R.e.m 1988

I R.e.m il 7 novembre 1988 pubblicano l'album Green sotto l'etichetta Warner Bros

Tutte le sfumature del verde. Green, l’album rivelazione dei R.E.M.

Impegno politico, denuncia sociale, antimilitarismo e tanto sano pop rock orecchiabile ma di altissima qualità. Green è l’album con cui i R.e.m. fanno il grande salto, passando da college band a gruppo di fama internazionale

Attivi fin dal 1980 i R.e.m. entrano subito nei cuori degli ascoltatori e nelle grazie del circuito delle college-radio americane grazie al singolo Radio Free Europe, tratto dall’album d’esordio Murmur del 1983. Nel giro di poco tempo grazie ai successivi Fables Of Reconstructions (1985), Lifes Rich Pageant (1986) e Document (1987), consolideranno una fama che in breve tempo consentirà loro di fare il grande salto ai piani alti del mondo della musica.

 Ascolta Radio Free Europe dei R.E.M

Nel 1988 esce Green, il loro primo disco pubblicato dopo aver firmato con una multinazionale, la Warner Bros. Fin dall’eloquente copertina e dal titolo si può immaginare Green come un disco a tematiche ecologiste, ma il verde è un colore ambivalente, che può anche intendersi come il colore dei dollari. E di dollari la band di Athens, Georgia, sembra ne abbia presi parecchi  dalla Warner Bros: si parla di circa 10 milioni di dollari per 5 album, non male per una band all’epoca tutto sommato ancora di nicchia.

 

Album Green R.e.m
La copertina di Green,  il sesto album in studio del gruppo musicale R.E.M., pubblicato il 7 novembre del 1988 per l’etichetta Warner Bros. Records

 

Il colore del successo. E dell’impegno

Come spesso capita, la verità sta nel mezzo, e Michael Stipe e soci ci offrono un lavoro ad alto tasso di orecchiabilità, presente già nelle produzioni precedenti, dove però non mancano le canzoni genuinamente impegnate a livello politico e sociale. A riprova di ciò i R.e.m nel 1988 appoggeranno il senatore democratico Michael Dukakis nella campagna per  le elezioni presidenziali contro George Bush Senior e, durante il tour che seguì la pubblicazione dell’album, banchetti di Greenpeace e di Amnesty International erano presenti nella maggior parte delle date. I quattro di Athens non faranno mancare il loro supporto neanche per le varie campagne di lotta all’Aids (per un certo periodo girò anche voce che Michael Stipe fosse stato contagiato) né alla causa del Tibet.

 

Guarda l’endorsement dei R.e.m  a Micheal Dukakis

 

Non solo canzonette

Tra impegno politico e successo planetario, Green è l’album che consacra i R.e.m. nell’Olimpo del rock internazionale.

L’album si apre con Pop Song 89, che già dal nome si presenta come una canzone pop spensierata («Potremmo parlare del tempo o potremmo parlare del governo», recita il ritornello) e che sarà uno dei maggiori singoli di successo del disco.

Stesso successo anche per Stand, altro instant-classic di quelli che solo la band di Stipe e soci sanno confezionare. Tra le canzoni impegnate spiccano World Leader Pretend, che tra le pieghe del testo critica l’amministrazione americana di Ronald Reagan. I R.e.m. tengono molto a questa canzone, tanto da essere il primo testo riportato integralmente e stampato nella confezione di un disco della band. 

 

 Guarda il video di Stand dei R.e.m

Tra Napalm e violini

 Orange Crush, il nome del soft drink con cui ci si riferiva al napalm utilizzato contro i civili in Vietnam, è un brano rude e assordante, con un testo che sputa addosso a chi ascolta scomode verità, sulla guerra e non solo.

«Siamo agenti della libertà/ Mi sono divertito e ora è tempo/ di servire la tua coscienza oltremare», canta Michael Stipe. 

Poi è il turno di canzoni come You are everything o The wrong child dove per la prima volta la band si affida a strumenti come mandolino, violino e strumenti acustici in generale che in seguito diventeranno loro nuovo marchio di fabbrica.

 

Guarda il video di You are everything dei R.e.m

 

Verde speranza

Dichiarerà Michael Stipe sul disco:

«Green riflette un atteggiamento molto più ottimista di Document che era un album che spargeva vetriolo a piene mani. Avendo dato espressione a quello spleen, ho potuto superarlo e tirare fuori di nuovo i pastelli. Ritengo che sia tempo che la musica torni a donare speranza alla gente. Volevo fare un disco che rendesse incredibilmente felici quanti lo ascoltano. Non credo di esserci riuscito completamente, ma ci ho provato».

 E se la musica, o almeno un certo genere di musica, ha ormai esaurito da un pezzo il proprio potenziale “rivoluzionario”, fortunatamente riesce ancora a darci momenti di trascurabile felicità.

 

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Saperenetwork è...

Massimo Giorgi
Massimo Giorgi
Nasce nel 1971 in un paese della provincia di Roma dove si incrociano ferrovia, autostrada e la via Casilina. Ex musicista-contabile, a tratti ancora solo musicista, è appassionato di musica rock ai limiti del patologico.

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