memoria ciliegio

Vedo questo albo in libreria e la copertina mi colpisce subito, lo prendo e osservo la vivacità dei colori dell’illustrazione (realizzata da Angela Marchetti), poi leggo “Memorie di un ciliegio”  di  Luigi Dal Cin (edizioni El, 2020). La prima domanda che mi pongo riguarda proprio il titolo: mi chiedo perché chiamarlo proprio così. “Memorie” è una parola che richiama l’idea della morte o di una vita che si sta avviando al termine.

 

Luigi Dal Cin
Luigi Dal Cin ha pubblicato oltre 100 libri di narrativa per ragazzi. Tradotti in 11 lingue

 

Guardo la data di pubblicazione: 2020, l’anno indissolubilmente legato alla pandemia, al distanziamento e alla reclusione. Sono moltissime le persone che sembrano aver rinchiuso la loro vita pre-covid in una sorta di memoriale, un giro di boa che segna il prima e il dopo. Ora il concetto di memoria mi appare più chiaro. Inizio a leggere. L’incipit, sottolineato dalle illustrazioni che mostrano un unico punto di colore smarrito su uno sfondo buio, evoca sensazioni claustrofobiche:

«Faceva caldo là sotto… mi ero svegliato all’improvviso, perché mi sentivo soffocare».

La struttura narrativa è convulsa, frantumata in frasi brevi, come pronunciate con il fiatone. Con l’avanzare delle righe, però, il respiro si normalizza:

«Bisogna solo imparare a respirare in un altro modo».

Ed è così, che scopriamo, la storia di un seme di ciliegio portato via dal vento e andato a finire, ancora dormiente, nel terreno, per poi risvegliarsi al di sotto di un manto stradale che è stato costruito proprio sulla sua testa. Insieme a tanti suoi simili, il seme vorrebbe germogliare, ma quella barriera glielo impedisce. Più che l’asfalto, però, a togliere loro la speranza di libertà è la paura dell’ignoto, del cambiamento.

 

memorie di un ciliegio
Estratto del libro Memorie di un ciliegio

 

Sarà una presa di coscienza collettiva, una volontà nata da tante realtà isolate (di nuovo il pensiero va al lockdown) a rendere possibile un viaggio verso la luce. “Memorie di un ciliegio” è una rivoluzione silenziosa, non violenta, un flash-mob organizzato dagli elementi primordiali della vita per affermare la vita stessa.

Una storia che parla di attesa e di speranza: una lettura che fa bene al cuore, soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo.

Saperenetwork è...

Valentina D'Amora
Valentina D'Amora
Educatrice ambientale genovese, appassionata di storie che innescano cambiamenti. Realizza percorsi educativi sul territorio genovese e le piace mettere in pentola progetti sempre nuovi. Ama viaggiare verde e mangiare bene. Mamma di una bimba dal nome della Terra. Ha studiato comunicazione internazionale, frequentato un master di giornalismo ambientale e ha collaborato con diverse testate giornalistiche, cartacee e online. Ha pubblicato “Il ponte silenzioso” (KC Edizioni, 2019) e “GEco – Guida per una rivoluzione ecosostenibile” (Tulipani Edizioni, 2020).

Sapereambiente

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