Il regista e cantautore Paolo Pietrangeli

Il regista e cantautore Paolo Pietrangeli (Foto: Mauro Vigorosi)

«No alla scuola dei padroni! Via il governo, dimissioni! Le camionette, i celerini / Ci hanno dispersi, presi in molti e poi picchiati / Ma sia ben chiaro che si sapeva / Che non è vero, che non è finita là / Non siam scappati più, non siam scappati più».

Così cantava in “Valle Giulia” Paolo Pietrangeli nel ‘68, così cantavano i ragazzi e le ragazze dei movimenti di sinistra che stavano preparando la rivoluzione sociale e culturale. E Pietrangeli non è scappato. Non ha mai abbandonato l’impegno politico. Anche quando è entrato nella tv commerciale. A chi lo accusava di essersi venduto al padrone ha risposto: «Le acciaierie di Lenin sono state chiuse da tempo» e che se qualcuno vorrà capire l’Italia di oggi fra 500 anni «lo farà molto di più guardando un vhs di Maria De Filippi, che leggendo Repubblica». Provocazioni? Forse. Però non possiamo negare che  i lavori dell’autore di “Contessa”, di fatto, sono legati da un preciso fil rouge: l’attenzione per il popolo e per il popolare. Una passione che aveva scoperto seguendo, da regista, Federico Fellini, Luchino Visconti, Mauro Bolognini.

Copertina Amore, Amore, Amore, Amore un c....
Copertina del vinile di Paolo Pietrangeli “Amore, Amore, Amore, Amore un c….”

Ma ora che ha 75 anni, il cantautore della contestazione ha voluto presentarci un aspetto nuovo della sua poetica. Quella che parla di amore, e del rapporto uomo-donna. Lo fa con ironia e piglio critico, analizzando il cambiamento degli italiani. Che sembrano aver perso il senso e il peso delle parole. “Amore, Amore, Amore, Amore un c…” si intitola il suo nuovo vinile (Bravo Records/Ala Bianca, con distribuzione Warner.). «Ho iniziato da vinile e concludo con il vinile», ha spiegato. Perché probabilmente sarà il suo ultimo lavoro. E sulla scelta del titolo ha precisato:

«Nasce come reazione all’insopportabile uso della parola e, peggio ancora, della sua abbreviazione: “Amo’”. Come repulsione a ogni vezzeggiativo, sdolcineria verbale, lallazione di adulti rincretiniti ma capaci delle peggiori nefandezze… ma forse è colpa dell’età, la mia, che mi fa essere intollerante».

Guarda il video su Paolo Pietrangeli della regista Chiara Rigione

Tra giochi di parole, provocazioni, storie divertenti, filastrocche, Pietrangeli nelle 13 traccie parla degli incontri che hanno segnato la sua vita: Anita Ekberg, Ennio Flaiano, Ruggero Maccari, Pier Paolo Pasolini, Tullio Pinelli, Ettore Scola. Del rapporto difficile con suo padre: il regista Antonio Pietrangeli. E di un mondo che non c’è più, quello cantato in “La Roma”:

«Per tre anni nel bosco coi quaranta ladroni / Eravamo convinti diventassero buoni / Filologicamente sono molti gli arcani eravamo marxisti ci sentiamo marziani / Ma per fortuna che c’è la Roma / Chi si spara alla tempia chi prepara la bomba / Chi si spara sei pere/ chi dà fiato alla tromba».

Il cantautore di una intera generazione, insieme al vinile, ci fa un un ulteriore regalo: nella terza di copertina si trova infatti un QR Code che – scansionato con fotocamera dello smartphone – porta all’ascolto in streaming e al download di un concerto di Pietrangeli al Teatro Parioli di Roma. Con una richiesta precisa:

«Fotografatelo col vostro telefonino e buon ascolto di un concerto (una cantata) tenuta da me nel’95. Vi prego almeno ascoltatelo con le cuffie. Sentite che tiro, che forza, che emozione. Allora. E che musicisti!».

Saperenetwork è...

Michele D'Amico
Michele D'Amico
Sono nato nel 1982 in Molise. Cresciuto con un forte interesse per l’ambiente.Seguo con attenzione i movimenti sociali e la comunicazione politica. Credo che l’indifferenza faccia male almeno quanto la CO2. Giornalista. Ho collaborato con La Nuova Ecologia e blog ambientalisti. Attualmente sono anche un insegnante precario di Filosofia e Scienze umane. Leggo libri di ogni genere e soprattutto tante statistiche. Quando ero piccolo mi innamoravo davvero di tutto e continuo a farlo.

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