Tresigallo, la città metafisica

Il Palazzo dei Sogni a Tresigallo (Foto: Irene Flaborea)

A metà strada tra Ferrara e le Valli di Comacchio, Tresigallo è piccola e poco conosciuta, ma bella da vedere non solo per chi ama l’architettura. La cittadina, facilmente raggiungibile da Ferrara anche in bicicletta, appare come un set cinematografico degli anni Trenta del secolo scorso o, se si preferisce, come un quadro di De Chirico. Una sorprendente testimonianza architettonica e urbanistica rimasta congelata nel tempo. Ne abbiamo parlato con l’architetto Davide Brugnatti, tesoriere dell’associazione culturale Torri di Marmo che gestisce e promuove Tresigallo La Città Metafisica, e referente in materia di storia dell’architettura, progettazione di itinerari turistici, conservazione e valorizzazione: «Di Tresigallo non è nota la data di fondazione, ma la sua pieve viene citata in documenti medievali e si sa che è centro di riferimento per il governo del territorio fin dall’epoca rinascimentale come testimonia la presenza di Palazzo Pio, castalderia della Casata Estense. Rimase un nucleo abitato di poche centinaia di abitanti fino al 1935 quando il Ministro del governo fascista dell’Agricoltura e delle Foreste, Edmondo Rossoni, decise di rifondare il paese in cui era nato per trasformarlo da piccolo borgo rurale a cittadina industriale progettata per dodicimila abitanti con relativi stabilimenti industriali e servizi pubblici».  E aggiunge: «Tresigallo non è una città di fondazione come le altre edificate dal regime, ma una città di ri-fondazione realizzata in soli cinque anni, dal 1935 al 1939».

 

L'architetto Davide Brugnatti, tesoriere dell'associazione culturale Torri di Marmo che gestisce e promuove Tresigallo La Città Metafisica
L’architetto Davide Brugnatti, tesoriere dell’associazione culturale Torri di Marmo che gestisce e promuove Tresigallo La Città Metafisica

 

Una città ideale, tra Palazzo dei Sogni e via Pomposa

Rossoni volle rifondare Tresigallo come città ideale, una città per le persone, i loro bisogni e i loro ‘sogni’ come è scritto sul Palazzo dei Sogni, che un tempo ospitava i bagni pubblici. Chiamò a realizzarla giovani ingegneri e architetti che la edificarono in stile razionalista con ospedale, stadio, teatro, sanatorio, scuole, un istituto di ricamo femminile, un albergo e decine di fabbriche con una visione sociale a monte del piano urbanistico. Spiega l’architetto Brugnatti: «Rossoni voleva creare un modello di città e di organizzazione del territorio che potesse essere replicato altrove con forti ricadute in campo economico, politico e sociale. Voleva realizzare la città Corporativa che fosse specchio delle trasformazioni sociali ed economiche che egli aveva in mente per l’Italia. Una organizzazione gerarchica della società, in cui però l’individuo può ascendere da un gradino sociale a quello superiore, si riflette in un’organizzazione degli spazi in cui il lavoro e le classi sociali sono ben distinte per tipologie di residenza, seppur attigue e in cui l’operaio può aspirare al modello di vita dei quadri di fabbrica che vede quotidianamente di fronte a sé». Rossoni fece anche costruire una strada, la via Pomposa. Dice l’architetto: «All’epoca era chiamata Rossonia per ricollegarsi alle strade consolari romane e ai loro fautori. La strada, costituita da lunghi rettifili, congiungeva Ferrara con i porti marittimi e aveva una lunghezza di circa novanta chilometri. L’impatto sulla mobilità fu enorme. L’unico cinegiornale che cita Tresigallo è quello del 1938 dell’Istituto Luce che celebra la costruzione di questa strada».

Tresigallo, i luoghi emblematici

La rimozione di Rossoni della carica di Ministro nel 1939 e lo scoppio della guerra fermarono l’evoluzione di Tresigallo, gli uomini chiamati sotto le armi, le poche aziende già in attività private della mano d’opera, mentre la fine del conflitto e dell’autarchia ne decretarono l’abbandono lasciandola tale quale era stata nei pochi anni di gloria. Abbiamo chiesto all’architetto Brugnatti quali siano i luoghi emblematici della città da esplorare: «Piazzale Forlanini, bellissimo esempio urbanistico dove lo spazio pubblico viene modellato dalle facciate degli edifici circostanti: l’ex Domus Tua, le scuole elementari, la Colonia post sanatoriale e il Campo sportivo il cui portale è ispirato a un arco di trionfo romano. Da vedere anche lo scorcio della Torre piezometrica tra il palazzo dei Sogni e la Casa della Cultura, ispirato direttamente alle Piazze d’Italia di De Chirico e i portici della chiesa in Piazza Italia, considerati unici in Italia dal Centro Studi sull’Architettura Razionalista di Roma. E ancora: piazza della Repubblica, una piazza dai rimandi palesemente metafisici, con la fontana con le quattro sculture di cuccioli di gazzella che rinvia alle colonie africane, il complesso della Casa del Fascio, che spicca per la torre littoria rivestita di lastre di travertino, e l’attiguo Bar Roma con la scritta originale del periodo, ricoperto di litoceramica a imitazione del mattone».

 

Le giornate metafisiche

Si può visitare Tresigallo con le visite guidate (su prenotazione, anche solo per due persone) oppure in autonomia con audioguida e mappa interattiva. Un’occasione speciale è offerta dall’evento Le giornate metafisiche il 21 e 22 settembre. Sabato 21 si svolge un convegno di architettura aperto a tutti e si inaugurano mostre e visite di spazi interni mentre domenica 22 la cittadina viene chiusa al traffico automobilistico per accogliere visite guidate a luoghi solitamente non aperti al pubblico, una mostra sulla scultura del Novecento presso l’edificio Sogni e a un contest di fotografia e pittura. L’architetto Brugnatti osserva: «Divulgare e valorizzare l’architettura razionalista aiuta a tutelarla, anche mobilitando l’opinione pubblica, e a far crescere un’economia locale basata sul turismo culturale».

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Francesca Piana
Viaggiatrice per professione e per passione, è giornalista freelance specializzata in reportage di viaggio culturale con particolare attenzione ad arte, architettura, archeologia, antropologia, gastronomia e alle caratteristiche di ogni territorio, vicino o lontano, che approfondisce anche grazie a interviste a scrittori, artisti, intellettuali, chef. Parla cinque lingue, ha lavorato due anni in Messico e sei anni al Touring Club Italiano. Ha scritto libri di viaggio, guide turistiche e moltissimi reportage per le principali case editrici del settore. Viaggia in autonomia fin da ragazzina, quando girava il mondo con un'organizzazione giovanile dell'Unesco che le ha permesso di avvicinare altre culture dall’interno delle famiglie ospitanti. Il suo blog di viaggi, arte e cultura è blogfrancescapiana.it

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