Giustizia climatica, l’Onu approva risoluzione

Il documento, non vincolante, potrebbe comunque stabilire un obbligo ad agire, anche nei casi giudiziari contro le compagnie di combustibili fossili. Sponsorizzato da oltre 100 paesi, ma non dagli Usa di Biden, che nelle stesse ore lanciano pericolosi progetti di trivellazione

A pochi giorni dall’ultimo, allarmante rapporto Ipcc, le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione sulla giustizia climatica, che chiede alla Corte internazionale di giustizia (Cig) di emettere un parere consultivo sugli obblighi degli Stati in materia di cambiamento climatico e di proporre conseguenze legali che devono affrontare se non lo fanno.

Il documento potrebbe stabilire un obbligo per i diversi paesi ad agire contro gli stravolgimenti climatici, ed è stato fortemente voluto e spinto, oltre che da tanti giovani attivisti, da Vanuatu, minuscola nazione insulare del Pacifico particolarmente vulnerabile agli effetti climatici estremi.

 

 

Soddisfatto il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, che sottolinea che, sebbene il parere consultivo non è vincolante, potrebbe «fornire chiarimenti, tanto necessari, sugli obblighi legali internazionali esistenti, e aiuterebbe l’Assemblea generale, le Nazioni Unite e gli Stati membri a intraprendere un’azione climatica più audace e più forte». Infatti  potrebbe essere citato nei casi giudiziari che vedono implicate le compagnie di combustibili fossili. Una questione non da poco, quindi. Motivo per cui lo stesso Guterres ha dichiarato all’Assemblea Onu, tra gli applausi: «Insieme, state facendo la storia». Dello stesso parere, come riporta il Guardian, Ishmael Kalsakau, primo ministro di Vanuatu;

«Oggi abbiamo assistito a una vittoria della giustizia climatica di proporzioni epiche. La risoluzione storica di oggi è l’inizio di una nuova era nella cooperazione climatica multilaterale, un’era più pienamente focalizzata sul rispetto dello stato del diritto internazionale e che pone i diritti umani e l’equità intergenerazionale in prima linea nel processo decisionale sul clima».

Il testo, sponsorizzato da oltre 100 paesi, tra cui l’Italia, è stato adottato all’unanimità dall’Assemblea Generale. Non ci sono gli Usa, tra i paesi che hanno spinto il documento, la cui approvazione è arrivata proprio nelle ore in cui l’amministrazione Biden ha aperto un’asta per trivellare 73 milioni di acri del Golfo del Messico per petrolio e gas. E, come sottolinea il Guardian, pochi giorni dopo che “l’auto-acclamato presidente del clima” Joe Biden ha approvato una massiccia trivellazione pluridecennale di petrolio e gas  in Alaska. Una scelta che creerà una delle più grandi “bombe di carbonio” sul suolo americano.

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da United Nations (@unitednations)

 

Saperenetwork è...

Valentina Gentile
Nata a Napoli, è cresciuta tra Campania, Sicilia e Roma, dove vive. Giornalista, si occupa di ambiente per La Stampa e di cinema e società per Libero Pensiero. Ha collaborato con Radio Popolare Roma, La Nuova Ecologia, Radio Vaticana, Al Jazeera English, Sentieri Selvaggi. Ha insegnato italiano agli stranieri, lingua, cultura e storia del cinema italiano alle università americane UIUC e HWS. È stata assistente di Storia del Cinema all’Università La Sapienza di Roma. Cinefila e cinofila, ama la musica rock, i suoi amici, le sfogliatelle e il caffè.

Sapereambiente

Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!


Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella di posta per confermare l'iscrizione

 Privacy policy


Parliamone ;-)