Bianca Barchiesi, "ambasciatrice" del tema Adattamento al Cambiamento Climatico nel progetto Horizon Europe

Horizon Europe, l’esperienza della giovane “ambasciatrice” Bianca Barchiesi

Un progetto per contribuire alla nuova Ricerca & Innovazione europea: venti giovani impegnati in iniziative di comunicazione e coinvolgimento delle proprie comunità, su cinque EU Mission dedicate alla salute del pianeta e delle persone. La più giovane ha scelto il Cambiamento Climatico

Una campagna di informazione per sensibilizzare su temi strategici della nostra epoca come l’adattamento al cambiamento climatico, la salute delle acque, la prevenzione del cancro, il cibo e la salute del suolo, le città intelligenti e climaticamente neutre. È l’obiettivo dei venti Ambassadors, selezionati durante i mesi scorsi per partecipare al percorso di formazione-azione Horizon Europe Young Ambassador, nell’ambito del programma quadro Horizon Europe dell’Ue finalizzato ad avvicinare, attraverso le nuove generazioni, comunità e territori alle grandi sfide della ricerca e dell’innovazione.

Si tratta di giovani di età compresa tra i 16 e i 35 anni, con esperienze personali e professionali diverse, provenienti da altrettante regioni d’Italia.

 

 

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Tra questi, Bianca Barchiesi, la più giovane del gruppo, ha appena 16 anni ed è molto interessata al problema del cambiamento climatico. Bianca frequenta il liceo classico a Jesi, in provincia di Ancona, dove vive e realizzerà le proprie attività di ambasciatrice. Le abbiamo chiesto le motivazioni che l’hanno spinta a partecipare al progetto Horizon Europe Young Ambassador e cosa si aspetta da questa importante esperienza.

«Fin da bambina ho avuto un forte interesse per queste tematiche. Ricordo perfettamente il periodo in cui il cambiamento climatico è diventato un tema centrale del dibattito internazionale, attirando così la mia attenzione e il mio interesse»

Tra gli Horizon Europe Young Ambassadors sei la più giovane e stai lavorando sulla Mission Climate Change. Come ti sei avvicinata alle tematiche ambientali?
Ho iniziato a informarmi sulle origini e gli effetti della crisi climatica e questo mi ha portato a notarli sempre di più nel mondo che mi circondava, quindi anche nella mia comunità. Verso i 13 anni ho iniziato a sentire la necessità impellente di impegnarmi nell’attivismo ambientale, poiché volevo dare un contribuito, anche se piccolo e perché sapevo di avere la passione necessaria per apportare un cambiamento. Così, appena compiuti 14 anni, sono diventata volontaria dell’UNICEF, consapevole della varietà di ambiti che rientravano nella sua sfera d’azione. Con UNICEF sono arrivate tantissime opportunità, tra cui GenC, iniziativa promossa da Ashoka Italia e Agenzia Nazionale per i Giovani, che ha portato alla creazione di una comunità di giovani da tutta Italia impegnati a vario titolo nelle proprie realtà locali. Qui ho incontrato tantissimi giovani con i miei stessi interessi e il contatto con loro mi ha consentito di crescere moltissimo a livello personale, attraverso il fruttuoso scambio di idee ed esperienze.

Hai già messo a fuoco l’attività che intendi portare avanti in questo nuovo percorso di formazione – azione proposto da APRE?
Si tratta di un workshop sui temi della mia Mission, Adaptation to Climate Change. Presenterò la proposta a una scuola superiore della mia città insieme al gruppo Younicef Ancona, di cui sono l’attuale rappresentante, l’associazione Impact e il gruppo giovani di WWF Macerata. L’obiettivo dell’iniziativa è far crescere il grado di consapevolezza sulle questioni ambientali, anche con l’aiuto di un guest speaker, e di diffondere informazioni chiare sulle opportunità offerte da Horizon Europe. Sulla base di esperienze precedenti, so per certo che i giovani della mia comunità hanno già una certa sensibilità per i temi del workshop, dunque sono sicura che questa iniziativa sarà un’ottima occasione per vedere realizzarsi un dibattito ricco di idee innovative e spunti interessanti, che potrebbero materializzarsi in soluzioni e progetti da presentare alle istituzioni locali.

 

 

Il prossimo 23 settembre si terrà lo sciopero generale per il clima promosso dagli attivisti di Fridays For Future. Cosa pensi di questa iniziativa, una delle tante lanciate dal movimento, che coinvolgerà soprattutto i più giovani?
Credo che manifestare pacificamente sia fondamentale per mostrare ai decisori politici il coinvolgimento delle giovani generazioni sulle tematiche ambientali, nonché l’insoddisfazione per alcune decisioni prese. Il movimento Fridays For Future ha raggiunto, nel corso del tempo, grazie ai temi e agli obiettivi delle sue battaglie, un’ampia diffusione e partecipazione tra i giovani. Ciò fa sì che venga anche tenuto in considerazione dai cosiddetti “organi decisionali”… credo fermamente che questa opportunità, derivante dalla innegabile visibilità, debba essere sfruttata ancor di più, in modo da garantire un confronto alla pari tra i giovani e le istituzioni.

E’ chiaro come i giovani siano una risorsa senza eguali, in termini di creatività, originalità ed energia, requisiti fondamentali nel processo di ideazione di soluzioni innovative di adattamento al cambiamento climatico.

Ne deriva che i giovani attivisti ambientali devono utilizzare tutti gli strumenti in loro possesso per pensare a progetti concreti e attuabili per far fronte alla crisi climatica, da proporre alle istituzioni, locali o nazionali. Ovviamente, per far sì che ciò avvenga, vanno create opportunità di confronto, compito che spetta alle istituzioni. Questa è, per quanto mi riguarda, partecipazione attiva.

 

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Ritieni che i tuoi coetanei, abbiano come te realmente una sensibilità nei confronti di tematiche legate al clima e alla salvaguardia dell’ambiente? 
Ne sono fermamente convinta. Credo che il tema della tutela ambientale sia ciò verso cui i miei coetanei mostrino maggiore sensibilità. Immagino che ciò dipenda dal fatto che si tratta di una problematica di cui abbiamo sentito parlare fin dalla più tenera età, ma soprattutto da una sorta di “coscienza ambientale” che abbiamo sviluppato, dopo esserci resi conto che

saremo noi ad avere a che fare, in futuro, con gli effetti catastrofici del clima, a causa dei danni provocati dalle generazioni precedenti.

Spesso, tuttavia, nonostante la sensibilità, i giovani mancano di conoscenze solide sui temi ambientali: ciò dipende senz’altro da una lacuna che persiste nel piano educativo della scuola pubblica italiana. Sebbene i docenti e i dirigenti più sensibili si stiano impegnando in tal senso, l’informazione e la formazione sui temi di attualità, tra cui l’emergenza climatica, rimane prevalentemente affidata all’iniziativa individuale, senza una guida costante nella ricerca e selezione di notizie, mentre il ruolo della scuola dovrebbe essere proprio quello di fornire una solida educazione, a 360°, allo studente. Ritengo quindi che il piano educativo debba essere integrato, in questo senso, in modo da includere materie più moderne e di attualità, come, appunto, ecologia.

Siamo in piena campagna elettorale, pensi che la politica debba concentrarsi di più su quanto si potrebbe fare per fronteggiare il cambiamento climatico?
Assolutamente sì. La sostenibilità ambientale è ormai diventata imprescindibile, dunque è dovere dei decisori politici integrarla in tutte le future policies, qualsiasi sia l’ambito di riferimento della compagine politica in questione. Sono fermamente convinta che, essendo la crisi climatica un’emergenza, la scelta di attuare politiche green e di contrasto al cambiamento climatico debba prescindere dal partito politico di appartenenza, in quanto volgere a modelli climaticamente sostenibili non è più un’opzione, ma un “obbligo”. Vale la pena di sfruttare tutte le risorse in nostro possesso per fronteggiare la crisi climatica, poiché di conseguenza si saneranno alcune delle maggiori piaghe del nostro mondo. Spesso ignoriamo, infatti, quanto queste siano strettamente correlate agli effetti del cambiamento climatico: mitigando questi ultimi, riusciremo quantomeno ad attenuare molte delle crisi sociali, economiche e umanitarie in corso. Credo molto nel ruolo della politica in questo, e sono sicura che siamo ancora in tempo per correggere la rotta.

 

 

Horizon Europe Young Ambassador è un progetto proposto da APRE (Agenzia per la promozione della Ricerca Europea) in collaborazione con la rete GEN C (Generation Changemakers). Partecipano: Mario Amoruso (Rete Europa dell’innovazione – REDINN), Bianca Barchiesi (GenC – Ashoka Italia) Brunella Bonetti (talia che cambia), Rosa Colacicco (dottoranda Distgeo UNIBA), Edoardo De Cal (sviluppatore fontanelle d’acqua), Maria Valentina Vanceo (Longarone Fiera Dolomiti – Festival delle foreste), Susanna Croci, Tommaso Ropelato (Alter Think), Damiano Avellino, Pietro Crovari (On Air – voce alla scienza), Federico Gangi (Brinary Academy – la scuola è di tutti), Giovanni Giacomino (consulta giovanile di Alpignano e Europiamo), Antonio Greco (New Wellness Education – APS), Leonardo Maria Ruggeri Masini (LiberaMente), Matteo Spreafico (School Innovation Lab), Davide Ascheri (Delfini del Ponente APS), Stefano Bellomo (Project MANA), Martina Altavilla (volontaria CRI), Fabrizio Gallo (Parco Culturale Alta Langa ONLUS), Giulia Sessa (studentessa in Scienze Naturali, attivista socio-ambientale).

 

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Concetta Zolfo
Concetta Zolfo
Sono cresciuta e vivo a Mondragone, cittadina nella provincia di Caserta, vicino al mare. Laureata in Servizio Sociale, ho frequentato un master in Digital Communication, grazie al quale mi sono avvicinata alla scrittura giornalistica per il web, in particolare al giornalismo ambientale. Lavoro a Roma, come docente specializzato per le attività di sostegno didattico, nella scuola primaria. Amo molto gli animali e da qualche anno ho fatto una scelta radicale, quella vegetariana.

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