La campana dipinta dagli street artist Guerriero e FunkAmore (Foto: © Flavia Orlandi)

Si è concluso anche quest’anno il progetto GAU, Gallerie d’Arte Urbana, che ad ogni edizione trasforma le strade di Roma in un museo all’aperto. I supporti sono le campane per la raccolta differenziata del vetro, che vengono dipinte dagli street artists quartiere dopo quartiere. Partito da Centocelle con le prime due edizioni del 2017 e 2018, il progetto ha poi proseguito a Torpignattara nel 2019 per arrivare ai piedi del Cupolone nel 2020. Il 2021 è stato dedicato a Dante con i lavori sulle campane del vetro lungo via della Pineta Sacchetti, mentre per quest’anno si è completato il lavoro nel quadrante nord occidentale della Capitale con lavori ispirati alla nostra visione del futuro.

 

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Un incerto domani

Il futuro appare sempre più incerto, ricco di prospettive di ibridazioni transumane, distopico e probabilmente prossimo a un’apocalisse. E allora l’arte, per essere contemporanea, non può non raccontare questa sensazione di crescente incertezza, questo timore misto a meraviglia, questo incontro tra paura e speranza che forse ha accompagnato ogni epoca, ma che nel nostro presente sembra assumere una valenza totalizzante.

 

La campana realizzata dallo street artist Gojo (Foto: © Flavia Orlandi)

 

Così in questo 2022 segnato dalla guerra nel cuore dell’Europa, dai timori per una pandemia appena superata, dai continui allarmi climatici, GAU risponde con una riflessione sul futuro. Coinvolgendo oltre 20 street artist il progetto, diretto da Alessandra Muschella e vincitore dell’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020 – 2021 –2022, propone un racconto che si snoda lungo via Baldo degli Ubaldi e Via Cornelia, tra tecnologia e ambiente, speranze, disfattismi e timori.

Lo strumento della cooperazione

La maggior parte delle campane è realizzata a quattro mani. Lavori che richiedono la capacità di ascolto dell’idea e del colore dell’altro, la volontà di lasciare spazio al segno altrui, facendosi da parte e cofirmando. Un ingrediente, la cooperazione, che è un augurio verso il futuro. Ne emergono lavori armonici dove la forma circolare della campana crea una continuità estetica lasciando che le linee scivolino una nell’altra e dove spesso appare un testo, a volte un brano di street poetry. I caratteri grafici si armonizzano alle linee del disegno creando un tutt’uno tra graffiti e street art, tra parole e immagini, proprio come avviene nei libri per bambini. E il libro, dipinto anche questo a quattro mani dal collettivo Molecole, è stato il soggetto per il muro d’artista che ogni anno conclude la manifestazione.

 

La campana dipinta da Poleggi e Quercioli (Foto: © Giacomo De Angelis)

 

Riguardo all’arricchimento permesso dalla collaborazione la street artist Lola Poleggi ha evidenziato il piacere legato alla condivisione del lavoro con Marta Quercioli: «Il sapere che entrambe abbiamo lo condividiamo, affinché l’una possa crescere attraverso l’esperienza dell’altra. Questo è un po’ anche il tema che abbiamo voluto affrontare nella campana: l’insegnamento come trasmissione di sapere. Tutto parte dal cuore, che è rappresentato come un cuore sacro contemporaneo, dal quale fuoriescono dei cavi che vanno a creare ingranaggi nei cervelli. Senza amore non può esserci un sano apprendimento». Anche se il sapere, un giorno, dovesse finire totalmente in mano alle macchine, sarebbe comunque nato e arrivato fino a noi attraverso una trasmissione dettata dall’amore umano per il futuro.

Testi e contesti

«Proteggo i miei fiori, In una campana di vetro Mentre fuori si galleggia Tra speranze e rassegnazioni C’è chi pensa Chissà, chissà domani E chi prova a vedere Cose che voi umani…»

scrive l’artista e street poet Umanamente in Bilico sulla sua campana dipinta insieme a Chiara Anaclio. A questa volontà di protezione mista a curiosità verso il futuro si aggiungono i lavori di Karma Factory, Lady Nina, Rise Neon, Nemea, Giusy Guerriero, Funkamore, Teddy Killer, Hoek, Gojo, La Franz, Kiddo, Tito, Dez Midez, Orgh, Lola Poleggi, Marta Quercioli, Leonardo Crudi, Kemh, Wuarky, Marco Rea, Muges 147, lavori realizzati declinando il tema secondo prospettive diverse e cogliendone aspetti che incutono più o meno timore.

 

Campana dipinta da UmanamenteInBilico e Chiara Anaclio (Foto: © Flavia Orlandi)

 

Nel lavoro a quattro mani di Dez Midez e Orgh tre volti concatenati rappresentano passato presente e futuro, a raccontare come tutto sia interconnesso, ogni azione ha le sue conseguenze e ogni futuro è generato da un passato, tutto sperimentabile solo in un unico presente che è attimo e eternità al tempo stesso. Su un lato della campana spicca la scritta “Il futuro è ora” a sottolineare il valore di ogni singola azione presente come generatrice di nuovi futuri possibili.

 

L’operarealizzata dagli street artist Dez Midez e Orghone (Foto: © Giacomo De Angelis)

 

Un pensiero che ritorna anche nella campana dipinta da Giusy Guerriero e Funkamore (immagine in apertura), dove troviamo il detto latino “homo faber fortunae suae”, l’essere umano è artefice della sua sorte, una frase che risale al primo secolo avanti Cristo e che ha il potere di collegarci alle nostre antiche radici per spingerci verso un futuro da costruire con la consapevolezza del potere dei nostri gesti.

Fiori nei libri

Presso la scuola di via Cornelia 43 è stato dipinto il muro d’artista di questa VI edizione. Un’opera realizzata dal collettivo Molecole formato da Gaia Flamigni e Virginia Volpe. Ci ha spiegato Gaia riferendosi al nome del collettivo: «Io e Virginia siamo come una molecola formata da due atomi, abbiamo creato una sinergia dove le due parti possono restare distinte, o scegliere di collaborare nel realizzare opere comuni». Il collettivo ha firmato una campana nell’edizione GAU 2021 dedicata a Dante e quest’anno gli è stato affidato il muro con il quale viene ultimato il lavoro di ogni edizione.

 

«Il soggetto che ci è stato assegnato per la realizzazione del muro è stato ‘Natura che fuoriesce’. E’ nata così l’idea di un libro pop up anche perché la parete su cui abbiamo dipinto è quella della biblioteca della scuola. La maggior parte dei nostri lavori tratta temi ecologici e verte sul rispetto tra specie diverse, con una particolare attenzione agli ambienti botanici e al mondo degli insetti e di tutte quelle forme di vita più silenziose, che appaiono poco importanti, ma che invece sono essenziali per la vita sulla terra. Ci piaceva l’idea di creare delle immagini riconoscibili per i bambini, andando a descrivere anche i processi con i quali nascono le cose. Per parlare del libro abbiamo scelto di raccontare la storia della carta. Partendo dall’insetto che muovendosi quasi inosservato permette l’impollinazione e quindi la vita del mondo vegetale».

Così oggi, sul muro della scuola primaria Michelangelo Buonarroti, fiorisce un grande libro aperto, un libro che è un manuale di conoscenza, tempio della memoria e della fantasia.

Il muro d’artista firmato dal collettivo Molecole (Foto: © Molecole)

 

Un’immagine che può essere letta su due livelli. Una prima lettura vede il libro nella sua struttura materiale, la carta da cui è composto: un oggetto che nasce dalla natura, dalle piante, e che è inserito nel ciclo naturale delle cose. Una seconda lettura invece mostra il libro come portatore di un contenuto, attraverso tratti che formano lettere che a loro volta formano parole e poi racconti, trampolini per l’immaginazione, ponti d’incontro, chiavi per aprire la mente e liberare il pensiero. Un libro è ponte tra passato e futuro.

Saperenetwork è...

Dafne Crocella
Dafne Crocella
Dafne Crocella è antropologa e curatrice di mostre d’arte contemporanea. Dal 2010 è rappresentante italiana del Movimento Internazionale di Slow Art con cui ha guidato percorsi di mindfulness in musei e gallerie, carceri e scuole collaborando in diversi progetti. Insegnante di yoga kundalini ha incentrato il suo lavoro sulle relazioni tra creatività e fisicità, arte e yoga.
Da sempre attiva su tematiche ambientali e diritti umani, convinta che il rispetto del proprio essere e del Pianeta passi anche dalla conoscenza, ha sviluppato il progetto di Critica d’Arte Popolare, come stimolo e strumento per una riflessione attiva e consapevole tra essere umano, contemporaneità e territorio. È ideatrice e curatrice di ArtPlatform.it, piattaforma d’incontro tra creativi randagi.

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