I papà di Mahsa Amini e di Mohammad Mehdi Karami

I papà di Mahsa Amini e di Mohammad Mehdi Karami

Iran, i papà di Mahsa e Mohammad si tengono per mano

La giovane curda uccisa per aver indossato male il velo e il suo coetaneo giustiziato per aver protestato, “uniti” nel gesto dei loro padri. Nel paese mediorientale la repressione continua, e Amnesty International lancia l’allarme: migliaia i minorenni, tra cui bambini di dodici anni, arrestati e torturati

«Il padre di Jina (Mahsa) Amini e il padre di Mohammad Mehdi Karami si tengono per mano sulla tomba di Jina a Saqqez. Lei è stata uccisa dalla Repubblica islamica dell’Iran, lui è stato giustiziato per le proteste che sono conseguentemente iniziate». È toccante e potente la foto dei due uomini che si tengono per mano sulla tomba di Mahsa a Saqqez, su cui è stata posata anche una foto di Mohammad. A diffonderla, la regista curdo iraniana Beri Shalmashi dal suo profilo Twitter.

I due papà si tengono per mano, quasi sorreggendosi l’uno all’altro, tenendo il braccio alzato.

La vicenda della ventiduenne curda uccisa lo scorso settembre mentre era in custodia della polizia perché non indossava “bene” il velo è ben nota, ed è stata la scintilla che ha fatto scoppiare in tutto l’Iran rivolte e manifestazioni che hanno visto in prima linea donne e uomini di tutte le età ed estrazioni sociali. Mentre i riflettori sul paese mediorientale poco alla volta scemano, sono migliaia, ad oggi, le persone arrestate. Tra loro molti giovani, proprio come Mohammad Karami, coetaneo di Mahsa, arrestato a Karaj, vicino a Teheran, mentre manifestava pacificamente contro le morti di regime. A Mohammad, che aveva iniziato lo sciopero della fame, non è stato consentito di vedere nessun famigliare. A nulla sono serviti gli appelli strazianti dei genitori contro la sua condanna a morte, eseguita a gennaio. Nel frattempo la famiglia di Mahsa Amini, nonostante intimidazioni e minacce, ha chiesto che il regime di Teheran sia ritenuto responsabile della morte della figlia, e ha chiesto l’intervento di un tribunale internazionale. Le autorità iraniane hanno ammesso di aver effettuato oltre 22.000 arresti in relazione alle proteste. Secondo Amnesty International le forze di sicurezza e dell’intelligence iraniane hanno commesso tremendi atti di tortura – tra cui pestaggi, frustate, scariche elettriche, stupri e altre forme di violenza sessuale – nei confronti di minorenni, addirittura di bambini di dodici anni, coinvolti nelle proteste in corso. Sempre secondo le stime di Amnesty, i minorenni, poco più che bambini, arrestati e detenuti potrebbero essere migliaia.

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Valentina Gentile
Nata a Napoli, è cresciuta tra Campania, Sicilia e Roma, dove vive. Giornalista, si occupa di ambiente per La Stampa e di cinema e società per Libero Pensiero. Ha collaborato con Radio Popolare Roma, La Nuova Ecologia, Radio Vaticana, Al Jazeera English, Sentieri Selvaggi. Ha insegnato italiano agli stranieri, lingua, cultura e storia del cinema italiano alle università americane UIUC e HWS. È stata assistente di Storia del Cinema all’Università La Sapienza di Roma. Cinefila e cinofila, ama la musica rock, i suoi amici, le sfogliatelle e il caffè.

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