lupo

La Svezia ha dato il via al più grande abbattimento di lupi degli ultimi anni. I cacciatori potranno abbatterne 75, su soli 460 esemplari rimasti (Foto: Wikimedia Commons)

La mobilitazione di animalisti e attivisti era iniziata ai primi di gennaio, quando era stata ufficializzata la decisione del governo svedese di dare il via libera all‘abbattimento di lupi, il più grande degli ultimi anni. E ad oggi, dei soli 460 esemplari rimasti nel paese scandinavo, ne sono stati uccisi, in poco meno di un mese, ben 54. Il governo di Stoccolma ha autorizzato l’abbattimento di 75 lupi entro il 2023, più del doppio della cifra dell’anno scorso, nonostante gli avvertimenti degli scienziati secondo cui il numero di lupi non è abbastanza grande da sostenere una popolazione sana, come riporta il Guardian.

Chi sostiene gli abbattimenti

La soddisfazione di agricoltori e cacciatori è notevole. «Questo abbattimento è assolutamente necessario per rallentare la crescita dei lupi. La popolazione svedese di lupi è la più grande che abbiamo avuto nei tempi moderni», ha dichiarato all’emittente pubblica Svt Gunnar Glöersen,  dell’Associazione dei cacciatori svedesi. Alle organizzazioni di categoria fa purtroppo eco la politica, pronta a raggranellare consensi. Per Kjell-Arne Ottosson, deputato democristiano nonché, e questo la dice lunga sullo stato delle politiche UE per la salvaguardia di animali e ambiente, vicepresidente della Commissione parlamentare per ambiente e agricoltura: «I lupi sono una minaccia per quelli di noi che vivono nelle aree rurali. Dobbiamo gestirla. Dobbiamo prenderla sul serio».

La voce delle organizzazioni ambientaliste

Di parere opposto esperti e ambientalisti. «È tragico», dichiara Daniel Ekblom della Nature Conservation Society. «Potrebbe avere conseguenze per molto tempo a venire». Il numero di lupi è diminuito drasticamente in Svezia dopo il 1789, anno in cui fu approvata una legge che consentiva ai cittadini comuni di cacciare.

Ciò ha portato alla decimazione delle popolazioni di cervi e alci, spingendo i lupi a depredare maggiormente il bestiame e lo stato a pagare una taglia per ogni lupo ucciso.

Negli anni ’60 del ‘900 la popolazione si era ridotta sull’orlo dell’estinzione e il predatore fu dichiarato specie protetta. I numeri hanno ripreso a crescere 20 anni dopo, quando tre lupi della popolazione russo-finlandese sono migrati nella Svezia centrale. Il parlamento svedese, adesso a guida di centro e estrema destra, ha votato due anni fa per limitare la popolazione di lupi a 270 esemplari, mentre l’Associazione dei cacciatori svedesi vuole andare ancora oltre e abbassare il limite a 150 animali.

L’Ue corre ai ripari

La Commissione europea ha già avviato una procedura di infrazione contro la Svezia, avvertendo che l’abbattimento annuale viola la direttiva Ue sugli habitat poiché «la popolazione di lupi non ha raggiunto un livello che ne garantisca la conservazione». Secondo Marie Stegard Lind del gruppo anti-caccia Jaktkritikerna

«È sorprendente che la Svezia continui a prendere queste decisioni. La commissione è stata molto chiara sull’opinione secondo cui queste cacce sono, in realtà, illegali».

Una questione politica che dovrebbe farci riflettere su quanto sta accadendo anche dalle nostre parti.

 

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Francesca Santoro
Francesca Santoro
Laurea in comunicazione, specializzazione in marketing e comunicazione nel Non Profit. Per 15 anni mi sono occupata di comunicazione e formazione nell’ambito del consumo critico e del commercio equo, trattando temi quali l'impatto delle filiere a livello locale e globale su persone, risorse, territori, temi su cui ho anche progettato e condotto interventi nelle scuole. Dal 2016 creo contenuti online per progetti, associazioni, professionisti.

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