Un mappamondo schiacciato da una ruota di un'auto. Immagine simbolica

Il nuovo rapporto Ipcc è stato pubblicato lunedì 4 aprile. Secondo gli scienziati autori dello studio senza una riduzione immediata e profonda delle emissioni in tutti i settori, limitare il riscaldamento globale a 1,5°C è fuori portata

Rapporto Ipcc: «Agire per il clima, salvare il Pianeta. Ora o mai più»

Il report del panel intergovernativo Onu è stato pubblicato lunedì 4 aprile. Gli autori ammoniscono: la strada è ancora in salita, ma possiamo ancora fare molto entro il 2030 per contenere l’aumento della temperatura globale

«Se non faremo di tutto per far abbattere le emissioni del 43% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010, sarà impossibile mantenere la temperatura media globale entro gli 1.5 gradi, e raggiungere le emissioni nette zero nel 2050». Non usano mezzi termini gli scienziati dell’Ipcc, il cui sesto rapporto è stato pubblicato lunedì 4 aprile. In poche parole, è l’ultima chiamata per il Pianeta.

 

L'economista sudcoreano Hoesung Lee è il presidente dell'Ipcc
L’economista sudcoreano Hoesung Lee è il presidente dell’Ipcc

Sia chiaro, non tutto è perduto: nel periodo 2010-2019, si legge nel rapporto, le emissioni medie annue di gas serra a livello globale erano ai livelli più alti della storia dell’umanità, ma il loro tasso di crescita è rallentato.

Ma non c’è altro tempo da perdere, ammoniscono gli autori: senza un’immediata e profonda riduzione delle emissioni in tutti i settori, l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C è fuori portata.

«Siamo a un bivio. Le decisioni che prendiamo ora possono assicurare un futuro vivibile. Abbiamo gli strumenti, le conoscenze e le competenze necessari per limitare il riscaldamento», dichiara il presidente dell’Ipcc, Hoesung Lee. «Sono incoraggiato dall’azione climatica intrapresa in molti paesi. Ci sono politiche, regolamenti e strumenti di mercato che si stanno dimostrando efficaci. Questi, se estesi e applicati in modo più ampio ed equo, possono favorire una profonda riduzione delle emissioni e stimolare l’innovazione».

 

 

Infatti i risultati portati dall’azione climatica ci sono e sono evidenti. Dal 2010, ci sono state riduzioni significative – fino all’85% – nei costi dell’energia solare, dell’energia eolica e delle batterie. Una gamma crescente di politiche e leggi ha migliorato l’efficienza energetica, ridotto i tassi di deforestazione e accelerato la diffusione delle energie rinnovabili. In tutti i settori esistono soluzioni che possono almeno dimezzare le emissioni entro il 2030, ma limitare il riscaldamento globale richiederà importanti transizioni nel settore energetico.

 

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Ciò comporterà una sostanziale riduzione dell’uso dei combustibili fossili, una diffusa elettrificazione, una migliore efficienza energetica e l’uso di sistemi di alimentazione alternativi (come quelli basati sull’idrogeno).

«Avere operative e funzionanti le giuste politiche, le infrastrutture e le tecnologie per consentire cambiamenti nei nostri stili di vita e nei nostri comportamenti può portare a una riduzione del 40-70% delle emissioni di gas serra entro il 2050. Questo offre un significativo potenziale non sfruttato», sottolinea il co-presidente del gruppo di lavoro III dell’Ipcc, Priyadarshi Shukla.

«L’evidenza scientifica mostra anche che questi cambiamenti negli stili di vita possono migliorare la nostra salute e il nostro benessere».

 

Foto in bianco e nero con ciminiere sullo sfondo
Limitare il riscaldamento globale, scrivono gli autori del rapporto Ipcc, richiederà importanti transizioni nel settore energetico. In primis una sostanziale riduzione dell’uso dei combustibili fossili

 

Le città e altre aree urbane offrono opportunità significative per la riduzione delle emissioni, che può essere conseguita attraverso un minore consumo di energia (ad esempio creando città compatte e percorribili a piedi), l’elettrificazione dei trasporti in combinazione con fonti energetiche a basse emissioni, e un maggiore assorbimento e stoccaggio del carbonio utilizzando soluzioni naturali. Esistono opzioni per città già consolidate, per città in rapida crescita e per città nuove: «Vediamo esempi di edifici a energia zero o a emissioni zero in quasi tutti i tipi di clima», afferma il co-presidente del gruppo di lavoro, Jim Skea.

«L’azione di questo decennio è fondamentale per sfruttare il potenziale di mitigazione degli edifici».

Negli scenari valutati dagli scienziati, limitare il riscaldamento a circa 1,5°C richiede che le emissioni globali di gas serra raggiungano il loro picco, al più tardi, nel 2025 per poi ridursi del 43% entro il 2030; allo stesso tempo, anche il metano dovrebbe essere ridotto di circa un terzo. Anche se faremo questo, è quasi inevitabile che supereremo temporaneamente tale limite di temperatura, ma potremmo ritornare al di sotto di esso entro la fine del secolo.

«È ora o mai più, se vogliamo limitare il riscaldamento globale a 1,5°C – continua Skea – Senza una riduzione immediata e profonda delle emissioni in tutti i settori, sarà impossibile».

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