposati e Massimo Di Leo a cui è seguito un walkabout nel teatro (affollato, quasi 150 partecipanti), ricordiamo Beppe Bartolucci, padre della PostAvanguardia, per puntare alla Cappella Orsini dove si confluisce in convivio.

Gli eventi

Martedì 25 si era in walkabout al Parco degli Acquedotti in uno dei posti più belli di Roma che è stato uno dei più brutti e poveri e pericolosi, fin quando Luigi Petroselli, sindaco di Roma nel 1979-1981, intervenne per assegnare case popolari ai baraccati, liberando i fornici dell’Acquedotto Felice. In quel luogo così complesso – dove dal 1968 operò Don Sardelli che inventò un “dopo scuola” fondamentale per arginare la deriva delinquenziale di quei giovani (ascolta i geopodcast su Loquis) – si sono esplorati paesaggi umani percorsi in decine di walkabout. Erano in campo student del Liceo (Classico-Linguistico-Scienze Umane) “Cicerone” di Frascati, i loro insegnanti  oltre a Matteo Amati, Grazia Napoletano (entrambi sodali di don Roberto in quegli anni) ed altri, tra cui un insegnante che mezzo secolo fa insegnava in una scuola elementare che accoglieva gli stessi ragazzi dell’acquedotto.

 

Al Teatro Argentina di Roma è stato presentato il bro-librido “Performing Media, un futuro remoto. Il percorso di Carlo Infante tra Memoria dell’Avanguardia e Transizione Digitale” a cura di Gaia Riposati e Massimo Di Leo

 

Mercoledì 26 all’Accademia Nazionale di Danza con il workshop sul progetto coreografico in realtà virtuale “Touching in VR” di Ariella Vidach e Claudio Prati– AiEP si è sviluppato il campo tematico su “Performing Media, tra paesaggi umani e virtuali” focalizzato già in un brainstorming a Milano, proprio con AiEP.  Nel talk che segue si parla dell’esperienza formativa rilevando come Ariella abbia saputo tradurre il suo imprinting con la contact improvvisation nell’ambiente digitale, lungo un percorso di più di trent’anni. Già negli anni Novanta lavorarono con il Mandala System che mise a punto le intuizioni di Myron Krueger (vedi il lemma Treccani su Culture Digitali). Ci si confronta con student entusiasti dell’esperienza immersiva con i visori Oculus, conduciamo uno screening sulla Performing Media Map realizzato per un progetto di Aiep a Lugano una decina d’anni fa e con NuvolaProject si è presentato una sentiment analysis del talk stesso. È stato poi il momento della performance “KINEXA studio”, un esercizio rigoroso sull’uso della Kinect (tecnologia che ha reso consumer il Mandala System) indagando la relazione tra coreografia e traduzione digitale in tempo reale del corpo in movimento. Ecco così la danzatrice dialogare fisicamente con il suo avatar fin quando l’entità digitale non si emancipa, liberandosi dal giogo interattivo.

Venerdì 27 al Parco Archeologico dell’Appia Antica si è svolto l’Experience-lab con brainstorming e walkabout su “L’arte dello spettatore. La nuova rete del valore, tra partecipazione attiva e blockchain” insieme a Communia-Rete per i Beni Comuni e WREP Media Company . Si presenta con Nuvola Project l’attività svolta all’Università di Roma- Sapienza nel corso di Performing Media che ha visto gli student realizzare i project work di esame in format NFT (nel link  al corso trovi i dettagli di questa operazione) proprio per sollecitarli a gestire in prima persona il proprio percorso formativo. Seguono interventi, tra gli altri, di Igor Scaglioli e Giorgio Filosto di WREP che hanno già usato la blockchain per certificare l’attività free lance dei web reporter, Fabrizio Fantini (Metacademy.tech), Maurizio Crocco (architetto e pioniere del Metaverso) che sottolineano come l’evoluzione del web corrisponda ad una riqualificazione dei processi di apprendimento, tra edutainment e pratiche di simulazione; Cinzia Rossi, Roberto de Luca, e  Raffaele Zito (Rete Communia) che prospettano strategie e applicazioni (come Civica, in cui si rileva la misura del valore civico generato dai cittadini virtuosi e in particolare la certificazione delle attività di volontariato) per la cura e la costruzione del Bene Comune.

Cittadinanza educativa

«Viene impostato un ragionamento strategico: come valorizzare le dinamiche partecipative, a partire dalla condizione dello spettatore che molti concepiscono come un mero consumatore di spettacoli, ignorando che la nostra Civiltà occidentale grazie all’invenzione del teatro con i Greci, 2800 anni fa, ha creato le condizioni abilitanti per la diffusione dell’alfabeto che allora fu nuova tecnologia» racconta Carlo Infante, artefice di Performing media. E prosegue: «Avete presente la funzione dei neuroni specchio?   È l’apprendimento attraverso l’imitazione. Quelle parole sconosciute associate alla mimesi degli attori iniziarono ad essere comprese. Il teatro fu la prima scuola di cittadinanza, permise qualche secolo dopo di far nascere la Polis. Si tratta quindi di riconoscere il valore intrinseco del consumo culturale, genericamente detto. Un cardine dei processi di cittadinanza educativa. In quei processi la percezione s’innerva con l’impegno, al contempo l’aggregazione sociale si evolve nella produzione d’immaginario collettivo».

 

 

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La proposta

Il fatto stesso che sia emersa in questi ultimi decenni, grazie allo sviluppo del web 2.0 (prima con i blog e poi con l’esplosione dei social network) la figura del prosumer, inteso come consumatore che produce interazione e senso, è il punto di partenza del progetto: «In questo senso l’audience engagement (o development) è un concetto che nell’ambito dell’innovazione culturale dello spettacolo è già diffuso, innescando un processo che richiede un passaggio evolutivo. Si tratta, insomma, di andare oltre il dato quantitativo proprio del marketing per liberare un potenziale qualitativo dettato dal coinvolgimento e la partecipazione attiva. In questo senso si sta progettando una piattaforma, o meglio un framework come suggeriscono quelli bravi, che attraverso la rete blockchain possa certificare e riconoscere il valore di questa partecipazione senziente».  Poi Infante avanza una proposta:

«Se nel calcolo della pensione viene acquisito il Servizio Militare o Civile che sia perché non riconoscere anche il Servizio Culturale?»

Saperenetwork è...

Anastasia Verrelli
Nata e cresciuta nella meravigliosa Ciociaria, sin da piccola sviluppa un amore smodato verso l'ambiente e il territorio. Durante gli anni di studi si avvicina sempre più al mondo del giornalismo, in particolare al giornalismo ambientale e culturale. Durante l'esperienza universitaria nel Dipartimento di Lettere dell'Università di Cassino contribuisce a far nascere la rivista Cassinogreen, oggi associazione con lo scopo principale di far avvicinare i giovani universitari e non solo al mondo green, di cui oggi è vicepresidente. Ha organizzato diversi webinar e seminari ospitando importanti esperti del settore. Nel 2020 inizia a collaborare come addetto stampa per l'ente territoriale del Gal Versante Laziale del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Laureanda magistrale in lettere moderne e studentessa di un master in Digital Communication, spera di migliorare le sue capacità comunicative per trasmettere ai suoi lettori lo stesso interesse per la sostenibilità.

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