(Foto: Pnw production, pexels)

Il libro perduto delle Tribù Perdute

Esplorando palmo a palmo il monte vicino, i bambini di Cologne scoprono tracce ed elementi che sussurrano storie antiche alla loro fantasia. Uno straordinario lavoro creativo trasformato in prodotto digitale nella modalità democratica e condivisibile utilizzata a cavallo del millennio. Ma forse ancora fruibile, in una biblioteca digitale universale per bambini di prossima realizzazione

Non lo trovavo più. Non nella pila delle cose stampate o ciclostilate (in tanti anni!), non negli archivi elettronici diligentemente salvati in dischi rigidi esterni. Vero che non sono sempre ordinatissimo… Ma questo libro veniva da un lavoro scolastico importante, rielaborato per il concorso di Legambiente, in cui aveva ricevuto una menzione.

Alla fine eccolo: Le tribù perdute del Monte Orfano, in un file .lwp (Lous Word Pro), che apro con Libre Office. Al posto delle figure però, spazi quadrati azzurri: che le immagini non fossero incorporate?

Ho comunque il testo, e altrove ho archiviato i disegni, le voci dei bambini. Ho anche i CD ROM multimediali, in italiano e in inglese: Tre Tribù e un Monte Solo. Già, perché allora, a cavallo del millennio, oltre il libro, il disco audio, il film, oltre le case editrici e le grandi produzioni, protagonisti le persone comuni e anche i bambini, si stava sviluppando una nuova forma di narrazione e produzione digitale. Poi anche quella è andata perduta, e si è tornati ai film, giornali, musica, radio e televisione come una volta, anche se disponibili a pezzi in rete, e ai libri di carta o digitalizzati però sostanzialmente uguali, e abbiamo incanalato il futuro in tunnel di pubblicità come Facebook, Instagram, Tik Tok.

 

disegno di bambini
La tribù del monte Orfano fa un rituale intorno al totem

 

A proposito, importante: dato che quei multimediali sono perfettamente leggibili sui PC di oggi e che le biblioteche della società dell’informazione sono tutto sommato poche e poco frequentate, qui ufficialmente si annuncia che si sta lavorando per realizzare presto un grande archivio in rete ragionato e condiviso dove in particolare le “antiche” e significative produzioni di bambini si possano trovare e liberamente consultare o scaricare. Un contributo per non perdere decenni di cultura digitale dei tempi in cui ancora eravamo noi a farla: e non le “app”. A chi intanto il multimediale delle Tribù interessa, mi contatti e glielo lo posso mandare direttamente io.

Storia delle tribù perdute

C’è dunque questo Monte Orfano che si erge isolato nella pianura sotto il lago d’Iseo, e c’erano, nell’anno 2000, bambini che vivevano ai suoi piedi nel paese di Cologne. Come già era successo con il falso scoop giornalistico allora famoso delle Streghe di Blair, anche le tre classi quinte della scuola primaria raccolgono le “prove” che tre antichissime tribù, di nascosto da tutti, ancora abitano il Monte e i suoi tre ambienti, la Cresta, il Bosco e la Lacca (una grande grotta naturale che porta forse fino al centro della terra).

Ogni tribù ha un modo di vivere, lingua, cultura, religione, che i bambini scoprono nei particolari durante le camminate sul Monte: rocce, piante, pozze d’acqua, funghi scoppianti, scorci del paesaggio. In classe ricostruiscono, elaborano con la fantasia i segni incontrati sul campo.

Tra i nostri accompagnatori, il saggio Coda Bianca non è solo un fotografo esperto di grotte, ma conosce la storia e la saggezza dei Pellerossa d’America. Le tribù gli restituiscono le loro storie, come quella della Zanzara Stressata o del Fungo Bastonato ma Vincitore. Il folto del Bosco cela nidi brulicanti di bruchi come fantasmi e una statua magica compare e scompare tra una sella di alberi, presso la Roccia dell’Acqua e la Pietra del Fuoco, dove il terreno è lavorato dall’Aratro degli Gnomi.

 

 

In cima al monte, ai piedi dell’obelisco magico, la tribù ha trovato il corrispondente animale totemico, una mantide religiosa morta, e le sacerdotesse della Cresta cantano la preghiera, nella loro lingua arcaica:

Ap ciai, log gu

Log gu pam bai

Oua oua

Aua e

Amantidé!

Sulla strada del ritorno sarà solo un piccolo gruppo di iniziati, seguendo una locusta dagli occhi rossi, a incontrare la mantide viva, vera e presente per loro, che si erge diritta e imponente, mentre il video cattura immagini ravvicinatissime di Lei.

Ho ritrovato un copia di Lotus Word Pro su un vecchio portatile: il libro c’è tutto! L’ho stampato e ora, salvato in formato Word ‘97, lo posso convertire anche in PDF. Potrebbe essere uno dei primi documenti, in un settore che potremmo chiamare “opere di adulti ispirate dai bambini”, della nuova biblioteca digitale universale dei bambini che, un pezzettino per volta, andiamo a costruire.

 

Il racconto dattiloscritto delle tribù perdute

Saperenetwork è...

Paolo Beneventi
Paolo Beneventi
Laureato al Dams di Bologna nel 1980, lavora sulle aree di conoscenza ed espressione attraverso cui soprattutto i bambini (ma non solo) possono partecipare da protagonisti alla società dell'informazione: Animazione teatrale, Video e audio, Fotografia, Libri e storie, Pubblicità, Ambiente, Computer, Web.
Cura laboratori e progetti in collaborazione con scuole, biblioteche, enti pubblici e privati, associazioni culturali e sociali, manifestazioni e festival, in Italia e all’estero. È autore di di video e multimediali, e di libri sia legati alla propria attività che di letteratura per bambini.
Alcuni libri: I bambini e l’ambiente, 2009; Nuova guida di animazione teatrale (con David Conati), 2010; Technology and the New Generation of Active Citizens, 2018; I Pianeti Raccontati, 2019; Il bambino che diceva le bugie, 2020. Video: La Cruzada Teatral, 2007, Costruiamo insieme il Museo Virtuale dei Piccoli Animali, 2014; I film in tasca, 2017; Continuavano a chiamarlo Don Santino, film e backstage, 2018.

Sapereambiente

Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!


Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella di posta per confermare l'iscrizione

 Privacy policy


Parliamone ;-)