Storia di una bandiera
Si terrà domenica 24 aprile l’edizione straordinaria della Marcia Perugia-Assisi per la pace in Ucraina e negli altri paesi del mondo pervasi dalla guerra. Nel segno del messaggio lanciato, 61 anni fa, da Aldo Capitini con il vessillo arcobaleno conservato nella Biblioteca di San Matteo degli Armeni. Ve lo mostreremo oggi durante l’incontro della Scuola di ecologia
Vi invitiamo a vedere una bandiera, oggi pomeriggio, verso le 17.00. È quella che vi mostreremo in diretta, durante il nuovo incontro della Scuola di ecologia (segui qui l’evento), dai locali della Biblioteca di San Matteo degli Armeni a Perugia. Ve la mostreremo con orgoglio e anche con un po’ di commozione per lanciare un messaggio di pace, forte e chiaro, durante queste ore monopolizzate ancora una volta dalle cronache degli scontri armati, delle schermaglie diplomatiche che sembrano allontanare la fine delle ostilità anziché avvicinarla, della povera gente che soffre dentro una vicenda che sembra estrapolata dal secolo scorso.
È la bandiera arcobaleno con cui Aldo Capitini, il fondatore del movimento nonviolento, sfilò durante la prima edizione della marcia Perugia-Assisi, il 24 settembre 1961. Bellissima, con le sue sette fasce orizzontali di altrettanti colori, brillanti come un tempo, a testimoniare come la pace sia di tutti, oltre le provenienze e gli schieramenti. Un messaggio coraggioso, soprattutto per quegli anni caratterizzati da forti polarizzazioni ideologiche, che il filosofo e pedagogista, conosciuto da molti come il Gandhi italiano, aveva ereditato con ogni probabilità da Bertrand Russell: il pacifista inglese che si opponeva alla proliferazione nucleare e predicava il disarmo, alla fine degli anni Cinquanta. Aldo Capitini la notò, ne colse il significato di aggregazione e fece cucire un esemplare da alcune amiche di Perugia.
Domenica prossima, il 24 aprile, con partenza alle 9.00 del mattino dai Giardini del Frontone, quella bandiera tornerà a sfilare insieme a molte migliaia di altre che giungeranno da tutta Italia in occasione dell’edizione straordinaria della Marcia Perugia-Assisi, organizzata in soli trenta giorni e presentata ieri in conferenza stampa a Roma nella sede della Federazione nazionale della stampa italiana. Per chiedere una soluzione politica e diplomatica alla tragedia che si sta consumando in Ucraina. E per fermare la “terza guerra mondiale a pezzi”, come l’ha definita Flavio Lotti, coordinatore della Marcia, che prosegue nel disinteresse pressoché generale in Yemen, Libia, Siria, Palestina, Israele, Sahel, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Afghanistan, Iraq, Somalia, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana.
Intanto, oggi pomeriggio, quella bandiera voluta 61 anni fa da Aldo Capitini sarà sotto i nostri occhi, sul tavolo della Scuola di ecologia, che proprio a San Matteo degli Armeni è nata tre anni fa. Sarà il bibliotecario Gabriele De Veris, in apertura dell’incontro, a raccontarne più nel dettaglio la genesi e il significato, a ripercorrere le tappe fondamentali in cui ha catalizzato speranze, richieste e anche proteste di diverse generazioni. Perché non c’è transizione ecologica senza pace e cooperazione fra i popoli, perché ci onora agire nel luogo che conserva la memoria di Aldo Capitini.
Perché vogliamo unirci anche noi a questo cammino per dire basta, con la bandiera della pace fra le mani, alla follia cui stiamo assistendo, finché siamo in tempo.
Per saperne di più e aderire
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- Marco Fratoddi, giornalista professionista e formatore, è direttore responsabile di Sapereambiente, insegna Scrittura giornalistica al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Cassino con un corso sulla semiotica della notizia ambientale e le applicazioni giornalistiche dei nuovi media dal quale è nato il magazine studentesco Cassinogreen. Partecipa come direttore artistico all'organizzazione del Festival della virtù civica di Casale Monferrato (Al). Ha diretto dal 2005 al 2016 “La Nuova Ecologia”, il mensile di Legambiente, dove si è occupato a lungo di educazione ambientale e associazionismo di bambini, è stato fino al 2021 caporedattore del magazine Agricolturabio.info e fino al 2019 Direttore editoriale dell’Istituto per l’ambiente e l’educazione Scholé futuro-Weec network di Torino. Ha contribuito a fondare la “Federazione italiana media ambientali” di cui è divenuto segretario generale nel 2014. Fa parte di “Stati generali dell’innovazione” dove segue in particolare le tematiche ambientali. Fra le sue pubblicazioni: Salto di medium. Dinamiche della comunicazione urbana nella tarda modernità (in “L’arte dello spettatore”, Franco Angeli, 2008), Bolletta zero (Editori riuniti, 2012), A-Ambiente (in Alfabeto Grillo, Mimesis, 2014).
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