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Se la solidarietà supera l’incertezza. La ricerca del Comitato Testamento Solidale

Al 33% degli italiani le prospettive della società non appaiono rosee. Sono gli under 35 i più ottimisti e solidali. Nel contempo, a un anno e mezzo dall’inizio della pandemia, la fiducia e la generosità verso le organizzazioni del Terzo Settore e l’interesse verso il Testamento Solidale sono in crescita

“Gli italiani e la solidarietà ai tempi del coronavirus” è il titolo della survey presentata oggi in occasione della Giornata internazionale del lascito solidale, durante un evento online organizzato dal Comitato Testamento Solidale con il Consiglio Nazionale del Notariato. La ricerca, promossa dal Comitato e alla sua seconda edizione, è stata condotta da Walden Lab a giugno, su un campione di 1.015 soggetti (tra i 25 e i 75 anni) rappresentativo di circa 40 milioni di italiani. Si tratta del follow up di un’indagine condotta l’anno scorso, nello stesso periodo.

evento online Testamento Solidale
Gli italiani appaiono preoccupati per il futuro, più per quello della società nell’insieme che per quello personale. Il 33% pensa che ci sarà un peggioramento delle condizioni sociali generali. In questo quadro difficile, la ricerca ha confermato che il Non Profit è, per il 63% del campione, l’attore che può fare e sta facendo di più per creare una società maggiormente equa e sostenibile. Seguito dalle Piccole e Medie Imprese (45%), dai cittadini in generale (43%), dalle amministrazioni locali (41%) e dall’Europa (41%).

 

Gli italiani hanno fiducia nel Non Profit
Fonte: Comitato Testamento Solidale, 2021

Più fiducia nel Terzo Settore dopo la pandemia

Nel 2021, per sostenere la lotta all’emergenza Covid-19, il 13% degli italiani ha scelto una onlus, più del doppio rispetto al 2020, quando la percentuale era del 6%. E il lascito testamentario è entrato nel panorama degli italiani come forma di aiuto da portare ai più svantaggiati attraverso le onlus. L’obiettivo del Comitato Testamento Solidale, nato nel 2013 su iniziativa di sei organizzazioni del terzo settore che sono diventate oggi 24, era proprio quello di sensibilizzare e informare su questa forma di donazione particolare, che richiede forse ancora più fiducia in chi dona: il lascito testamentario.

 

Guarda le street interview realizzate a Roma e Napoli sul Testamento Solidale

La conoscenza di questo strumento risulta senza dubbio cresciuta visto che, secondo la ricerca, il 73% sa di cosa si tratta e la percentuale aumenta di ben 10 punti (83%) tra chi ha più di 60 anni. Inoltre, è emerso che il 60% degli under 35 conosce il lascito solidale, dato superiore alle aspettative. Come ha spiegato Rossano Bartoli, Portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro:

 

Rossano Bartoli, presidente del Comitato testamento solidale
Rossano Bartoli, portavolce del Comitato testamento solidale

«Grazie al testamento solidale le organizzazioni del terzo settore trasformano le ultime volontà di un donatore in progetti concreti in favore di chi ne ha bisogno. Soprattutto, è una scelta che può fare chiunque nel pieno rispetto degli eredi, senza ledere in alcun modo i diritti loro garantiti dalla legge».

Passaggio di testimone

Il lascito solidale è un mezzo alla portata di tutti, prescinde dal patrimonio e dallo stato civile. Nella ricerca è emerso, invece, come persista l’idea che un lascito riguardi solo chi sia in possesso di beni ragguardevoli, sensibile alle cause umanitarie e senza eredi. Gianluca Abbate, consigliere nazionale del Notariato con delega al Terzo Settore e al Sociale, ha sottolineato come il terzo settore sia un volano di sviluppo anche economico: investire in questa direzione è opportuno da tutti i punti di vista.

 

Gianluca Abbate, Consigliere nazionale del Notariato con delega al Terzo Settore e al Sociale,
Gianluca Abbate, Consigliere nazionale del Notariato con delega al Terzo Settore e al Sociale

«Prevedere un lascito solidale nelle proprie disposizioni testamentarie permette non solo di disporre dei propri averi, ma di affidare anche i valori in cui si crede a solide organizzazioni “non profit” che operano, ogni giorno, con competenza, professionalità, trasparenza e possibilità di ‘fare rete’ con gli attori locali, nazionali e internazionali impegnati negli stessi ambiti».

E ancora, secondo Maria Rita Parsi, psicologa, psicoterapeuta, saggista e scrittrice, lasciare un compito di generosità, aprire delle nuove possibilità, rende fiero sia chi dona che chi si trova a gestire il dono, familiari compresi. Dalla ricerca risulta infatti che il numero di quanti hanno già predisposto un lascito testamentario o sono orientati a farlo è in crescita: tra gli ultracinquantenni sono il 22%, erano il 12% nel 2018.

Le cause più sostenute negli ultimi 12 mesi
Fonte: Comitato Testamento Solidale, 2021

L’ottimismo è giovane

Per Donatella Ramazziti, psichiatra dell’Università di Pisa e dell’Università Unicamillus di Roma, negli scorsi mesi le nostre sicurezze, come la fiducia nella scienza e nel progresso sono state minate dal virus. Ma, come confermano le neuroscienze, il dono, e in particolare il dono gratuito riduce il nostro stress e ci gratifica (ovvero accende nel cervello le aree del piacere).

Così, pur preoccupati per il futuro, gli italiani si avvicinano al mondo delle donazioni. E lo fanno sempre più giovani. Negli ultimi 2 anni, nell’ambito del 46% del campione che dichiara di aver fatto almeno una donazione, crescono fortemente i donatori tra i 25 e i 39 anni. In particolare nel 2021 ha donato il 25% degli under 35. Ma i più giovani “donano” anche energie, tempo e competenze: il 52% fa volontariato (contro il 43% degli over 35).

Insomma, diminuisce l’ottimismo “sociale”, aumenta quello personale. L’ottimismo raggiunge il 40% tra i giovani under 30, il 41% tra chi fa volontariato. Il 37% tra chi ha donato almeno una volta per far fronte all’emergenza Covid-19.

Italiani under 35 più ottimisti
Fonte: Comitato Testamento Solidale, 2021

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Francesca Santoro
Francesca Santoro
Laurea in comunicazione, specializzazione in marketing e comunicazione nel Non Profit. Per 15 anni mi sono occupata di comunicazione e formazione nell’ambito del consumo critico e del commercio equo, trattando temi quali l'impatto delle filiere a livello locale e globale su persone, risorse, territori, temi su cui ho anche progettato e condotto interventi nelle scuole. Dal 2016 creo contenuti online per progetti, associazioni, professionisti.

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