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Il Salone della Csr e dell’innovazione sociale è stato il primo evento di carattere nazionale e di grandi dimensioni a trasferirsi in streaming

Salone della Csr e dell’innovazione sociale: i contenuti hanno annullato le distanze

Quella che si è svolta in streaming il 29 e 30 settembre scorsi è stata un’edizione all’insegna della resilienza e responsabilità. Venti ore di dirette, oltre settemila utenti e più di 200 organizzazioni partecipanti: il Salone della Csr ha vinto la sfida organizzativa posta dalla pandemia

Venti ore di dirette streaming, per oltre 7.500 utenti registrati, 205 organizzazioni partecipanti. Sono i numeri dell’ottava edizione del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, il più importante appuntamento nazionale dedicato alla sostenibilità che annualmente si svolge all’Università Bocconi di Milano. Ma i numeri da soli non bastano a raccontare una sfida particolare che, per l’edizione 2020 svoltasi il 29 e 30 settembre, il Salone ha dovuto affrontare: quella di rendere “virtuale” l’evento a causa delle misure anti-Covid senza perdere il suo valore aggiunto informativo. Una sfida affrontata prevedendo la presenza fisica solo dei relatori e dello staff tecnico, e vinta, visti il numero di partecipanti.

 

Una sfida vinta

«Abbiamo ritenuto fosse giusto confermare questo appuntamento di confronto annuale – racconta Rossella Sobrero del comitato organizzatore del Salone – e quindi abbiamo lavorato nei mesi scorsi per rendere la fruizione in streaming il più possibile gradevole e chiara. È stato un lavoro di preparazione molto accurato».

Sobrero spiega la scelta di avere molti relatori in presenza ma altrettanti collegati da remoto perché per motivi diversi non hanno potuto raggiungere Milano:«È una formula mista scelta per mantenere il legame forte che c’è con l’università Bocconi presente nel gruppo promotore del Salone insieme ad Asvis, al Global compact, al Csr manager network, Sodalitas e Koinètica. Certo per chi era abituato a gestire grandi eventi tutti dal vivo si è trattato di un cambiamento non da poco».

 

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Rossella Sobrero si occupa di comunicazione sociale e di CSR da oltre 20 anni. Alla consulenza per le imprese affianca un’attività di docenza e di saggistica

Trasformazioni necessarie

Nei fatti il Salone è stato il primo evento di carattere nazionale e di grandi dimensioni a trasferirsi in streaming. E per le caratteristiche della manifestazione, 80 panel di discussione in due giorni, in contemporanea su quattro “piazze virtuali” con più di 350 relatori e collegamenti in diretta da tutt’Italia, diventa ora anche un importante test di riferimento per i professionisti della comunicazione che devono fare i conti con i cambiamenti imposti dalla pandemia a format e dinamiche di relazione e comunicazione diventati ormai vecchi. Rossella Sobrero è anche presidente Ferpi, la Federazione Relazioni Pubbliche Italiana e sul tema ha quindi un’attenzione del tutto particolare:

«Come presidente Ferpi mi fa piacere dire che molti dei colleghi che hanno capito l’urgenza di questa transizione stanno aiutando i loro clienti, che siano imprese o organizzazioni no profit o enti locali, a sostenere questa trasformazione».

Una trasformazione necessaria, spiega la presidente Sobrero, che aggiunge: «Ho preso in prestito un concetto espresso dal professor Giovannini a metà della pandemia: essere resilienti, ma di una resilienza trasformativa. Ecco credo che questa sia una dimostrazione che anche la comunicazione si deve trasformare cercando da una parte le migliori soluzioni tecnologiche, e dall’altra facendo superare alle aziende il timore che l’efficacia di questi eventi non sia la stessa».

 

La scelta di esserci, comunque

Ma per quanto efficiente sotto molti aspetti, lo streaming e l’impiego della tecnologia non possono certo raggiungere lo stesso valore aggiunto in termini relazionali e di networking che caratterizzano eventi come il Salone, ovviamente se partecipati in “presenza”. «È chiaro che venire al Salone della Csr, che gli altri anni aveva migliaia di persone che giravano negli spazi, e vederlo solo con i relatori e gli spazi allestiti per le dirette streaming è un effetto ‘straniante’», ammette Sobrero. La parola straniante” è quella che si adatta di più alla situazione:

«In questi due giorni ho sentito questa parola moltissime volte da persone che da anni erano abituate a vedere questa vivacità, questa energia positiva e oggi si sono ritrovate in una situazione diversa. Tutti però sono convinti che la scelta fatta è la scelta giusta».

Le organizzazioni presenti, ci tiene a sottolineare Sobrero sono 206. Un numero uguale all’anno scorso. «E questo vuol dire che – continua la presidente – in una fase di difficoltà, e anche di confusione com’è stata questa innescata dalla pandemia, la scelta di “esserci” sulla sostenibilità è una scelta importante. Mi sembra un bel messaggio di fiducia».

 

 

Resilienza e sostenibilità. La formula più efficace

A fronte di un limite oggettivo c’è comunque un dato positivo importante da tenere in considerazione, anche per il futuro: l’alta adesione del pubblico da remoto conferma l’efficacia della formula, ma soprattutto il forte interesse per i contenuti trattati. «Penso che la gestione di questo evento in streaming abbia fatto emergere anche alcuni aspetti positivi – conclude Sobrero – Chi ha scelto di seguirlo in streaming, e sono stati veramente tantissimi, ha prestato molta attenzione ai contenuti. Quindi a differenza di quanto succede “live”, vale a dire che si incontrano gli amici, si scambia una battuta,  si beve un caffè insieme (e questo un po’ ci manca), ma si è anche un po’ distratti. Seguire i panel dallo streaming vuol dire investire in concentrazione. Si sceglie il canale al quale collegarsi, si sceglie l’evento e si segue. Si sceglie la sostenibilità».

Associato al concetto di sostenibilità si trova spesso quello di resilienza: e la risposta organizzativa e di contenuti data dal Salone della Csr edizione 2020 allo shock della pandemia è un esempio di resilienza trasformativa, sostenibile e responsabile.

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Marco Fratoddi
Marco Fratoddi
Marco Fratoddi, giornalista professionista e formatore, è direttore responsabile di Sapereambiente, insegna Scrittura giornalistica al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Cassino con un corso sulla semiotica della notizia ambientale e le applicazioni giornalistiche dei nuovi media dal quale è nato il magazine studentesco Cassinogreen. Partecipa come direttore artistico all'organizzazione del Festival della virtù civica di Casale Monferrato (Al). Ha diretto dal 2005 al 2016 “La Nuova Ecologia”, il mensile di Legambiente, dove si è occupato a lungo di educazione ambientale e associazionismo di bambini, è stato fino al 2021 caporedattore del magazine Agricolturabio.info e fino al 2019 Direttore editoriale dell’Istituto per l’ambiente e l’educazione Scholé futuro-Weec network di Torino. Ha contribuito a fondare la “Federazione italiana media ambientali” di cui è divenuto segretario generale nel 2014. Fa parte di “Stati generali dell’innovazione” dove segue in particolare le tematiche ambientali. Fra le sue pubblicazioni: Salto di medium. Dinamiche della comunicazione urbana nella tarda modernità (in “L’arte dello spettatore”, Franco Angeli, 2008), Bolletta zero (Editori riuniti, 2012), A-Ambiente (in Alfabeto Grillo, Mimesis, 2014).

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