Il prestigioso riconoscimento è andato al dissidente bielorusso Ales Bialiatski. Insieme a lui premiate due ong, una russa e una ucraina, che si battono per i diritti umani e contro i crimini di guerra

Nobel per la pace, diritti umani al centro. Il premio ad Ales Bialiatski più due ong dell’est

L’annuncio stamattina da parte della Commissione norvegese: «Il premio per la Pace non è mai contro qualcuno, ma per promuovere coloro che si battono per la società civile e i diritti umani». Il disappunto del consigliere di Zelensky

L’atteso Nobel per la Pace 2022 è stato assegnato a Ales Bialiatski, attivista e dissidente bielorusso. Insieme a lui la Commissione norvegese ha premiato due ong: Memorial, organizzazione russa che difende i diritti umani, e Center for Civil Liberties: un’associazione ucraina che denuncia i crimini di guerra. Scelte che pongono l’accento sul conflitto armato nel cuore dell’Europa, che sta avendo delle gravi ripercussioni economiche e sociali in tutto il mondo.

Messaggio da Oslo

L’annuncio è arrivato da Oslo e non da Stoccolma, come avviene per gli altri Nobel. E tra le motivazioni c’è l’impegno per la coesistenza pacifica, la difesa della democrazia e dei diritti umani. Il presidente del Comitato, Berit Reiss-Andersen, ha voluto precisare:

«Il Nobel per la pace non è un messaggio a Putin per il suo compleanno o per qualsiasi altro motivo. Il premio per la Pace non è mai contro qualcuno, ma per promuovere coloro che si battono per la società civile e i diritti umani. È certo che il governo di Putin e il governo bielorusso rappresentano un governo autoritario che reprime gli attivisti per i diritti umani».

Ales Bialiatski è stato, infatti, arrestato nel 2011 dal regime di Aleksandr Lukashenko per presunta evasione fiscale. Decisione fortemente contestata da molte organizzazioni internazionali, perché politicamente motivata. Rilasciato nel 2014, è stato incarcerato di nuovo dopo una violenta perquisizione alla sede di Viasna e condannato a una seconda pena di sette anni, sempre per presunta evasione fiscale, ed è tuttora in carcere. Fra i riconoscimenti internazionali per la sua attività di dissidente e di denuncia delle violazioni dei diritti civili e umani, Bialiatski è stato insignito del Premio Sakharov da parte del Parlamento europeo nel 2020, del premio Vaclav Havel per i Diritti umani conferito nel 2012 dal Consiglio d’Europa.

 

Diritti umani e crimini di guerra

Memorial è l’ong russa fondata nel 1989, quando l’Unione sovietica era nel pieno della Perestroika di Mikhail Gorbaciov. Più che una organizzazione, la ong si è strutturata come un movimento che ha studiato e denunciato le violenze e i crimini commessi durante lo stalinismo. Ed ora si estende anche in altri 11 Paesi, inclusi Ucraina, Germania, Italia, Belgio e Francia, per segnalare la violazione dei diritti umani nelle zone di conflitto.  Memorial è stata messa fuorilegge in Russia il 5 aprile di quest’anno come “agente straniero”.  Il Center for civil Liberties è invece una ong ucraina con base a Kiev e fondata nel 2007. Si batte per la democrazia e la difesa dei diritti umani. Fra i suoi obiettivi c’è quello di istituire un tribunale speciale per condannare i crimini di guerra della Federazione Russa.

 

Guarda il video dell’annuncio

Valutazioni controverse

I tre vincitori si sono imposti su nomi che nei giorni scorsi hanno alimentato qualche polemica. Come quello del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, un leader accusato di non voler condurre negoziati con Vladimir Putin e che preferisce rafforzare i sistemi di difesa del Paese contro l’escalation dell’aggressione russa. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha commentato il risultato con queste parole: «In tempi in cui la pace è messa alla prova il Nobel per la pace 2022 all’attivista bielorusso per i diritti umani Ales Bialiatski, all’organizzazione russa per i diritti umani Memorial e all’organizzazione ucraina per i diritti umani Center for Civil Liberties, è un faro di luce e un simbolo di pace tra le nazioni».  Non la pensa così Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino, che su Twitter ha scritto:

«Il Comitato per il Nobel ha una concezione interessante della parola “pace” se rappresentanti di due Paesi che hanno attaccato un terzo ricevono il Premio Nobel insieme. Né organizzazioni russe né bielorusse sono state in grado di organizzare la resistenza alla guerra. Il Nobel di quest’anno è “fantastico”».

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Michele D'Amico
Michele D'Amico
Sono nato nel 1982 in Molise. Cresciuto con un forte interesse per l’ambiente.Seguo con attenzione i movimenti sociali e la comunicazione politica. Credo che l’indifferenza faccia male almeno quanto la CO2. Giornalista. Ho collaborato con La Nuova Ecologia e blog ambientalisti. Attualmente sono anche un insegnante precario di Filosofia e Scienze umane. Leggo libri di ogni genere e soprattutto tante statistiche. Quando ero piccolo mi innamoravo davvero di tutto e continuo a farlo.

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