La balena alla fine del mondo

Un romanzo del 2015 dal sapore profetico, ripubblicato nel 2021. Quello di Joe Ironmonger è un libro che suggerisce un diverso epilogo al presente, fatto di solidarietà e, soprattutto, di comunità. Utilissimo, soprattutto in questi giorni, tra strascichi di pandemia e guerra

A distanza di quasi mezzo secolo, il piccolo borgo di pescatori di St. Piran, in Cornovaglia, celebra ancora la memoria di Joe Haak, l’uomo che arrivò dal mare a cavallo di una balena e che salvò quella stessa balena, trovata spiaggiata, il giorno successivo. Nelle narrazioni, la realtà sembra essersi ormai mescolata alla leggenda. Un po’ perché il tempo è trascorso e molti testimoni non ci sono più. Un po’ perché Joe somiglia molto più a un personaggio biblico che a una persona reale.

Il suo stretto rapporto con la balena ricorda Giona e la dedizione con cui guida il villaggio nelle difficoltà fa di lui una sorta di Messia. A tratti, pare addirittura capace di pesche miracolose e moltiplicazioni dei pani e dei pesci.La figura che più gli si addice, in realtà, è quella di un profeta del nostro tempo.

In fuga da una società di brokeraggio della City, Joe è un analista matematico che ha elaborato un potentissimo algoritmo capace di cogliere e interpretare ogni minima perturbazione dello scenario mondiale. Joe ha previsto le oscillazioni degli indici di borsa e dei prezzi, l’ascesa e il declino di imperi finanziari. Joe ha previsto la fine del mondo: l’Apocalisse partita da un virus e destinata a sgretolare l’ordine sociale.

Pagina dopo pagina, la trama sembra avviarsi a un esito catastrofico, almeno fino a quando il destino di Joe non si compirà per mezzo dell’altra protagonista della storia, la balena, il cui gigantesco e complesso organismo si eleva ad allegoria di un’intera società. John Ironmonger scrive La balena alla fine del mondo (ed. Bollati Boringhieri, 2021), alcuni anni prima della pandemia da Covid. Ed è proprio questa sorprendente anticipazione di alcuni fatti che riempiono le cronache odierne a rendere il libro tanto affascinante quanto inquietante.

 

John Ironmonger, scrittore britannico, insieme al suo splendido red retriever
Lo scrittore britannico John Ironmonger ha scritto “La balena alla fine del mondo” nel 2015, prevedendo in un certo senso la pandemia da Covid 19 (Foto: Facebook)

 

Tuttavia il volume racchiude un lumicino di speranza nel modo in cui la piccola porzione di umanità che ruota intorno al protagonista riesce a sviluppare quel profondo e salvifico senso di fratellanza in risposta alla grande tragedia che incombe. Ed è la stessa fiducia da mantenere accesa anche quando la fine del mondo sembra essere vicina.

 

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Valentina D'Amora
Valentina D'Amora
Educatrice ambientale genovese, appassionata di storie che innescano cambiamenti. Realizza percorsi educativi sul territorio genovese e le piace mettere in pentola progetti sempre nuovi. Ama viaggiare verde e mangiare bene. Mamma di una bimba dal nome della Terra. Ha studiato comunicazione internazionale, frequentato un master di giornalismo ambientale e ha collaborato con diverse testate giornalistiche, cartacee e online. Ha pubblicato “Il ponte silenzioso” (KC Edizioni, 2019) e “GEco – Guida per una rivoluzione ecosostenibile” (Tulipani Edizioni, 2020).

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