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Nord Stream, accuse incrociate e impatto climatico

Dita puntate reciprocamente fra Mosca e Stati Uniti circa le responsabiltà del grave sabotaggio ai gasdotti che collegano la Russia all’Unione europea. Mentre Greenpeace valuta i danni all’ambiente della fuoriuscita di metano: emissioni paragonabili a quelle di 20 milioni di auto europee

I gasdotti Nordstream potrebbero non funzionare mai più. Le tre esplosioni sottomarine rilevate dall’osservatorio sismico svedese, due soltanto nella notte di lunedì, preoccupano la Germania e l’Unione europea. Le falle fino ad ora segnalate sono quattro e si cercano i responsabili di quello che sembra essere sempre di più un sabotaggio delle linee, 1 e 2, dell’infrastruttura che collega la Russia all’Europa. Mentre gli studiosi si interrogano sull’impatto ambientale sulla vita marina nel Baltico e a livello climatico, un tweet di ieri sera di Greenpeace propone una stima sull’entità delle emissioni, paragonabili ai gas di 20 milioni di auto europee.

 

Intanto, accusata da Ucraina, Polonia e marina norvegese, Mosca punta il dito contro  gli Usa e ha chiesto e ottenuto per venerdì una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sull’accaduto. «Registriamo i tentativi di alcuni legislatori americani di incolpare la Russia degli incidenti che sono sopravvenuti ai gasdotti Nordstream –  ha dichiarato l’ambasciatore russo presso gli Stati Uniti, Anatoly Antov – Forse hanno una vista migliore dall’alto di Capitol Hil. Ma se questo è il caso devono anche aver visto appena il giorno prima le attività delle navi da guerra americane esattamente sul luogo della rottura dell’infrastruttura russa. O notato droni ed elicotteri che sorvolavano la zona. O osservato le esercitazioni americane subacquee con esplosivi condotte nella stessa zona qualche tempo fa. E poi devono aver ricordato la promessa del presidente Biden di “mettere fine” al progetto del NordStream 2».

 

Anatoly Antonov ambasciatore russo negli Usa
Anatoly Antonov ambasciatore russo negli Usa (Foto: Flickr)

 

Per gli Usa sono soltanto accuse ridicole, mentre i social ripropongono le dichiarazioni del presidente Biden, citate da Anatoly Antonov, pronunciate accanto al cancelliere tedesco Olaf Scholz lo scorso 7 febbraio a pochi giorni dall’inizio dei bombardamenti russi in Ucraina: «Se la Russia invade, non ci sarà più un Nord Stream 2. Metteremo fine a questo». Nel frattempo è arrivato un segnale anche dall’Unione europea. «Ogni deliberata interruzione delle forniture energetiche europee è inaccettabile e troverà una risposta robusta e unita – ha dichiarato il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis – Gli incidenti avvenuti ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 non sono una coincidenza. Tutte le informazioni disponibili indicano che si è trattato di atti deliberati. La Commissione è in contatto con gli stati membri e sosteniamo le indagini per far piena chiarezza e valutare come aumentare la resilienza delle nostre forniture energetiche».

Valdis Dombrovskis
Valdis Dombrovskis vice presidente della Commissione Europea

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Michele D'Amico
Michele D'Amico
Sono nato nel 1982 in Molise. Cresciuto con un forte interesse per l’ambiente.Seguo con attenzione i movimenti sociali e la comunicazione politica. Credo che l’indifferenza faccia male almeno quanto la CO2. Giornalista. Ho collaborato con La Nuova Ecologia e blog ambientalisti. Attualmente sono anche un insegnante precario di Filosofia e Scienze umane. Leggo libri di ogni genere e soprattutto tante statistiche. Quando ero piccolo mi innamoravo davvero di tutto e continuo a farlo.

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