Il futuro dell’edilizia è verde. E artistico. Intervista a Veronica De Angelis

Con la sua no profit “Yourban 2030” unisce il recupero e il restyling urbano all’arte contemporanea, con progetti come il più grande murale green d’Europa, “Hunting Pollution”. Abbiamo parlato con lei del futuro dell’edilizia, di street art, impegno sociale e di molti altri progetti “sostenibili”

 

Non c’è rimasto molto tempo. Il decennio che si apre con il 2021, infatti, è sicuramente quello decisivo per contrastare i cambiamenti climatici. Se non riusciremo in una seria azione di mitigazione, non ci resterà che adattarci a fenomeni meteorologici sempre più estremi, allo scioglimento dei ghiacciai, al conseguente aumento del livello del mare e delle concentrazioni di anidride carbonica nell’aria. Ma sono sempre di più quelli che sono convinti della possibilità di cambiamento, per fortuna, anche nel mondo dell’imprenditoria. Tra questi, anche Veronica De Angelis, una giovane imprenditrice romana, che, con la sua no profit Yourban2030, si sta impegnando in prima persona sulla sostenibilità. Attiva da oltre dieci anni nel campo dell’edilizia e del recupero urbano, con tanti progetti destinati al restyling urbano e non solo, a Milano, Bologna, Roma, ma anche New York e Amsterdam, De Angelis è convinta che attraverso l’arte si possa avviare un processo di rigenerazione delle persone e delle città. Le abbiamo chiesto di spiegarci i suoi progetti e la sua visione dell’imprenditoria edilizia. 

 

Veronica De Angelis, giovane Imprenditrice edile e appassionata d’arte ha deciso di investire in prima persona sulla sostenibilità.

 

Lei viene da una celebre famiglia di imprenditori edilizi romani. Pensa che l’edilizia green abbia un futuro concreto? In che modo il settore sta cambiando? 

Le nuove generazioni hanno capito l’importanza di una transizione nel modo in cui si fa edilizia, che oggi sta puntando molto sulla circolarità, abbattendo le emissioni e il waste. A mio avviso la riqualificazione energetica e l’edilizia sostenibile rappresentano una sfida fondamentale, non solo per l’impatto che il settore ha sull’ambiente, ma soprattutto perché, se gestito con intelligenza, può rappresentare la ripartita di un settore che ha sofferto di pesanti crisi. L’edilizia green è già un presente in molti paesi ed è la naturale evoluzione del fare edilizia, questo anche grazie alle innumerevoli tecnologie che si stanno sviluppando, sia in tema di progettazione che di realizzazione degli edifici e delle infrastrutture. Di fondamentale importanza sono gli incentivi necessari per la ripartenza del settore: uno dei motivi che mi ha spinta all’estero è la complessità della burocrazia italiana. Servono strumenti concreti volti alla semplificazione e che sostengano in modo tangibile il settore.

 

 

Come hai iniziato a interessarti di ambiente? E cos’è Yourban 2030?

Fin da bambina mi è stato trasmesso l’amore per la natura e per l’arte, poi il tempo, i viaggi e l’esperienza hanno fatto il resto. È cresciuto in me il desiderio di agire e di essere parte di un cambiamento. Circa tre anni fa mi sono chiesta come fosse possibile impegnarmi in modo concreto nella sostenibilità, a partire dal mio settore d’attività, cioè quello d’edilizia urbana, cercando di legare questa attività a un contenuto che fosse anche artistico e culturale. Così nel 2018 è nata Yourban 2030, un’associazione no profit, che ha come obbiettivo quello di lanciare un messaggio di tutela ecologica, attraverso anche la forza che la street art può donare alle nostre azioni. Con Yourban2030, che si ispira ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030 sottoscritta dall’ONU abbiamo realizzato diversi progetti di murales green, come Hunting Pollution, il murales green più grande d’Europa, e Outside In, primo murales green a tema LGBT+, che, oltre ad affrontare importanti tematiche sociali, attraverso un processo fisico-chimico, sono in grado di migliorare la qualità dell’aria, grazie alla vernice utilizzata. Yourban2030 nasce proprio per trattare i temi della sostenibilità attraverso arte e creatività, come associazione, crediamo fortemente che il medium artistico abbia un forte potere comunicativo. La nostra forza, come ti dicevo, sta anche nell’unire l’arte alla tecnologia, ne sono un esempio con i murales “mangia smog”. La nostra è una no profit, che si affianca alle imprese sostenibili o a quelle che stanno andando in questa direzione, ed è proprio grazie alle aziende che credono in noi che stiamo realizzando altri progetti, un lavoro di comunicazione dei loro valori e della loro Corporate Social Responsibility.

 

“Ostiense District”  Veronica De Angelis presidente e fondatrice yourban2030

 

Molto spesso la street art è vista come uno strumento per rilanciare le periferie, per portare il bello laddove non c’è. La tua proposta vuole contrastare anche il degrado ambientale. L’arte urbana può salvare il mondo?

La cultura è alla base della civiltà e l’arte ne è una parte essenziale. Non possiamo salvare il mondo, il nostro pianeta si salverà, probabilmente, in ogni caso, ma, se non agiamo, potremmo essere noi a non sopravvivere. Ci siamo dimenticati che facciamo parte di un ecosistema molto delicato e altrettanto intelligente, io credo molto nel progresso e credo che sarà proprio il progresso a salvarci. Con Yourban2030 vogliamo portare bellezza, far riflettere e allo stesso tempo riqualificare. Grazie alla tecnologia che utilizziamo per i nostri murales, l’Airlite Paint, possiamo anche avere un impatto positivo sull’aria che respiriamo e contribuire così a rendere più salubri i quartieri e le città dove portiamo la nostra arte.

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da YOURBAN 2030 (@yourban2030)

C’è un progetto anche in Olanda, di che si tratta?

In Olanda l’artista JDL ha concluso il suo murales, che appare su Leidseplein, nel centro di Amsterdam, “Diversity in Bureaucracy”, il primo nel suo genere in questo paese, con un tema importante: le disparità di opportunità nei Paesi Bassi. L’artista ha voluto rappresentare una ballerina surinamese che balla attraverso un vortice di carte ufficiali. Il messaggio del murale riguarda anche l’iter burocratico che lo ha preceduto: un primo rifiuto della domanda di JDL per un’opera all’Amsterdam Fund for the Arts si è rivelato il risultato di un lavoro di ufficio pieno di condizioni e regole. Ora il progetto finito e la tecnologia utilizzata sono stati accolti moto bene e stiamo ricevendo varie proposte per produrre altri murales.

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da JDL STREET ART (@jdlstreetart)

 

 

Con si suoi progetti è sbarcata anche in America, che cosa verrà realizzato?

L’America è una seconda casa per me, per questo abbiamo costituito Yourban2030 Usa. Stiamo ricevendo diverse proposte per dei murales green e non solo. Sono scaramantica e non vorrei anticipare troppo, ma stiamo lavorando su NYC e Miami per i nostri primi progetti. Abbiamo un’esclusiva per l’uso di queste pitture per motivi artistici e ci teniamo a curare i progetti al meglio, è un mercato complesso, ma sta reagendo con entusiasmo alle nostre proposte. Entro dicembre dovremmo avere i nostri primi murales.

Parteciperete al premio Myllennium: di cosa si tratta?

Il Myllenium Award è un premio istituito dal Gruppo Barletta. Noi entreremo a farne parte con un premio speciale Yourban2030, dedicato a fotografi italiani Under 30. Per la prima volta useremo il mosaico digitale, trasformando la fotografia vincitrice in un’installazione permanente.  Abbiamo chiesto ai fotografi di raccontare il #“fattore R” della natura: la resilienza, la resistenza e la capacità di rigenerarsi, ma anche come l’uomo agisce per tutelare la natura attraverso le tre “R” (reuse, recycle, reduce). Cerchiamo uno scatto che emozioni, per trasformarlo in uno Smart Wall, un muro interattivo dotato di Interconnettività e di tecnologia 5G.

Cosa possiamo fare come singoli contro l’emergenza climatica?

Parte tutto da una presa di coscienza: ognuno di noi può cambiare le sue abitudini e compiere piccoli gesti, soprattutto cambiando le scelte da consumatori. Il potere che abbiamo come singoli è quello di consumare in modo consapevole e scegliere aziende che stanno agendo per diventare più sostenibili o che già lo sono. Spesso il problema sta nel costo ancora elevato dei prodotti green. Cambiando le nostre scelte, invitiamo le aziende a seguire i nostri gusti da consumatori ed eventualmente a produrre in modo più sostenibile. Quando il consumo di prodotti di questo genere aumenta, e aumentano le aziende in grado di produrre in modo green, anche i prezzi dovrebbero abbassarsi. Il messaggio che diamo attraverso le nostre scelte è fondamentale per cambiare rotta.

 


Al confezionamento redazionale di questo articolo hanno contribuito Antonella Capati e Cinzia Giordano nell’ambito del Corso di giornalismo ambientale e culturale di Sapereambiente. Workshop a cura di Letizia Palmisano

Saperenetwork è...

Elena Sofia Midena
Elena Sofia Midena
Studentessa di Scienze Biologiche, appassionata del comportamento animale e dell’adattamento vegetale, in relazione ai processi evolutivi e ai cambiamenti ambientali. Nel tempo libero studia danza classica, moderna e acrobatica, con particolare entusiasmo per i tessuti aerei. Animale preferito: il cane, ma in casa ha un coniglio.

Sapereambiente

Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!


Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella di posta per confermare l'iscrizione

 Privacy policy


Parliamone ;-)