La piazza di Israele con i manifestanti che rispettano la distanza sociale

La protesta in piazza Rabin contro il possibile accordo tra Netanyahu, sotto processo per corruzionem e Gantz, per formare un governo-I manifestanti rispettano il distanziamento sociale di due metri

Separati in piazza

Il coronavirus non ha fermato le protesta in Israele contro il governo di unità nazionale. Domenica, i manifestanti muniti di mascherine hanno rispettato la distanza di sicurezza di due metri e sventolato bandiere nere per denunciare le politiche antidemocratiche. Ma ieri è arrivato l’accordo fra Benjamin Netanyhau e Benny Gantz, che dovrebbe scongiurare un ritorno alle urne

La piazza di Israele con i manifestanti che rispettano la distanza sociale
A Tel Aviv, in piazza Rabin, migliaia di israeliani hanno protestato contro il governo di Banjamin Netanyahu. I manifestanti hanno indossato le mascherine e hanno rispettato il distanziamento di due metri (Foto: Haaretz.com)

 

Il coronavirus non ha fermato le proteste contro il governo di Benjamin  (Bibi) Netanyhau a Tel Aviv. Domenica, migliaia di israeliani sono scesi in piazza Rabin per dire no alle trattative fra il primo ministro israeliano e il suo ex avversario politico Benny Gantz per formare un governo di coalizione. I manifestanti muniti di mascherine, si sono tenuti a due metri di distanza, prendendo posto sulle “x” disegnate per terra,  rispettando in questo modo le norme di sicurezza per contrastare l’epidemia.  La protesta è stata organizzata via Facebook dal movimento delle “bandiere nere”, che con un appello ha invitato le persone a scendere in piazza per salvare la democrazia. Richieste che non sono state accolte nemmeno dal presidente  Reuven Rivlin.

Nonostante i 157 morti e i 13 mila contagiati le trattative per la nascita di un nuovo governo sono continuate. Dopo il risultato ambiguo delle elezioni del 2 marzo, infatti, il presidente dello Stato di Israele aveva incaricato Gantz di dare vita a un esecutivo. E ieri è arrivato l’accordo fra Netanyhau e l’ex militare.

A creare problemi  per un’intesa programmatica nei giorni scorsi è stata la formazione della Commissione per la nomina dei giudici, perché a maggio dovrebbe iniziare il processo proprio contro il leader di Likud, accusato di corruzione, frode e abuso di potere. Un tema di scontro durante la campagna elettore. Ma da quello che è emerso nelle ultime ore, l’ex capo di stato maggiore ha cambiato idea di fronte all’emergenza coronavirus e di fronte alla necessità di dare comunque un governo al Paese. Secondo l’accordo, Gantz sarà ministro della Difesa mentre il numero due nel suo partito, Gabi Ashkenazi, guiderà la diplomazia. E i primi 18 mesi di governo saranno affidati a Nethanyau.

La decisione di formare un governo di unità nazionale, che nei giorni scorsi aveva portato ad una scissione all’interno della formazione Blu e bianco, non è piaciuta neanche a Yair Lapid, ex alleato di Gantz.

«Così il compromesso sulla Commissione delle nomine giudiziarie è che Bibi sceglie tutti i suoi rappresentanti- ha dichiarato Lapid–  Gantz e Ashkenazi hanno acconsentito a permettere all’incriminato di indicare i giudici che lo giudicheranno sulle sue questioni».

 

 

 

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Michele D'Amico
Michele D'Amico
Sono nato nel 1982 in Molise. Cresciuto con un forte interesse per l’ambiente.Seguo con attenzione i movimenti sociali e la comunicazione politica. Credo che l’indifferenza faccia male almeno quanto la CO2. Giornalista. Ho collaborato con La Nuova Ecologia e blog ambientalisti. Attualmente sono anche un insegnante precario di Filosofia e Scienze umane. Leggo libri di ogni genere e soprattutto tante statistiche. Quando ero piccolo mi innamoravo davvero di tutto e continuo a farlo.

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