Il report Mal'aria propone riforme della mobilità per migliorare la qualità dell’aria nelle città italiane (Foto: Jacek Dylag, Unsplash)

In arrivo misure UE sull’inquinamento atmosferico, urgenti nel paese di Mal’aria

Secondo il report di Legambiente, i valori Oms sulla qualità dell’aria sono superati in modo critico in molte aree urbane. La transizione green della mobilità in Italia è una priorità in termini di salute pubblica. In attesa di novità da Bruxelles

Si attende per domani un pacchetto di misure della Commissione Europea sull’inquinamento ambientale. Conterrà indicazioni riguardanti la gestione del ciclo delle acque e nuove soglie per alcuni inquinanti in atmosfera. Direttive che abbiamo bisogno siano recepite con urgenza nel nostro paese, come conferma il rapporto “Mal’aria 2022 edizione autunnale. Verso città mobilità emissioni zero” pubblicato qualche giorno fa e realizzato da Legambiente. Partiamo dagli indici dell’Organizzazione mondiale della sanità che individuano i limiti degli inquinanti atmosferici: 15 microgrammi/metro cubo per il PM10, 5 microgrammi/ metro cubo per il PM2.5, 10 microgrammi/metro cubo per l’NO2.

Dal report emerge che nessuna grande città italiana rispetta queste soglie di sicurezza.

Numeri

Alcune città nell’anno in corso hanno superato questi limiti un numero di volte già significativo, ad esempio per il PM10 si tratta di Torino, Milano e Padova rispettivamente 69, 54 e 47 volte, ove l’Oms indica 35 giorni l’anno come soglia massima. Guardando ai valori, il PM10 eccede come media annuale il valore OMS con un +36% a Perugia, +75% a Catania, fino ai drammatici +121% di Torino e +122% di Milano. Situazione ancora più critica per quanto riguarda il PM2.5, dove lo scostamento dai valori OMS oscilla tra il +123% di Roma e il +300% di Milano. Per il biossido di azoto Milano supera del 257 per cento l’indice Oms, Genova +253, Parma + 97 per cento.

L’impatto sulla salute è evidente, segnala Legambiente: secondo le ultime stime dell’Agenzia europea ambiente, il 17% dei morti per inquinamento in Europa è infatti italiano (uno su 6).

Giorgio Zampetti, Legambiente «Il nuovo governo ha un’importante sfida di fronte a sé: avviare la transizione green della mobilità del Paese, adottando le linee guida del Mims»

 

Secondo Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente «È necessario agire su due fronti distinti, ma complementari. Il primo riguarda la formulazione di misure di incentivo che favoriscano la scelta del trasporto pubblico locale e altre forme di mobilità sostenibile, nonché disincentivi all’utilizzo dell’auto privata. Il secondo è relativo alla formulazione di mobilità alternativa all’automobile. Necessaria, soprattutto, un’accelerazione negli investimenti a sostegno del Traporto Pubblico Locale e delle infrastrutture, come tram e ferrovie urbane».

Proposte

Il drammatico report contiene però anche suggerimenti per la riduzione delle emissioni inquinanti o climalteranti. L’abbassamento dei limiti velocità nelle autostrade da 130 a 100 km/h, che porterebbe a un calo del 20% della CO2 emesse e del 40% del NO2. La realizzazione di un servizio pubblico condiviso e completamente elettrico e un aumento dei servizi di sharing mobility. L’implementazione delle Zone a traffico limitato e delle Lez (Low emission zone) e Zez (Zero emission zone), sul modello di Londra, Amsterdam, Parigi. Infine il potenziamento della mobilità pubblica e del Trasporto Rapido di Massa (TRM):

«Il Pnrr che si propone di realizzare oltre 200 km di rete di TRM – 11 km di metropolitane, 85 km di tram, 120 di filovie – è un inizio: per colmare il divario con il resto d’Europa, occorrono altri 200 km di metropolitane (o ferrovie urbane), 400 km di tram e altrettanti di filovie».

Vediamo se una nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria “stimolerà” l’adozione di misure di questa portata. In gioco, dopo la salute dei cittadini, ci sono anche i nostri conti. Il rischio è che l’Italia incorra nuovamente in procedure d’infrazione e sanzioni (miliardarie).

 

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Francesca Santoro
Francesca Santoro
Laurea in comunicazione, specializzazione in marketing e comunicazione nel Non Profit. Per 15 anni mi sono occupata di comunicazione e formazione nell’ambito del consumo critico e del commercio equo, trattando temi quali l'impatto delle filiere a livello locale e globale su persone, risorse, territori, temi su cui ho anche progettato e condotto interventi nelle scuole. Dal 2016 creo contenuti online per progetti, associazioni, professionisti.

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