cane gioca

Trascorriamo molto tempo a parlare con i nostri cani. Noi esseri umani siamo abituati a comunicare con il linguaggio verbale e, oltre a tentare di insegnare al nostro amico a quattro zampe qualche comando, tendiamo a comunicare con lui con le parole. Capiamo che lui non ci comprenderà completamente ma continuiamo a farlo. Eppure ci sono pochissimi cani che riescono, in questo modo, ad apprendere i nomi di alcuni oggetti. Se desiderate vederli in azione, non perdetevi i video della Genius Dog Challenge, un esperimento di etologia che ha esordito quest’anno, con una serie di “sfide” che si sono svolte tra novembre e dicembre 2020, culminate nella finale del 16 dicembre.

 

Genius Dog Challenge: l’esperimento

Durante la competizione, trasmessa in streaming su Facebook, YouTube e Instagramsei cani si sono sfidati nell’imparare, giocando con i propri proprietari, i nomi di oggetti in un tempo stabilito. Nella prima fase hanno dovuto imparare 6 nomi di giocattoli in una settimana, nella seconda altri 12 nomi sempre in sette giorni. Se siete un po’ preoccupati perché il vostro cane non sembra così “sveglio”, potete tirare un sospiro di sollievo: questi cani sono stati trovati dagli scienziati dopo più di 2 anni di ricerche effettuate con tutti i mezzi possibili, dai social media al passaparola. Per ora sono solo loro a dimostrare di saper imparare un gran numero di parole in un intervallo di tempo abbastanza breve. Infatti, l’apprendimento delle parole è una capacità molto rara per i cani e questo presupposto è la base dell’esperimento che c’è dietro a questa iniziativa.

 

Guarda la finale del Genius Dog Challenge 

 

I cani capiscono e imparano le parole?

Claudia Fugazza, ricercatrice del Dipartimento di Etologia della Eötvös Loránd University di Budapest e responsabile del progetto, spiega: «Sto conducendo da due anni e mezzo un progetto di ricerca su come i cani apprendono il processo del linguaggio. Inizialmente io e i miei colleghi desideravamo studiare come imparassero le parole. Intendo per parole il nome degli oggetti, qualcosa di diverso rispetto ai cosiddetti comandi, come ‘seduto’, ‘terra’ o ‘vieni’ che, tecnicamente, sono più degli stimoli discriminativi per dei comportamenti».

La ricezione del linguaggio

Fugazza spiega che la maggior parte dei cani non è in grado di associare una parola a un oggetto o lo fa con estrema difficoltà: «Ma ci sono rari casi in cui i cani non solo riescono a distinguere, ad esempio, una palla da un frisbee, ma arrivano ad apprendere centinaia di parole grazie all’esposizione alla vita quotidiana, al gioco, in una famiglia umana, senza un addestramento specifico, un po’ come accade ai bambini piccoli. Abbiamo cercato questi esemplari e sono loro i protagonisti della Genius Dog Challenge». Si parla di “genius” ma è molto difficile definire cosa sia l’intelligenza, per gli esseri umani così come per i gli animali. «Il nome del programma ha lo scopo di attirare l’attenzione – continua Fugazza – Non possiamo definire questi cani “geni” in generale ma, sicuramente, hanno un talento per una capacità cognitiva molto specifica, ossia la ricezione del linguaggio». 

 

Claudia Fugazza
Claudia Fugazza, ricercatrice del Dipartimento di Etologia della Eötvös Loránd University di Budapest

Citizen science canina

Questo è solo uno dei numerosi esperimenti che il gruppo di ricerca della dottoressa Fugazza sta conducendo sull’apprendimento del linguaggio nei cani. Perché renderlo così social?

«Abbiamo deciso di condurlo in questa maniera un po’ particolare per avere più visibilità e riuscire a raggiungere proprietari o persone del settore che magari conoscono qualcuno che ha un cane così dotato che possa aggiungersi all’esperimento. Per la nostra ricerca abbiamo bisogno di più soggetti con questa capacità».

Le modalità di conduzione dell’esperimento si avvicinano molto alla citizen science. «Per noi è stato un approccio un po’ forzato dal fatto che questi cani sono sparsi in tutto il mondo. È un po’ diverso dalla “citizen science” che è stata usata da altri colleghi, poiché noi siamo presenti, anche se online, durante i test: il proprietario che li esegue non è da solo, noi lo guidiamo, vediamo e sentiamo ciò che fa e quello che dice durante la prova».

 

La ricerca di cani “geniali” prosegue

Ci sarà anche una nuova fase dell’esperimento, annuncia la ricercatrice: «Ai proprietari è stato chiesto di mettere via i giocattoli utilizzati durante la challenge, non lasciarli più a disposizione dei cani e non usarli più, e tra un mese rifaremo un test per vedere se hanno consolidato nella memoria le parole che hanno appreso nelle settimane della gara». Se state leggendo e pensate che il vostro cane possa essere un papabile partecipante, non disperate perché la Genius Dog Challenge non finisce qui. Fugazza rassicura:

«Probabilmente avremo una nuova edizione l’anno prossimo e continueremo a mantenere vivo il canale di comunicazione con il pubblico mediante social media». Chissà che nelle vostre case non si trovi un genio a quattro zampe.

Saperenetwork è...

Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Laureata in Scienza e Tecnologie per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali, dottore di ricerca in Geomorfologia e Dinamica Ambientale, è infine approdata sulle rive della comunicazione. Giornalista pubblicista dal 2014, ha raccontato storie di scienza, natura e arte per testate locali e nazionali. Ha collaborato come curatrice dei contenuti del sito della rivista di divulgazione scientifica Sapere e ha fatto parte del team della comunicazione del Festival della Divulgazione di Potenza. Ama gli animali, il disegno naturalistico e le serie tv.

Sapereambiente

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