Le prime immagini fornite dalle forze aeree australiane dopo la devastante esplosione del vulcano a Tonga

Le prime immagini fornite dalle forze aeree australiane dopo la devastante esplosione del vulcano a Tonga (Fonte: Australian Department of Defence)

Tonga, le prime immagini dopo l’eruzione. L’impatto delle ceneri e dello tsunami

L’esercito neozelandese e quello australiano hanno diffuso le riprese aeree dei luoghi colpiti dal rovinoso fenomeno naturale avvenuto il 15 gennaio. Tramite il satellite Unosat invece il confronto con lo stato del territorio due anni fa. Ancora critici i soccorsi e le comunicazioni

Hanno fatto il giro del mondo le immagini che mostrano la spettacolare e spaventosa eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga avvenuta lo scorso 15 gennaio al largo di Tonga, nell’Oceano Pacifico. Il fenomeno ha fatto scattare immediatamente l’allerta tsunami e l’onda anomala ha raggiunto molte aree costiere dell’arcipelago.

Ora giungono le prime immagini raccolte dalle squadre di soccorso neozelandesi e dalle Nazioni Unite che evidenziano, tramite voli aerei e riprese satellitari, gli effetti dell’esplosione.

 

Danni alle infrastrutture costiere nel villaggio di Fefe, nel distretto di Tatakamotonga. Il confronto è con un'immagine risalente al novembre 2020 (Fonte: Unosat)
Danni alle infrastrutture costiere nel villaggio di Fefe, nel distretto di Tatakamotonga. Il confronto è con un’immagine risalente al novembre 2020 (Fonte: Unosat)

 

La situazione appare desolante: le fotografie aeree di Nomuka, una piccola isola nella parte meridionale del gruppo di isole Haʻapai a Tonga, mostrano un paesaggio ricoperto da cenere. Quelle dal satellite raccolte e analizzate dall’UNITAR-United Nations Institute for Training and Research, l’istituto dell’Onu per la formazione e la ricerca, immortalano invece le condizioni del distretto di Kolomotua e di Kolofo’ou, della divisione di Tongatapu e del villaggio di Fafaa.

 

 

Nonostante alcuni edifici siano rimasti in piedi, si registrano crolli e danni. La pista di decollo dell’Aereoporto Internazionale di Fua’amotuha è inondata e in parte coperta da ceneri e polvere, altre fotografie satellitari testimoniano come l’acqua si sia spinta all’interno della costa attraverso numerosi isolati. Per ora il Ministro degli Affari Esteri della Nuova Zelanda, Nanaia Mahuta, ha confermato due morti causati dal disastro naturale.

 

 

Il villaggio di Kolomotu’, nel distretto omonimo. Si notano l’invasione delle acque e i danni alle infrastrutture (Fonte: Unosat
Il villaggio di Kolomotu’, nel distretto omonimo. Si notano nel confronto con l’immagine di due anni fa l’invasione delle acque e i danni alle infrastrutture (Fonte: Unosat)

Comunicazioni e soccorsi allo stremo

Come riporta anche ReliefWeb l’arcipelago delle Tonga è stato ricoperto da uno strato di 1 o 2 centimetri di ceneri vulcaniche, compromettendo le risorse di cibo e acqua della regione, così come la qualità dell’aria. Manca la corrente elettrica, le linee telefoniche non funzionano e la cablatura che consentiva la connessione a internet è stata danneggiata. I telefoni satellitari funzionano in maniera intermittente. Le difficoltà nelle comunicazioni e quelle nei trasporti, considerando l’inagibilità degli aeroporti, renderanno complesse le operazioni di soccorso. Sempre la Nuova Zelanda ha inviato due navi militari per i rifornimenti di acqua e di altro materiale. La ministra degli Esteri neozelandese, Nanaia Mahuta, ha dichiarato che il governo ha riservato ulteriori 500.000 dollari per l’assistenza umanitaria, in aggiunta al fondo iniziale che ammontava a 1 milione.

 

Il villaggio di Fafaa, nel distretto di Kolofo'ou, sommerso dallo tsunami (Fonte: Unosat)
Il villaggio di Fafaa, nel distretto di Kolofo’ou, prima e dopo l’arrivo dello tsunami (Fonte: Unosat)

I precedenti

Il vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai si trova a oltre 60 chilometri a nord di Tongatapu, una divisione delle Tonga, nell’Oceano Pacifico. Nel 2014 una sua eruzione aveva prodotto un’isola, in seguito è stato inattivo per molti anni fino a iniziare a eruttare in maniera intermittente intorno a dicembre 2021.

 

Guarda il video sulla formazione isola nel 2014 (Fonte: Nasa)

 

 

Il 3 gennaio 2022 l’attività è significativamente diminuita, secondo quanto riportato dal Global Volcanism Program dello Smithsonian Institution. Poi, il 15 gennaio, è avvenuta l’esplosione che tutti abbiamo visto nei video in rete: pennacchi di gas e cenere alti circa 20 chilometri sono schizzati nell’atmosfera e presto si è diffusa l’allerta tsunami in Nuova Zelanda, negli Stati Uniti – lungo la costa occidentale, in Alaska e nelle Hawaii –, in Giappone, nelle Fiji e nelle Samoa. Nelle ore seguenti l’isola giapponese di Amami Oshima è stata raggiunta da un’onda alta poco più di un metro mentre fenomeni minori hanno interessato altre aree della costa giapponese. Negli Stati Uniti sono sopraggiunte inondazioni e danni in California.

Saperenetwork è...

Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Laureata in Scienza e Tecnologie per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali, dottore di ricerca in Geomorfologia e Dinamica Ambientale, è infine approdata sulle rive della comunicazione. Giornalista pubblicista dal 2014, ha raccontato storie di scienza, natura e arte per testate locali e nazionali. Ha collaborato come curatrice dei contenuti del sito della rivista di divulgazione scientifica Sapere e ha fatto parte del team della comunicazione del Festival della Divulgazione di Potenza. Ama gli animali, il disegno naturalistico e le serie tv.

Sapereambiente

Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!


Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella di posta per confermare l'iscrizione

 Privacy policy


Parliamone ;-)