T.Benassi

Parma, città delle strade scolastiche. Intervista a Tiziana Benassi

Strade inibite alle auto, giochi dipinti sull’asfalto, zone 30, metrominuto e moderazione del traffico di quartiere. La capitale italiana della cultura continua la sua rivoluzione urbana, investendo su quartieri da vivere a piedi e in bici 

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Le strade scolastiche sono strade o piazzali in prossimità delle scuole, dove, negli orari di entrata e uscita, è vietata la circolazione e la sosta delle auto affinché si possa raggiungere la scuola in sicurezza a piedi o in bicicletta. Sono una misura di civiltà tipica di alcuni paesi europei, come Svizzera e Germania, e sempre più diffusa anche in Italia. Recentemente il Governo ne ha riconosciuto l’importanza, e ha introdotto la definizione “zona scolastica” nel Codice della Strada, tramite il Decreto Semplificazioni. Non sono quindi certo una novità e molti Comuni le hanno istituite con grande successo. È il caso di Parma, dove a settembre 2020 è stato lanciato un interessante progetto. Lotta al traffico, lotta all’inquinamento e lotta alla sedentarietà sono i tre cardini del piano Parma Cambia Spazio, che prevede strade scolastiche davanti alle scuole, giochi dipinti sull’asfalto, zone 30 e interventi di moderazione del traffico nei quartieri, oltre a sensibilizzazione tramite installazioni di totem metrominuto, concorsi per scuole e molto altro. Ne abbiamo parlato con l’Assessora alle politiche di sostenibilità ambientale della città emiliana, Tiziana Benassi.

 

 

 

 

“Parma Cambia Spazio” è  un progetto a partire dalle scuole, come mai?
Questo progetto, pensato nei mesi di covid, e lanciato a settembre, è in continuità con tutto quello che da anni abbiamo fatto. Ormai si è capito che le auto non possono più avere il predominio della città, sono un mezzo di trasporto pericoloso e inefficiente. Questa consapevolezza è diventata emergenza dopo il Covid, quando il trasporto pubblico ha perso attrattività e abbiamo temuto un riversarsi delle auto su strada. Questo progetto, che ha avuto consulenti esperti come gli architetti e urbanisti Matteo Dondé e Paolo Pinzuti, oltre alle strade scolastiche prevede anche zone 30 e piste ciclabili in ogni quartiere residenziale. Basilare per noi è il concetto della città a 10 minuti: in ogni quartiere, tutto deve essere raggiungibile massimo in 10 minuti a piedi o in bici. 

Quante strade scolastiche ci sono a Parma e perché sono importanti?
Su 70 scuole tra primarie, medie, e superiori, da ormai 4 anni erano attive zone pedonali intorno a 25 scuole, quest’anno, dopo il Covid, sono diventate 35. Quindi 1 scuola su 2 è protetta e intendiamo andare avanti in questa direzione. Abbiamo notato sempre maggiore slancio e sensibilità da parte dei dirigenti. Abbiamo coinvolto anche i genitori, fin da inizio dell’anno scolastico, perché le strade scolastiche funzionano meglio se c’è coinvolgimento. Abbiamo spiegato l’importanza di queste chiusure, che sono necessarie per garantire la sicurezza dei bambini, per ridurre l’inquinamento dell’aria (ossidi di azoto e black carbon) e soprattutto per cambiare  una mentalità auto centrica, che ci porta a voler entrare in auto dappertutto!

 

strade scolastiche Parma
Le strade scolastiche sono zone in cui le auto non possono circolare in concomitanza con l’entrata e l’uscita dalle scuole

 

Qual è stata la reazione dei genitori?
Quattro anni fa ci sono state resistenze. Ora va meglio, abbiamo notato che se inizialmente le auto si affollavano nelle strade laterali, e quindi spostavano solo il problema del traffico e dell’inquinamento, grazie all’effetto deterrente delle strade scolastiche e a buoni progetti di sensibilizzazione, sempre più gente rinuncia a prendere l’auto. Anche chi poi va al lavoro, ha capito che è meglio prendere la bici, semplicemente si fa prima. Questo è il vero obiettivo: non basta proteggere le aree davanti alle scuole, dobbiamo proprio invitare i genitori a lasciare l’auto in garage e ripensare la mobilità.

Cos’è l’urbanismo tattico e come vi è stato utile nella creazione delle strade scolastiche?
L’urbanismo tattico ci è stato di grande aiuto perché permette di riprogettare lo spazio per darlo alle persone e toglierlo alle auto, in modo veloce e sperimentale. Così abbiamo chiuso delle aree con le barriere “New Jersey”, poi i giochi pitturati sull’asfalto hanno reso la strada speciale, e abbiamo abituato i bambini a giocare in quello spazio prima occupato dalle auto. Abbiamo coinvolto le scuole e i ragazzi nella progettazione. Grazie all’urbanismo tattico, se c’è qualcosa che non funziona, se magari la transenna non è nel punto giusto, si fanno le migliorie del caso, per fare poi gli interventi definitivi su tutta la viabilità.  

 

 

 

 

Con quali progetti coinvolgete le scuole, oltre alle strade scolastiche?
Come Comune attraverso Ecomobility abbiamo finanziato vari progetti nelle scuole, collaboriamo con associazioni come la Fiab. Abbiamo installato davanti alle scuole dei totem “Metro minuto” che indicano la distanza in minuti dei tragitti più tradizionali, da vari punti della città a scuola. Così si scopre che ci vuole meno ad andare in bici piuttosto che in auto! Abbiamo distribuito alle famiglie, tramite scuola, una brochure con informazioni sull’importanza di andare in bici a scuola e non usare  auto. Abbiamo organizzato webinar sul tema dedicati ai genitori, con pediatri, pedagogisti, psicologi. Gli studenti vengono coinvolti giocando e anche con una certa dose di competizione: un concorso tra classi, con un bel tabellone da compilare ogni giorno sui percorsi casa scuola. Vince la classe più virtuosa e noi del comune andiamo a premiarli alla fine dell’anno. I bambini sono entusiasti, vogliono andare in bici e ovviamente trascinano anche i genitori! Questi progetti sono fondamentali, perché altrimenti il Comune viene visto solo sotto l’aspetto punitivo, di chi mette la transenna e chiude la strada, invece è importante che si lavori anche sul cambiamento culturale e degli stili di vita.

 

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Parma è la città della cultura anche perché cerca di limitare le auto?
Certo! Abbiamo fatto leva sulla nomina di “Parma capitale italiana cultura 2020-2021” per far accettare meglio questi cambiamenti. Abbiamo fatto leva sull’orgoglio parmigiano, abbinando cultura e sostenibilità. D’altra parte una città che ama davvero la cultura non può che volere spazi urbani belli, liberi dalle auto, e per tutti! 

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Linda Maggiori
Linda Maggiori
Sono nata a Recanati nel 1981, vivo con mio marito e i nostri quattro bambini a Faenza (Ra), dove da alcuni anni sperimentiamo uno stile di vita sostenibile: senz’auto e a rifiuti (quasi) zero. Fin da bambina ho sempre amato scrivere, disegnare e difendere la natura. Lavoro come educatrice, sono laureata in Scienze dell’Educazione e Servizio sociale. Alla nascita del mio primo bimbo, con alcune amiche ho fondato un’associazione di aiuto sull’allattamento e sull’uso dei pannolini lavabili (Gaaf). Sono volontaria in varie associazioni contro gli inceneritori e per la mobilità sostenibile. Faccio progetti di educazione ambientale nelle scuole. Ho pubblicato vari libri: Anita e Nico di Tempo dal Delta del Po alle Foreste Casentinesi e Anita e Nico dalle Foreste Casentinesi alla Vena del Gesso, di Tempo al Libro Editore, Salviamo il Mare di Giaconi Editore, Impatto Zero, Vademecum per famiglie a rifiuti zero di Dissensi edizioni e Occidoria e i Territori Ribelli. Storia Fantasy sulle ingiustizie Nord Sud del mondo di Dissensi edizioni, e l’ultimo “Vivo senza Auto” di MacroEdizioni. Sono blogger di famiglie-rifiutizero e di famigliesenzauto e animo i rispettivi gruppi Facebook. Inoltre collaboro come giornalista con AAMTerranuova e con il mensile Fiab BC.

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