Futuro Arcaico Fest, guardiamo avanti immergendoci nel passato

A Bari fino all’11 luglio il festival diffuso che è è anche un archivio digitale. Dedicato all’interpretazione di tradizioni popolari, rituali e territori attraverso il lavoro di artisti contemporanei. Abbiamo chiesto a Marco Malasomma, autore del progetto insieme a Maria Gimena Vicenta Ghirlandi, di raccontarcelo

Le nostre città stanno ricominciando a respirare, dopo questi mesi di chiusure legate all’emergenza Covid-19. In questi giorni, in Puglia, Bari riapre i suoi spazi con il Futuro Arcaico Fest, un festival diffuso in musei, gallerie, strade e luoghi d’interesse storico. Il cuore dell’evento è l’interpretazione di tradizioni popolari, rituali e territori attraverso lo sguardo e il lavoro di artisti contemporanei. Futuro Arcaico è anche un archivio digitale, costruito proprio durante la pandemia. Com’è nato questo progetto e qual è il suo significato nel 2021, in un’epoca dominata dal progresso e dalla globalizzazione?

 

Rileggere luoghi e tradizioni con linguaggi artistici contemporanei

Marco Malasomma, musicista, e Maria Gimena Vicenta Ghirlandi, visual artist, sono i fondatori di Folklore Elettrico, uno studio di progettazione creativa che ha come obiettivo la salvaguardia di luoghi e tradizioni dei territori, attraverso la loro rilettura con linguaggi artistici contemporanei.  Si rendono presto conto che, estendendo il progetto ad altri artisti, si sarebbe potuta ottenere una visione più ampia.

Malasomma racconta: «In questo momento storico in cui la modernità e la globalizzazione tendono a inghiottire questo tipo di singolarità, credevamo che un modo efficace e importante per portare avanti il progetto fosse allargare quelle che erano le nostre ricerche personali a tutti gli artisti che volessero confrontarsi con questi temi».

Guarda il video di Folklore Elettrico con Jime Ghirlandi e Marco Malasomma

Il progetto Futuro Arcaico

Nasce così Futuro Arcaico – inizialmente un festival – che, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, si trasforma in un osservatorio artistico digitale. È un archivio virtuale che racconta la tradizione attraverso le opere degli artisti raccolti da una prima “call for artists” finalizzata alla realizzazione del festival. Illustrazioni, fotografie, video, suoni e installazioni sono stati pubblicati online dal 2 giugno 2020 e, in principio, narravano e interpretavano solo tradizioni e riti pugliesi. «Ben presto abbiamo deciso di espandere il progetto a tutta l’Italia – spiega Marco Malasomma – Quindi, a dicembre 2020, è stata lanciata una nuova “call for artists” con il tema ‘Radici’. Sono arrivati circa 600 lavori, da cui poi la nostra giuria tecnica ha selezionato più di 40 opere per il Futuro Arcaico Festival, che si svolgerà a Bari dall’11 giugno all11 luglio 2021». 

 

Perché reinterpretare un passato di credenze?

Le opere, raccolte nell’archivio di Futuro arcaico e che saranno esposte o eseguite durante il festival, raccontano tradizioni, reinterpretano fenomeni di folklore ma anche temi connessi al territorio di riferimento, ad esempio la demolizione di Punta Perotti, a Bari.

In questo mondo così cambiato dalla pandemia, in cui il grande pubblico ha imparato – o sta cercando di imparare – che strumento complesso e potente sia la scienza, quale significato acquisisce la reinterpretazione del passato, soprattutto un passato di credenze?

Malasomma risponde a questa piccola provocazione: «Anche io, come formazione prima di tutto ma anche nel ragionamento, tendo al pensiero scientifico e lo appoggio completamente. Allo stesso tempo, però, credo che ci sia un substrato arcaico, quasi ‘genetico’, di quello che è il patrimonio delle tradizioni e dei racconti che noi tutti abbiamo assorbito durante la nostra infanzia o di rituali che abbiamo visto e che in qualche modo ci legano a quelle che sono le nostre radici. Ad esempio il culto di San Nicola, nella città di Bari, è qualcosa che unisce la persona religiosa o un qualunque altro cittadino che, attraverso un simbolo, un’icona, si sente connesso con gli altri». Il rituale, la tradizione, uniscono e riportano il pensiero a una dimensione collettiva. «È vero che il mondo è andato avanti, il progresso scientifico salva vite e crea nuovi scenari di studio, però d’altro canto – è questa cosa non nega assolutamente il pensiero scientifico – c’è un modo di sentire e percepire ciò che ci circonda che è proprio dell’essere umano. Noi non affrontiamo questi temi dal punto di vista della credenza, ma da quello della conservazione».

 

Finalmente il Festival

In questa nuova fase della pandemia finalmente le opere hanno potuto oltrepassare i confini del digitale per conquistare le strade di Bari in una mostra collettiva diffusa che coinvolge il Museo Civico, il Museo Nuova Era e numerose vie del borgo antico.

Il festival è stato inaugurato, venerdì 4 giugno 2021, con due anteprime: la prima è stata l’esibizione di Allegra Corbo, performer e artista della compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio e della Mutoid Waste Co.; la seconda anteprima è stata un’installazione di street art nel borgo antico di Bari, a cura di Gomez.

L’inaugurazione ufficiale, invece, ha avuto luogo venerdì 11 giugno con la mostra collettiva, aperta fino al 20 giugno. In seguito, fino all’11 luglio, sono previsti eventi in presenza e performance, come le serate di cinema all’aperto in cui saranno proiettati i lavori sul folklore e la tradizione selezionati dal regista Edoardo Winspeare.

 

Edoardo Winspeare della Giuria di Futuro Arcaico

A chiudere il Futuro Arcaico Fest, domenica 11 luglio, sarà la performance sonora di Lino Capra Vaccina, percussionista e compositore, collaboratore storico di Franco Battiato. Tante occasioni per guardare avanti immergendoci nel nostro passato.

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Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Laureata in Scienza e Tecnologie per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali, dottore di ricerca in Geomorfologia e Dinamica Ambientale, è infine approdata sulle rive della comunicazione. Giornalista pubblicista dal 2014, ha raccontato storie di scienza, natura e arte per testate locali e nazionali. Ha collaborato come curatrice dei contenuti del sito della rivista di divulgazione scientifica Sapere e ha fatto parte del team della comunicazione del Festival della Divulgazione di Potenza. Ama gli animali, il disegno naturalistico e le serie tv.

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