Teatro Ostia antica

Come possono convivere pubblico e privato nella tutela e valorizzazione dei beni storici e archeologici? Quale il ruolo delle produzioni culturali per rendere vivi e vissuti luoghi millenari altrimenti riservati a pochi classicisti e a qualche scolaresca?

Ne abbiamo discusso con Valerio Toniolo, imprenditore dello spettacolo, che dal 2016, insieme ad altri partner e imprenditori del settore, gestisce il cartellone estivo del Teatro romano di Ostia antica , grazie all’aggiudicazione di un bando della Sovrintendenza speciale del Colosseo. Toniolo è anche docente alle Università Luiss e Iulm e neo-presidente del coordinamento Impresa cultura della Confcommercio di Roma, espressione unitaria delle associazioni che operano in via diretta e indiretta nel comparto della cultura.

Valerio Toniolo
Valerio Toniolo, imprenditore dello spettacolo

Roma possiede il più grande patrimonio artistico e culturale del mondo ed è, potenzialmente, un laboratorio unico per sperimentare nuove strade che coniughino la conservazione con l’innovazione e la creatività.

«La prima necessità è quella di valorizzare luoghi unici come i Fori romani, le Terme di Caracalla, Ostia antica – sostiene Toniolo – facendo in modo che monumenti, parchi archeologici, siti storici, non rimangano luoghi vuoti, ma siano sempre più fruibili dai cittadini e dai turisti. Un modo per farlo è sicuramente lo spettacolo, l’intrattenimento». 

Beni e attività culturali devono viaggiare in modo sinergico e gli esempi positivi, nella Città eterna, per fortuna non mancano. «L’attuale direttrice del parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, è una persona illuminata: ha aperto le porte dell’area archeologica, contaminando le antichità con i linguaggi contemporanei, concerti, spettacoli dal vivo, cinema, per farli apprezzare meglio, per renderli vivi». Le audio-passeggiate tra i fori di Cesare e di Augusto, commentate da Piero Angela e accompagnate dalla ricostruzione fedele dei luoghi con la tecnologia della realtà aumentata, sono solo la punta dell’iceberg della nouvelle vague creativa di via dei Fori imperiali.

Guarda l’intervista al Direttore Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo

 

 

La città di Roma sta pagando lo scotto di una crisi importante, un degrado palpabile in molti settori. «Anche la vita culturale non ha più la stessa vitalità di qualche anno fa – commenta Toniolo – non ci sono più i grandi eventi, ma il patrimonio di cui dispone può diventare la leva per risollevare la Capitale». La cultura, dunque, come motore di sviluppo, materiale e immateriale, deve avere una forte ricaduta sul territorio dove viene prodotta e rappresentata.

La forte autonomia concessa dalla riforma Franceschini ai principali poli archeologici italiani, tra i quali il già citato Parco del Colosseo, il parco di Ostia antica o quello dell’Appia, ha consentito di valorizzare i luoghi e di creare nuovi e costruttivi rapporti tra archeologi e imprenditori dello spettacolo. Tuttavia i nodi nella gestione del patrimonio archeologico italiano non mancano:

il ruolo del privato continua a essere visto con una certa diffidenza e poi persiste il problema della concorrenza sleale, di chi, coi fondi pubblici, entra nello stesso mercato culturale degli imprenditori che mettono in gioco le proprie risorse economiche.

Per contro, Toniolo cita l’esempio positivo del teatro romano che gestisce: «Abbiamo investito in un periodo nero per l’immagine di Ostia, ma siamo riusciti a fare un salto di qualità. Con la Sovrintendenza abbiamo stretto una collaborazione costruttiva: il pubblico preserva i beni, i privati, attraverso meccanismi di tutela, li gestiscono e li valorizzano». 

 Guarda Ostia antica e porto di Traiano

Ostia antica è un esempio virtuoso, da considerare ormai alla stregua di esperienze consolidate come quelle del teatro greco di Siracusa o dell’Arena di Verona, ma tanti altri ne possono nascere, anche fuori dalla città. «Luoghi stratosferici», li definisce iperbolicamente Toniolo, come Villa Adriana, dove i resti della magnifica villa imperiale extraurbana attraggono appena 240mila visitatori l’anno, contro i 7,4 milioni del Colosseo (dato 2018, un milione in più rispetto al 2016) e i 6 milioni dei Musei Vaticani. Nella dimora dell’imperatore Adriano un sistema di illuminazione notturna e un cartellone estivo di danza e concerti possono già costituire trampolini di lancio per moltiplicare le visite. A patto che vengano potenziati i collegamenti con Roma. Come ad Ostia, d’altronde, dove dopo la mezzanotte non parte più nessun treno e per tornare nella capitale senza auto si deve salire su un improbabile autobus notturno.

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Marco Angelillo
Marco Angelillo
Giornalista e architetto, collabora con La Repubblica e La Stampa; ha scritto anche per L'Espresso, Vita, Il Gazzettino, Messaggero Veneto. Lavora a Roma per una società internazionale di relazioni pubbliche e comunicazione. Ha lavorato in uffici stampa di Istituzioni nazionali e in agenzie private, è autore di saggi e volumi d’interesse regionale.

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