Primo piano stretto sull'occhio di un anziano, circondato da rughe

Anziani non autosufficienti. È tempo per un nuovo welfare

La proposta di una riforma finalmente ambiziosa per gli anziani non autosufficienti, dalle organizzazioni del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza”. Per Andrea Morniroli del Forum DD: “Dopo anni di attesa non ci si può accontentare di poco”

 

«Siamo all’avvio dell’iter della riforma sulla non autosufficienza, i cui primi atti consisteranno nella presentazione del Disegno di Legge Delega da parte del Governo e nella sua successiva discussione in Parlamento. Occorre fare presto ed unire le forze con l’obiettivo di arrivare ad una riforma, attesa da oltre 20 anni, che sia all’altezza delle esigenze dei 3,8 milioni di anziani non autosufficienti e delle loro famiglie», è quanto affermano le circa 50 organizzazioni del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza che hanno elaborato un’articolata proposta finalizzata ad arricchire il Disegno di legge delega a cui sta lavorando il Governo.

La proposta verte intorno a cinque messaggi fondamentali: arrivare ad una riforma ambiziosa; superare la frammentazione delle misure e dei servizi; dare risposte diverse ai diversi bisogni; puntare a percorsi di assistenza semplici ed unitari; conseguire la tutela pubblica della non autosufficienza.

Andrea Morniroli
Andrea Morniroli, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità che fa parte del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” (Foto: Facebook)

 

«Dopo anni di attesa per una legge di riforma della non autosufficienza in Italia non ci si può accontentare di poco», afferma Andrea Morniroli, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità che fa parte del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza

«Serve una riforma adeguata per risorse e per la qualità delle proposte, come quella proposta dalle organizzazioni del Patto. Una legge che rimetta al centro le persone, curate il più possibile nei loro luoghi, e che superi definitivamente ogni tentazione di privilegiare piuttosto che i bisogni la messa a profitto dei disagi e della sofferenza».

Il cuore di quanto proposto dal Patto è l’istituzione di un Sistema Nazionale di Assistenza agli anziani non autosufficienti che, attraverso uno stretto coordinamento fra Stato, Regioni e Comuni, definisca un percorso unico e chiaro ed integri le prestazioni sanitarie e quelle sociali a favore dei quasi 4 milioni di anziani non autosufficienti e delle loro famiglie.

Nello stesso tempo la riforma punta a promuovere la permanenza degli anziani al proprio domicilio, garantendo agli stessi e alle famiglie le prestazioni sociali e sanitarie di cui necessitano in un’ottica integrata, riconoscendo la funzione di cura del caregiver familiare e tutelandone il benessere psico-sociale.

La domiciliarità è promossa anche attraverso la diffusione sull’intero territorio delle cosiddette Soluzioni Abitative di Servizio, previste anche dal Pnrr, ossia civili abitazioni – individuali, in coabitazione, condominiali o collettive – che garantiscano sicurezza e qualità alla vita agli anziani ed integrino servizi di supporto alla socialità e alla vita quotidiana, servizi alla persona, ausili tecnologici e tecnologie di assistenza.

E per le Residenze Sanitarie Assistenziali, le Rsa, la proposta del Patto prevede misure che ne riformino organizzazione e operatività affinché assicurino qualità ed appropriatezza delle cure e qualità di vita agli anziani residenti.

 

Un'anziana di spalle in un corridoio d'ospedale cammina appoggiandosi ad una donna più giovane
La nuova proposta per la non autosufficielnza, tra le altre cose, punta a promuovere la permanenza degli anziani al proprio domicilio e la diffusione sull’intero territorio delle cosiddette Soluzioni Abitative di Servizio, previste anche dal Pnrr

 

«La nostra riforma propone una nuova governance delle politiche per la non autosufficienza, affidata al Sistema Nazionale Assistenza Anziani (Sna), che punti a costruire una filiera di risposte, che siano differenziate e complementari tra loro: servizi residenziali, semiresidenziali, domiciliari, trasferimenti monetari, adattamenti delle abitazioni, sostegni ai caregiver familiari e alle assistenti familiari (“badanti”). È necessario semplificare l’accesso degli anziani all’assistenza pubblica ed evitare che le famiglie debbano – come oggi accade – peregrinare tra una varietà di sportelli, luoghi e sedi. Nello Sna, pertanto, la possibilità di accedere a tutte le risposte pubbliche è definita attraverso una sola valutazione iniziale ed è previsto un percorso unitario, chiaro e semplice, all’interno della rete del welfare», spiegano le organizzazioni del Patto.

 

Dettaglio sulle mani di un'anziana, che stringono un bastone
La nuova Prestazione Universale per la Non Autosufficienza proposta, intende sostenere persone e famiglie in base al bisogno individuale

La riforma prevede anche l’istituzione di una Prestazione Universale per la Non Autosufficienza, un contributo economico che assorbe l’indennità di accompagnamento e al quale si accede in base e esclusivamente al bisogno di cura (universalismo).

«La logica è quella di sostenere le famiglie anche dal punto di vista economico, ma differenziando l’importo in base al fabbisogno assistenziale. Oggi in Italia, il contributo economico per gli anziani non autosufficienti è di 520 euro, uguale per tutti, in Germania invece si arriva a 901 euro mensili per chi ne ha maggiore fabbisogno di assistenza».

 

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