Uno degli ingressi al Parco di Veio

Il Parco di Veio si estende per 15.000 ettari fra Roma e la provincia di Viterbo. Qui sopra uno degli ingressi

A due passi dalla Capitale, le fertili terre del Parco di Veio. Fra natura e storia millenaria

Un’area protetta al confine fra Roma e l’antica civiltà etrusca, ricca di reperti archeologici, specie animali e floristiche che hanno trovato uno speciale microclima nelle forre tufacee. E paesaggi da sogno. Scopriamola insieme

Testo di Nicoletta Iommi

La pandemia ha cambiato, almeno nell’immediato, il concetto di viaggio. Le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria hanno fatto abbandonare la ricerca di mete lontane, incentivando l’esplorazione dei luoghi vicini alla propria abitazione, meglio se immersi nel verde e poco affollati. A Roma, il turismo di prossimità, ha portato a riscoprire la campagna romana, quelle terre fertili e ricche di “messi e armenti” di cui parlava Orazio e che ora rientrano, per la gran parte, nel sistema dei parchi.

 

 

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Tra questi, uno dei più frequentati è il Parco di Veio, il quarto parco del Lazio per estensione. Si tratta di un’area naturalistica protetta che si estende dal centro urbano della Capitale per 15.000 ettari fino alla provincia di Viterbo, attraversando le strade consolari della Cassia e della Flaminia. Già in epoca romana, l’agro veientano, era la meta preferita per le gite fuori porta o per la costruzione di ville suburbane.

Il Parco veniva considerato un luogo di “otium” inteso come riposo, ma anche come attività per allontanare le preoccupazioni: tra le costruzioni visitabili all’interno del Parco c’è la villa di Livia, moglie dell’imperatore Augusto. 

Ma è l’antica città etrusca di Veio a dare il nome al parco ed aver lasciato a noi la possibilità di ammirare la splendida tomba dei Leoni Ruggenti e la tomba Campana (attualmente interdetta alle visite).

 

 

Entrare nel Parco di Veio significa dunque entrare nella storia e nel mito ma anche attraversare un territorio ricco di fauna e di numerose specie floristiche che qui hanno trovato un habitat privilegiato grazie al particolare microclima presente all’interno delle forre create dalla profonde incisioni nella pietra tufacea. 

 

 

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Già ma dove si entra? È questa la domanda più frequente che si rivolge all’ente parco in questo periodo.

Il Parco infatti comprende una zona urbana, ma insiste anche su altri otto Comuni, ognuno di loro con uno o più accessi al parco. Per soddisfare le richieste dei numerosi visitatori è stata recentemente realizzata una mappa digitale con i confini (vedi sotto) e un’altra da scaricare con gli ingressi ufficiali e i relativi collegamenti con i sentieri principali. 

 

 

In tutto il territorio ci sono circa 100 Km di sentieristica Cai, di cui 27 chilometri costituiti dalla Via Francigena. Ed è proprio l’antica via dei pellegrini d’oltralpe che più ha attirato i nuovi visitatori. Altre zone molto frequentate sono le Valli del Sorbo e Ponte Sodo, un canale etrusco che devia il corso del Crèmera. Il 24 maggio scorso è stato inaugurato il sentiero che collega due questi punti alla Francigena e conduce alla Cascata della Mola, nel cuore dell’area protetta.

 

Escursione in bicicletta nel Parco di Veio
Il Parco di Veio è una preziosa meta per il cicloturismo

 

L’aumento delle persone, a piedi o in bicicletta, e le numerose associazioni che organizzano visite, escursioni e attività sportive nel parco hanno indotto ad aumentare i controlli durante la fase pandemica e a regolamentare gli ingressi dei gruppi, prevedendo che quest’ultimi informino preventivamente il parco della loro presenza. Altra questione difficile è quella dell’educazione ambientale. I visitatori preferiscono muoversi lungo i numerosi corsi d’acqua presenti all’interno dell’area ma se questo avviene in maniera scorretta si rischia di provocare seri danni alla biodiversità. Lungo i corsi d’acqua della zona nidificano gli uccelli acquatici come la gallinella d’acqua e l’airone cinerino: un comportamento non adeguato sarebbe deleterio per queste specie e tanti altri animali che hanno scelto il Parco come habitat naturale.

 

Guarda il video sulle specie animali del Parco di Veio

 

Anche se le presenze sono tuttora in vorticoso aumento bisognerà attendere ancora qualche tempo per dire con certezza se questo nuovo impulso, dovuto anche al calo dei contagi, sia stato in grado di generare un indotto turistico di supporto ai piccoli Comuni che gravitano intorno al Parco di Veio. Nell’attesa può essere utile, per chi intenda visitare il Parco in una modalità diversa dal “mordi e fuggi”, consultare le strutture ricettive della rete “Amico del Parco” sul sito www.parcodiveio.it


L’articolo è stato realizzato nell’ambito del Corso di giornalismo ambientale e culturale di Sapereambiente. Workshop a cura di Gabriele Salari


Sapereambiente

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