Loredana Galante, artista

L'artista genovese Loredana Galante, ideatrice del progetto della Rivoluzione Gentile

Una gentilezza rivoluzionaria. Loredana Galante e l’arte della relazione

Un progetto che mette insieme ritagli, scampoli di stoffe e ricami, e che coinvolge realtà sociali molteplici e variegate. Per recuperare il concetto di un’arte che entra in rapporto e si prende cura degli altri

«Il mio lavoro contiene contraddizioni. Compresa quella del suo valore contributivo contrapposto ad un sospetto di totale ed inquinante inutilità». Così racconta Loredana Galante con disarmante consapevolezza e questo è quanto potremmo dire del lavoro di ogni artista, in ogni ambito.

Eppure è proprio in questa inquietante inutilità che possiamo riscoprire il profondo valore contributivo dell’arte, quell’essenziale “uncountable” e non monetizzabile che è esperienza, trasformazione, motore, senso.

Artista genovese che da anni vive e lavora a Milano, vincitrice del Premio Speciale Residenza d’artista alla Dino Zoli Textile ad Arteam Cup 2019, da anni racconta un mondo fatto di recupero di oggetti e stoffe, dipinti e pannelli decorativi, per Loredana Galante l’esperienza artistica si muove dalla relazione, per la relazione e nella relazione. Un lavoro di cui oggi abbiamo estremo bisogno. Una scommessa umana, un offrire opportunità per entrare in relazione con sé stessi e con gli altri.

Valore contributivo

E come farlo senza usare la gentilezza e la leggerezza del gioco? È proprio sul binomio profondità-leggerezza che si muove la poetica della Galante affrontando con la delicatezza di una carezza tematiche basilari quali l’inclusione o il rispetto degli altri e della Terra. Le sue calls to action non sono mai azioni invadenti, ma lasciano la sensazione di un invito a cena, il calore del ricevere un gesto di cura.

«I miei progetti sono esercizi d’inclusione, rituali sociali, ambiti di riformulazione funzionale e di riparazione. Abbiamo percezioni personali diverse legate al nostro corpo, al nostro contesto, ruolo o alle nostre scelte ma tutti abbiamo lo stesso bisogno di sentirci parte, di essere compresi, bisogno di sentirsi RiConosciuti. Occorre “farsi gli une degli altri”, spiegarsi, esercitare la  fiducia  che travalica le differenze ma anche di percepire  quella sostanza così “simile a me” di cui siamo composti».

Da qui nascono le sue art experiences legate al cibo come Eggocentrismo, Pausa del Cuore, I’m Very Well, azioni performative di arte partecipata dove l’artista si pone al servizio del fruitore ricordando che l’esperienza artistica è anche un dono. 

 

La performance "The wedding show" di Loredana Galante
La performance “The wedding show” di Loredana Galante

 

Pausa del cuore

«La mia prima azione performativa è stata legata a un’idea di servizio e di accorciamento delle distanze. Una Pausa alla quale approdare». Si tratta della performance La Pausa del Cuore presentata per la prima volta nel 2005. L’artista era in un’aiuola di erba lanosa a forma di cuore circondata da steli sui quali poggiavano delle tazzine da te che andava riempiendo e offrendo ai visitatori.

«La posizione non era comoda e le tazzine sospese a rischio di caduta, per questo ho dovuto sviluppare una particolare attenzione ai miei movimenti. Ho così potuto riflettere sul valore della grazia intesa come attenzione alla misura, alla moderazione dei gesti e delle parole. L’offerta è consistita anche nella durata».

Da questa attenzione alla cura, alla grazia, alla galanteria, qualità tra l’altro intrinseca nel nome dell’artista, Loredana Galante ci invita a riscoprire il piacere del gusto, del soffermarsi per assaporare, dell’offrire le giuste attenzioni. Dirà in un’intervista su Artemorbida: «Desidero creare Conforti, aree sosta attrezzate, piscine con i sali profumati per pediluvi sociali, aiuole a forma di cuore, Sottane Madre. Non voglio aggredire, entrare dentro.  Voglio creare spazi di contenimento, lasciare entrare, salutare le diversità e consolare con le Similitudini come manifesti di Comprensione».

 

Loredana Galante in La Pausa del Cuore
La performance “La pausa del cuore” del 2005

 

Rivoluzione gentile

Vincitrice del Premio Speciale Dino Zoli Textile nell’ambito dell’edizione 2019 dell’Arteam Cup, Loredana Galante ha dato vita durante la residenza d’artista presso l’azienda tessile romagnola, a un’opera che ha raggiunto tutta Italia. In linea con il suo manifesto artistico la mostra nata da quest’incontro ha preso il nome di Rivoluzione Gentile. Il progetto è partito con una call rivolta a diverse realtà, spesso fasce deboli quali case di riposo, case famiglia, carceri, ma anche scuole o singole persone venute a conoscenza del progetto attraverso il passaparola. A tutti è stato richiesto di lasciare una frase, scritta o ricamata, sugli sfridi di stoffa dell’azienda tessile. «Parte del messaggio della Rivoluzione Gentile di Loredana Galante – dirà Monica Zoli della Dino Zoli Textile – è l’attenzione al riuso, al riciclo, al rispetto dell’ambiente». Questo rientra anche nelle attenzioni dell’azienda tessile romagnola che da anni sta portando avanti una ricerca sull’utilizzo di filati derivanti dal riciclo per la creazione di nuovi tessuti.

Le strisce di stoffa realizzate rispondendo alla call, sono confluite nell’opera Come Acque Versate, una grande piscina posta al centro dello spazio espositivo della Dino Zoli Textile, dove, increspate o distese proprio come le onde, le strisce di stoffa riproducono la sensazione di un mare benefico in cui poter immergere la mano ed estrarre una frase di sostegno, di cura, di accoglienza.

Un’acqua versata in nome di una trasformazione positiva, un battesimo simbolico nel quale ognuno può essere sacerdote e neofita al tempo stesso. I contributi alla creazione metaforica di questa nuova società rigenerata nel segno della Rivoluzione Gentile continuano ad arrivare da tutta Italia confluendo nella piscina che sarà esposta fino al 15 gennaio.

Guarda il video di Loredana Galante 

 

Mani capaci di ricamare carezze

«… E servono mani ancora capaci di ricamare carezze e di sfiorare, leggere, gli orli e le pieghe delle tante vite in gioco…». Questa frase, tratta dal libro Tenerezza di Isabella Guanzini è stata la prima miccia della Rivoluzione della Galante quando nel 2017 la inserì nella performance E Servono a Palazzo Real Monte Manso di Scala nell’ambito dell’Art Performing Festival di Napoli.

«Ho invitato le persone a sedersi intorno a un tavolo sul quale avevo messo una tovaglia dove avevo scritto in modo circolare questa frase e insieme, ognuno a modo suo, l’abbiamo ricamata, raccontandoci, gli uni di fianco agli altri».

Da questa azione di cura e di attenzione al movimento delle mani, di circolarità e relazione espressa da un intento comune, ha inizio la Rivoluzione Gentile di Loredana Galante, un’azione artistica che ha saputo collegare con fili invisibili realtà diverse del nostro territorio. Esemplare è il legame che si è creato tra il villaggio S.O.S. di Ostuni, dove i ragazzi della casa famiglia hanno fatto un lavoro di scrittura di alcune frasi, e la Casa delle Donne di Amatrice e Frazioni dove le donne hanno ricamato le frasi scelte da questi ragazzi.

«Si è creato una sorta di legame madre-figlio tra le donne di Amatrice e i bambini di Ostuni in cui le donne hanno animato e dato una consistenza tattile con il Filo e la sapienza delle mani, tramandata negli anni, alla voce ed ai pensieri dei bambini».

Questo ha mostrato uno dei poteri della Rivoluzione Gentile della Galante: permettere un abbraccio a chilometri di distanza.

 

 

 

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Dafne Crocella
Dafne Crocella
Dafne Crocella è antropologa e curatrice di mostre d’arte contemporanea. Dal 2010 è rappresentante italiana del Movimento Internazionale di Slow Art con cui ha guidato percorsi di mindfulness in musei e gallerie, carceri e scuole collaborando in diversi progetti. Insegnante di yoga kundalini ha incentrato il suo lavoro sulle relazioni tra creatività e fisicità, arte e yoga.
Da sempre attiva su tematiche ambientali e diritti umani, convinta che il rispetto del proprio essere e del Pianeta passi anche dalla conoscenza, ha sviluppato il progetto di Critica d’Arte Popolare, come stimolo e strumento per una riflessione attiva e consapevole tra essere umano, contemporaneità e territorio. È ideatrice e curatrice di ArtPlatform.it, piattaforma d’incontro tra creativi randagi.

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