Giorgia Meloni alla conferenza stampa dopo le prime notizie sui risultati elettorali

Giorgia Meloni ha vinto le elezioni politiche del 25 settembre. Il suo partito, Fratelli d'Italia, traina la coalizione di destra oltre il 44%

Giorgia Meloni e quello che ci riservano questi (nuovi) anni Venti

La vittoria di Fratelli d’Italia è robusta come non accadeva da molte elezioni a questa parte. Voto di protesta? Piuttosto di disperazione, quella di un paese annichilito e spaventato. Nel momento più buio che l’Europa abbia vissuto dal secondo dopoguerra

E adesso tocca a lei, a Giorgia Meloni. La ragazza di destra che ha cominciato precocemente a fare politica nel movimento studentesco e che adesso si ritrova moglie, madre e cristiana a Palazzo Chigi, questione di ore, con l’incarico di formare il governo nel periodo più buio per l’Europa dal 1945 a oggi. Robusta come pochi altri premier eletti durante le ultime legislature, visto quel 44,5% che assicura al campo conservatore un’ampia maggioranza sia alla Camera, sia al Senato. E soprattutto visto quel 26,3% che tiene il suo partito, Fratelli d’Italia, lontano anni luce dalle misere percentuali degli alleati, entrambi al di sotto del 10%, aspetto non da poco vista l’importanza degli equilibri interni nei tre governi della legislatura che se ne va.

 

 

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni ha fondato Fratelli d’Italia nel 2012. Romana, classe 1977, inizia a fare politica a 15 anni nel Fronte della Gioventù, movimento giovanile dell’Msi. Nel 2008
è Ministra della Gioventù nel Governo Berlusconi IV. Dal 2020 è Presidente dei Conservatori europei (Foto: Wikipedia)

 

Si entra in una fase diversa, c’è poco da dire, dal punto di vista storico più cronachistico. Che piaccia o no ai molti, compresi noi stessi davanti al caffè del mattino, che s’avventurano nell’analisi di un esito ampiamente annunciato, nella descrizione degli scenari futuri, nella prefigurazione di una resa dei conti che fa parte del gioco, un po’ shakespeariano, di ogni competizione. Purché non si dica che è stato un voto di protesta. Semmai di disperazione da parte di un paese spaventato dalle molteplici incertezze di questo secondo decennio del nuovo secolo, i famigerati anni Venti, che molte generazioni non hanno mai provato.

 

 

C’è un “meme”, come si chiamano i contenuti virali sui social, che circola fra gli appassionati di calcio, quello in cui Antonio Cassano, già stella della Roma e della Nazionale, parla di Ronaldo. Recita più o meno così:

 

Cristiano Ronaldo mi piace? No!
Ha fatto 807 gol… Chapeau!
Ha vinto tanto? Chapeau!
Mi piace come giocatore? No!
Lo metto tra i più grandi della storia? No!
Parere mio personale, sbaglierò? Amen!

 

Guarda il video di Franco Cassano 

 

Lo facciamo nostro nella valutazione di questa premier che adesso si gioca alla grande questa chance sparigliando le carte di un arco politico annichilito, da una parte e dall’altra, terzo polo compreso. Se non fosse per quel presidio sulle tematiche ambientali che ruoterà intorno al 15% abbondante di Giuseppe Conte e del Movimento Cinque Stelle che porta peraltro in Parlamento l’ex ministro all’Ambiente, Sergio Costa.

 

Sergio Costa, ministro dell'Ambiente
Sergio Costa, ex ministro dell’Ambiente. È stato eletto in Parlamento con il M5s

 

E allora ha ottenuto il 26%, Giorgia? Chapeau! Ci piacciono le sue idee? Sinceramente no perché certi punti del suo programma che parlano di rinnovabili e piantumazione di alberi ci sembrano la foglia di fico che nasconde intenzioni ben diverse, vedi il ponte sullo Stretto, il nucleare e un impianto complessivo ancora centrato sulle fonti fossili. La mettiamo fra le grandi della storia, come si chiede Cassano su Ronaldo? Spetta a lei dimostrarlo. Si appresta, infatti, a diventare la prima donna presidente del Consiglio in Italia. Ma la visione di cui è portatrice va in una direzione ortogonale rispetto a quella di una società capace di cogliere le sfide dell’innovazione che si celano dietro gli anni difficili che stiamo attraversando.

E se ci sbaglieremo amen, come diceva Cassano.

Il nostro mestiere resta lo stesso: produrre conoscenza, educare al cambiamento, alimentare la dialettica. Chiunque stia al timone.

Saperenetwork è...

Marco Fratoddi
Marco Fratoddi
Marco Fratoddi, giornalista professionista e formatore, è direttore responsabile di Sapereambiente, insegna Scrittura giornalistica al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Cassino con un corso sulla semiotica della notizia ambientale e le applicazioni giornalistiche dei nuovi media dal quale è nato il magazine studentesco Cassinogreen. Partecipa come direttore artistico all'organizzazione del Festival della virtù civica di Casale Monferrato (Al). Ha diretto dal 2005 al 2016 “La Nuova Ecologia”, il mensile di Legambiente, dove si è occupato a lungo di educazione ambientale e associazionismo di bambini, è stato fino al 2021 caporedattore del magazine Agricolturabio.info e fino al 2019 Direttore editoriale dell’Istituto per l’ambiente e l’educazione Scholé futuro-Weec network di Torino. Ha contribuito a fondare la “Federazione italiana media ambientali” di cui è divenuto segretario generale nel 2014. Fa parte di “Stati generali dell’innovazione” dove segue in particolare le tematiche ambientali. Fra le sue pubblicazioni: Salto di medium. Dinamiche della comunicazione urbana nella tarda modernità (in “L’arte dello spettatore”, Franco Angeli, 2008), Bolletta zero (Editori riuniti, 2012), A-Ambiente (in Alfabeto Grillo, Mimesis, 2014).

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