A volte ritornano. Dopo 100 anni, ricompare la tartaruga gigante delle Galápagos

La Chelonoidis phantasticus, una testuggine gigante dell’isola di Fernandina, è stata considerata per lungo tempo estinta. Un ritrovamento inaspettato e l’analisi del Dna donano nuova speranza. Ora però urge trovarle un compagno, perché possa riprodursi, contribuendo alla salvaguardia della biodiversità locale…

La credevano estinta da circa un secolo e, invece, era ancora lì, sull’isola di Fernandina, nell’arcipelago delle Galápagos. È un esemplare femmina di una tartaruga gigante ritrovata nel 2019 e che ora, grazie alle analisi genetiche condotte dai ricercatori dell’Università di Yale, siamo sicuri appartenere alla specie Chelonoidis phantasticus. Ora inizia, però, la lotta contro il tempo per evitarne l’estinzione.

 

 

Ritrovata inaspettatamente

La specie Chelonoidis phantasticus è stata considerata per lungo tempo persa per sempre. L’ultima testimonianza della presenza di questo rettile risaliva a 115 anni fa: nel 1906, durante una spedizione della California Academy of Sciences, gli scienziati avevano trovato un maschio e ne avevano conservato i campioni nel loro dipartimento di erpetologia. Ma ecco che nel 2019, in una nuova spedizione sull’isola di Fernandina condotta dal Galapagos National Park Directorate e da Galapagos Conservancy, gli scienziati – probabilmente con grande stupore – hanno incrociato la tartaruga gigante. Per avere conferma di essere davanti alla rarissima, se non unica, Chelonoidis phantasticus, i ricercatori hanno dovuto attendere i risultati dell’analisi del Dna dell’animale.

 

Storie di biodiversità ed estinzione

Storie di biodiversità ed estinzione non sono nuove per le Galápagos. L’arcipelago, che si trova di fronte alle coste dell’Ecuador e comprende 13 isole maggiori e circa 40 scogli di origine vulcanica, ospita una brulicante varietà di flora e fauna. La ricchezza di specie vegetali e animali, le numerose osservazioni e i campioni raccolti nel 1835, furono il seme posto nella mente del giovane Charles Darwin, che germinò nel 1859 con la pubblicazione de L’origine delle specie e l’esposizione della sua teoria dell’evoluzione. In queste isole vivono animali straordinari, purtroppo a un passo dall’estinzione. L’esempio più celebre è quello di Lonesome George, “George il solitario”, un’altra tartaruga gigante, un maschio di Chelonoidis abingdonii, originaria dell’isola di Pinta, unico individuo vivente rimasto della sua specie e purtroppo scomparso senza essersi riprodotto, nel 2012. L’attuale popolazione delle testuggini giganti – le testuggini sono tartarughe terrestri – di differenti specie è stimata intorno a 60.000 individui, secondo i dati forniti dal Galápagos National Park: uno scarto considerevole rispetto a quelli che dovevano essere i numeri storici, che si aggirano intorno ai 200.000-300.000 individui. Le popolazioni di tartarughe giganti furono devastate nel XIX secolo, a causa dello sfruttamento da parte di balenieri e bucanieri. In aggiunta, queste specie potrebbero essere state colpite dalle eruzioni vulcaniche che hanno interessato il loro territorio nel corso degli ultimi secoli.

L’analisi del Dna e la ricerca di un compagno per Fern

Da un campione di sangue di Fern, questo è stato il nome che le hanno dato gli scienziati che l’hanno ritrovata, è stato estratto il suo Dna, in seguito confrontato con quel campione raccolto dall’esemplare maschio del 1906: i risultati coincidono, la testuggine appartiene effettivamente alla specie Chelonoidis phantasticus. «Uno dei più grandi misteri nelle Galápagos è stata la tartaruga gigante dell’isola di Fernandina. La riscoperta di questa specie perduta potrebbe essere avvenuta proprio nel momento giusto per salvarla. Ora noi abbiamo il bisogno urgente di completare la ricerca all’interno dell’isola per trovare altre testuggini», dichiara James Gibbs, vice presidente del settore Science and Conservation per la Galápagos Conservancy, ed esperto di testuggini della State University di New York. Sì, perché per evitare che Chelonoidis phantasticus si estingua, i ricercatori dovranno trovare un compagno per Fern, affinché possa riprodursi e non fare la fine di Lonesome George. Un’impresa più facile a dirsi che a farsi, poiché l’attività vulcanica dell’isola di Fernandina rende le spedizioni molto impegnative. Se tutto dovesse andare bene, una volta trovato un esemplare maschio, quest’ultimo sarebbe portato nel Giant Tortoise Breeding Center del Galapagos National Park, un centro specializzato per la riproduzione delle tartarughe giganti, a Santa Cruz. A questo punto gli scienziati sovraintenderebbero l’accoppiamento di questi giganti solitari, alleverebbero in sicurezza i possibili figli della coppia (in cattività) e, in seguito, li riporterebbero in habitat sicuri della loro isola nativa. Un programma impegnativo, che pone delle sfide e con molte incognite. Incrociamo le dita per Fern e per la salvaguardia della biodiversità delle Galápagos.

 

Wacho Tapia, direttore della Giant Tortoise Restoration Initiative, sul programma Galapagos Conservancy

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Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Laureata in Scienza e Tecnologie per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali, dottore di ricerca in Geomorfologia e Dinamica Ambientale, è infine approdata sulle rive della comunicazione. Giornalista pubblicista dal 2014, ha raccontato storie di scienza, natura e arte per testate locali e nazionali. Ha collaborato come curatrice dei contenuti del sito della rivista di divulgazione scientifica Sapere e ha fatto parte del team della comunicazione del Festival della Divulgazione di Potenza. Ama gli animali, il disegno naturalistico e le serie tv.

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