Il Palazzo del Planalto, sede della Presidenza della Repubblica brasiliana a Brasilia, durante l'assalto dei bolsonariani

Il Planalto, sede ufficiale della Presidenza della Repubblica brasiliana, l'8 gennaio è stato assaltato da migliaia di bolsonariani contrari alla legittima elezione del presidente Lula da Silva (Foto: YouTube)

Brasile, l’attacco a Lula e alla democrazia

L’otto gennaio a Brasilia, capitale federale del paese sudamericano, migliaia di estremisti di destra, supporter dell’ex presidente Bolsonaro, hanno assaltato la sede ufficiale della Presidenza della Repubblica. Per il presidente Lula, già scampato ad un attentato a Natale, si tratta di un attacco “vandalo e fascista”

Lo aveva già previsto il presidente Lula nel suo discorso a poche ore dalla sua vittoria: il Brasile è spaccato e ora bisogna ricostruire un Paese. I gravi attacchi degli ultimi giorni al nuovo governo non hanno fatto altro che confermare il clima di violenze alimentato dall’ex presidente Bolsonaro e dai suoi sostenitori. Già durante la cerimonia di insediamento del nuovo esecutivo un uomo in possesso di un coltello e di esplosivo è stato bloccato dalla polizia militare del Dipartimento federale all’ingresso della zona delle celebrazioni. Quella minaccia non ha fermato il presidente operaio, che ha scelto di sfilare per le strade di Brasilia su un Rolls Royce decappottabile e non su un veicolo blindato.

In quella giornata Lula è stato accolto da migliaia di persone, tra la musica del Festival Futuro, e da 19 capi di stato e 120 rappresentanti di 120 Paesi.

Negli ultimi giorni, però, il livello dello scontro si è alzato e questa volta sono in pericolo le istituzioni democratiche. Dopo il fallito attentato del 25 dicembre con una autobomba, l’8 gennaio, infatti, migliaia di bolsonariani hanno fatto irruzione nel palazzo del Congresso e hanno preso d’assalto la sede dell’Esecutivo (il Planalto) e l’edificio del Tribunale supremo federale. 

 

 

Le scene di distruzione, saccheggi e atti vandalici che circolano sul web non sono nuove, sembrano ricordare ciò che è avvenuto nel 2021 negli Usa a Capital Hill.  GloboNews ha riferito che per gli scontri sono state arrestate circa 1200 persone nell’accampamento montato da oltre due mesi di fronte al quartier generale dell’esercito a Brasilia.  Per Luiz Inacio Lula da Silva si è trattato di un attacco “vandalo e fascista”, e ha invitato la popolazione a difendere la pace e la democrazia.  Da parte dei rappresentati delle comunità internazionale continuano ad arrivare intanto messaggi di condanna alle azioni terroristiche. Joaquin Castro, membro dei democratici della commissione affari esteri della Camera, ha dichiarato:

«Bolsonaro si trova in Florida dalla fine di dicembre. Era stato riportato che era sotto inchiesta per corruzione ed ha lasciato il Brasile per gli Usa, è un uomo pericoloso, dovrebbe essere rimandato nel suo Paese. Segue il modello di Trump per ispirare il terrorismo interno e prendere in mano il governo».

Sull’estradizione di Bolsonaro si è pronunciata anche Alexandria Ocasio-Cortez: «Gli Stati Uniti non devono essere un rifugio per un autoritario che ha ispirato atti di terrorismo. Smettano di concedere rifugio a Bolsonaro in Florida. L’’assalto a Brasilia è avvenuto quasi esattamente a due anni da quando il Congresso è stato assalito dai fascisti, ora vediamo un movimento fascista all’estero che ha tentato di fare la stessa cosa in Brasile».

 

 

 

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Michele D'Amico
Michele D'Amico
Sono nato nel 1982 in Molise. Cresciuto con un forte interesse per l’ambiente.Seguo con attenzione i movimenti sociali e la comunicazione politica. Credo che l’indifferenza faccia male almeno quanto la CO2. Giornalista. Ho collaborato con La Nuova Ecologia e blog ambientalisti. Attualmente sono anche un insegnante precario di Filosofia e Scienze umane. Leggo libri di ogni genere e soprattutto tante statistiche. Quando ero piccolo mi innamoravo davvero di tutto e continuo a farlo.

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