inequality

La settimana del 25 gennaio si è aperta in Italia con la crisi di governo e nel mondo, virtualmente, con i Davos Dialogues del World Economic Forum, incentrati sullo stato della crisi mondiale generata dalla pandemia da Covid-19. Una pandemia che colpisce tutti, ma le cui ripercussioni economiche, sociali, sulla mortalità sono fortemente disuguali, non solo tra Stati ma all’interno degli Stati stessi. Cresce pesantemente il divario tra i più ricchi e i più poveri e si acuiscono le disuguaglianze razziali e di genere già esistenti. Per esempio, come racconta il nuovo rapporto di Oxfam pubblicato proprio in occasione dell’apertura del summit online dei leader mondiali, i brasiliani di ascendenza africana hanno il 40% di probabilità in più di morire di Covid-19 rispetto alla popolazione bianca, mentre negli Stati Uniti, 22.000 cittadini afroamericani e latino-americani sarebbero ancora vivi se il loro tasso di mortalità fosse stato uguale a quello dei bianchi. 

 

Il virus della disuguaglianza

Il rapporto, intitolato Il virus della disuguaglianza, fotografa la situazione incrociando diverse fonti. Ne risulta un lavoro di denuncia, che ben si presta a supportare con i suoi dati la petizione #stopdisuguaglianze e la protesta della Fight Inequality Alliance, una coalizione globale di organizzazioni della società civile e attivisti, che fino al 30 gennaio promuove una protesta globale per combattere le disuguaglianze in circa 30 paesi, tra cui Kenya, Messico, Norvegia e Filippine.

Tempi di divari

Mentre miliardi di persone si ritrovano sull’orlo della povertà, in quella che è la più grave crisi dal 1929 – sottolinea Oxfam – a dicembre 2020 la ricchezza dei miliardari nel mondo ha raggiunto il massimo storico di 11.950 miliardi di dollari, ossia quanto stanziato da tutti i Paesi del G20 per rispondere al coronavirus. Le mille persone più ricche del mondo hanno recuperato in appena nove mesi tutte le perdite subite per l’emergenza Covid-19, quando i più poveri per riprendersi dalle catastrofiche conseguenze economiche della pandemia potrebbero impiegare più di dieci anni.

I più ricchi ancora più ricchi

Stringendo ulteriormente il cerchio, secondo i dati di Forbes, le dieci persone più ricche del pianeta – Jeff Bezos, Elon Musk, Bernard Arnault e famiglia, Bill Gates, Mark Zuckerberg, Larry Ellison, Warren Buffett, Zhong Shanshan, Larry Page e Mukesh Ambani – da marzo a dicembre 2020 hanno visto aumentare la loro ricchezza di 540 miliardi di dollari. Una somma che sarebbe più che sufficiente a pagare il vaccino per tutti gli abitanti del pianeta e assicurare che nessuno cada in povertà a causa del virus. 

 

 

Le previsioni della Banca Mondiale

La Banca Mondiale prevede, invece, che, in assenza di un’azione adeguata e coerente da parte dei governi, entro il 2030 oltre mezzo miliardo di persone in più vivranno in povertà, con un reddito inferiore a 5,50 dollari al giorno. Per la prima volta in un secolo, si potrebbe registrare un aumento della disuguaglianza economica in quasi tutti i paesi contemporaneamente, come conferma anche un sondaggio in 79 paesi, sempre a cura di Oxfam, tra 295 economisti, tra cui Jeffrey Sachs, Jayati Ghosh e Gabriel Zucman.

Donne e minoranze

«Potremmo assistere a un aumento esponenziale delle disuguaglianze, come mai prima d’ora», ha commentato la direttrice di Oxfam International, Gabriela Bucher, nel presentare il lavoro della sua organizzazione.

«Una distanza – continua Bucher – tanto profonda tra ricchi e poveri da rivelarsi più letale del virus stesso. Tra tutti sono le donne e le minoranze etniche a subire il peso maggiore della crisi; in molti paesi sono i primi a rischiare di soffrire la fame e ritrovarsi tagliati fuori dall’assistenza sanitaria». 

Pandemia e lavoro femminile

A causa della pandemia, rischiano di perdere il loro posto di lavoro 112 milioni di donne nel mondo. In generale, infatti, le donne rappresentano oltre il 70% della forza lavoro impiegata in professioni sanitarie o lavori sociali e di cura, e le perdite di posti di lavoro dovute alla Covid-19, secondo le stime, incideranno sull’occupazione femminile per il 40%.

«L’aumento delle disuguaglianze non è un fenomeno inevitabile, ma dipende dalle scelte politiche dei governi – prosegue Gabriela Bucher – La crisi generata dalla Covid-19 offre ai governi di tutto il mondo l’occasione di adottare politiche in grado di promuovere sistemi economici più equi e inclusivi».

 

donne lavoro
Le perdite di posti di lavoro dovute alla Covid-19, secondo le stime di Oxfam, incideranno sull’occupazione femminile per il 40%

DisuguItalia

Al nostro paese, Oxfam Italia dedicata un’analisi specifica, DisuguItalia. Allo scoppio dell’emergenza sanitaria il grado di resilienza economica delle famiglie era estremamente diversificato, con poco più del 40% degli italiani in condizioni di povertà finanziaria, cioè senza risparmi accumulati sufficienti per vivere, in assenza di reddito o altre entrate, sopra la soglia di povertà relativa per oltre tre mesi. Circa 10 milioni di nostri concittadini con un valore medio del risparmio non superiore a 400 euro, non avevano nessun cuscinetto finanziario per resistere autonomamente allo shock pandemico.

 

Un Paese sempre più diviso

Secondo la Banca d’Italia, durante il primo lockdown di marzo, metà delle famiglie italiane dichiarava di aver subito una contrazione del proprio reddito e il 15% di aver visto dimezzarsi le proprie entrate; solo il 20% dei lavoratori autonomi non aveva subito contraccolpi. A fine estate nel 20% delle famiglie con figli minori di 14 anni uno o tutti e due i genitori aveva ridotto l’orario lavorativo o rinunciato al lavoro per accudirli. Contemporaneamente, da marzo 2020 la ricchezza di 36 miliardari italiani è aumentata di oltre 45,7 miliardi di euro. Anche da noi, la pandemia ha esacerbato, pericolosamente, gli ampi divari preesistenti rispetto alla tutela della salute, all’accesso a un’istruzione di qualità, alla disponibilità di una abitazione adeguata o al grado di riconoscimento da parte della collettività.

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Alice Scialoja
Alice Scialoja
Alice Scialoja, giornalista, lavora presso l'ufficio stampa di Legambiente e collabora con La Stampa e con La Nuova Ecologia. Esperta di temi ambientali, si occupa di questioni sociali, in particolare di accoglienza. Ha pubblicato il libro A Lampedusa (Infinito edizioni, 2010) con Fabio Sanfilippo, e i testi Neither roof nor law e Lampedusa Chapter two nel libro Mare Morto di Detier Huber ( Kerber Verlag, 2011). È laureata in Lettere, vive a Roma.

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