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I bambini di oggi “istintivamente” sanno fare i video. I bambini, tra televisione e internet, hanno difficoltà a distinguere la realtà dalla finzione. Le regole per “fare i film” sono quelle che ci insegnano i professionisti di cinema e televisione. I bambini vanno istruiti a difendersi dalle fake news. Abbiamo messo in fila alcune frasi che sintetizzano diverse idee e luoghi comuni sul rapporto tra i più giovani e la comunicazione audiovisiva: cose che sappiamo, che crediamo di sapere, che ripetiamo e di cui ci convinciamo, non sempre dopo averci pensato davvero.

Chi conosce i bambini veri sa che il loro atteggiamento verso la tecnologia e i linguaggi ad essa legati, come il video, non è fondamentalmente diverso da quello che hanno verso i giochi tradizionali, il corpo e l’ambiente in cui vivono, la natura. I bambini sono curiosi del mondo intorno e, ovviamente influenzati dal contesto, semplicemente ci giocano!

Ma il gioco dei bambini, forse uno dei più potenti strumenti di comprensione della realtà che esistano, legato all’emozione e all’esperienza, alla memoria e alla sua rielaborazione attraverso il pensiero, non è generalmente considerato dalla società degli adulti come una cosa seria – per l’appunto, è solo gioco! – e così crescendo i ragazzi di solito si dimenticano la curiosità attiva per il mondo, si adeguano ai modelli culturali correnti e imparano, spesso male, un sapere e comportamenti stereotipati e ripetitivi.

 

Un gruppo di bambini realizzare delle riprese con la telecamera
Far usare la telecamera ai bambini li mette nella condizione di confermare le loro capacità

 

Dare il telecamera in mano ai bambini perché ci giochino, in un contesto educativo in cui l’attenzione dell’adulto valorizza il gesto infantile, ha un duplice effetto immediato. Primo, conferma i bambini nella loro capacità, come gruppo, di essere potenziali produttori di informazione, magari non da soli, magari con l’assistenza di chi ne sa un po’ di più per ottenere un buon prodotto, ma a partire dalla loro realtà e da quello che sono. Secondo, offre agli adulti una visione della realtà infantile basata sulle immagini e i suoni che i bambini stessi producono – e sull’osservazione di come si muovono nel vivo dell’azione, a questo serve il backstage!molto più vera e immediata, pur con il filtro dalle inquadrature e dal montaggio, delle consuete descrizioni a parole da parte di educatori, psicologi, sociologi.

Attraverso il video, quadri importanti del mondo infantile possono rivelarsi come altrimenti non sarebbe possibile.

Fateci sapere, magari in queste stesse pagine, che cosa pensate di questo video (o di altri che conoscete, di cui ci potete dare i link), se vi suggerisce osservazioni simili alle nostre, o di altro tipo, o anche se viceversa trovate il tutto inutile. Anche discutere insieme per capire la realtà basandosi su documenti “veri” è una cosa che, a nostro parere, si fa troppo poco.

Saperenetwork è...

Paolo Beneventi
Paolo Beneventi
Laureato al Dams di Bologna nel 1980, lavora sulle aree di conoscenza ed espressione attraverso cui soprattutto i bambini (ma non solo) possono partecipare da protagonisti alla società dell'informazione: Animazione teatrale, Video e audio, Fotografia, Libri e storie, Pubblicità, Ambiente, Computer, Web.
Cura laboratori e progetti in collaborazione con scuole, biblioteche, enti pubblici e privati, associazioni culturali e sociali, manifestazioni e festival, in Italia e all’estero. È autore di di video e multimediali, e di libri sia legati alla propria attività che di letteratura per bambini.
Alcuni libri: I bambini e l’ambiente, 2009; Nuova guida di animazione teatrale (con David Conati), 2010; Technology and the New Generation of Active Citizens, 2018; I Pianeti Raccontati, 2019; Il bambino che diceva le bugie, 2020. Video: La Cruzada Teatral, 2007, Costruiamo insieme il Museo Virtuale dei Piccoli Animali, 2014; I film in tasca, 2017; Continuavano a chiamarlo Don Santino, film e backstage, 2018.

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