Il piano RePoweEu mira ad affrancarsi dalla dipendenza dalle fonti fossili russe, intensificando l'uso di pannelli solari e rinnovabili (Foto: Wikipedia)

L’Europa e il piano RePower Eu, saremo autonomi da Mosca. E dalle fonti fossili?

Pannelli solari obbligatori per gli edifici commerciali e pubblici entro il 2025 e per i nuovi edifici residenziali entro il 2029. E 300 miliardi di euro, tra sovvenzioni e prestiti. Il piano Ue mira all’indipendenza da Mosca grazie alle rinnovabili. Ma non mancano le contraddizioni

L’annuncio è arrivato, secondo molti, in notevole ritardo sui tempi: «Possiamo sostituire i combustibili fossili russi lavorando su tre livelli: dal lato della domanda, con il risparmio energetico. Dal lato dell’offerta, diversificando le nostre importazioni di energia dai combustibili fossili e accelerando la transizione verso l’energia pulita». La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha così finalmente inserito le strategie europee per la transizione ecologica nel dibattito sulla guerra in Ucraina e sulle sanzioni verso Mosca.

L’intento, ha spiegato Von Der Leyen, è quello di mobilitare quasi 300 miliardi di euro. Circa 72 euro miliardi di sovvenzioni e 225 miliardi di euro di prestiti.

In concreto, il piano che la stessa presidente ha definito «ambizioso ma realistico», prevede di rendere obbligatori i pannelli solari per gli edifici commerciali e pubblici entro il 2025 e per i nuovi edifici residenziali entro il 2029.

«I 27 leader di governo dell’Ue – ha spiegato Von Der Leyen – hanno deciso di creare una piattaforma per l’acquisto congiunto di gas, gnl e idrogeno. Con il piano RePowerEU, proponiamo una via operativa da seguire, con un meccanismo di appalto congiunto e un comune approccio ai paesi fornitori. In questo modo, possiamo proteggere il le importazioni di energia di cui abbiamo bisogno senza concorrenza tra i nostri Stati membri».

 

 

 

Presentato in linea generale l’8 marzo, il piano Repower Eu definitivo è composto da nuove iniziative legislative, schemi non vincolanti e raccomandazioni dell’esecutivo europeo ai paesi membri. L’obiettivo è di portare a zero la dipendenza energetica dalla Russia entro il 2027, abbattendo già di 2/3 le importazioni di gas da Mosca entro la fine di quest’anno.

L’annuncio arriva a pochi giorni dalla conclusione, il 13 maggio a Copenhagen della riunione dei ministri dell’Ambiente, che hanno fatto il punto sull’attuazione degli impegni per il clima presi alla Cop26 di Glasgow nel novembre scorso per preparare la prossima Cop27 di Sharm El-Sheikh in Egitto, dal 7 al 18 novembre 2022. Nell’occasione si è parlato anche degli effetti della guerra in Ucraina sugli sforzi per la decarbonizzazione:

«C’è una spinta a trovare nuove fonti di approvvigionamento di gas – ha dichiarato all’Ansa Alessandro Modiano, inviato speciale dell’Italia per il clima – ma anche una spinta ad accelerare sulle rinnovabili».

Per Modiano, «La guerra porta a una transizione ecologica più rapida». Un’affermazione che non può non piacere a chi ha a cuore le sorti del Pianeta, ma che, per restare con i piedi per terra, arriva negli stessi giorni in cui diversi paesi europei, Italia inclusa, avviano nuovi colloqui per l’importazione di gas dai paesi africani.

Contraddizioni messe in evidenza anche da Global Witness. Secondo la Ong, «I piani della Commissione europea per abbandonare il gas russo propongono di investire miliardi in nuove infrastrutture del gas che bloccherebbero l’Ue in una dipendenza a lungo termine dal gas, minacciando le bollette energetiche dei più vulnerabili d’Europa e continuando a finanziare regimi repressivi in ​​tutto il mondo», come si legge in un comunicato ufficiale. Dello stesso parere Monica Frassoni, presidente dell’European Alliance to Save Energy (Euase), che twitta: « In RePower Eu c’è la spinta a più energie rinnovabili e efficienza energetica. Ma tutto questo è contraddetto dalle risorse date al gas (10 miliardi…) che si aggiungono a quelli previsti dai cosiddetti progetti di interesse comune».

 

 

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