Al Museo Civico di Zoologia di Roma, tra storia e custodia della biodiversità
Da conchiglie di molluschi di pochi millimetri ad una balenottera di 16 metri: il Museo civico di zoologia di Roma riapre al pubblico con il suo patrimonio di oltre 4 milioni di esemplari. È da qui che iniziamo un nuovo percorso che ci porterà nei più importanti musei naturalistici italiani
«Vittima della guerra per mancanza di cibo essendo interdetta la pesca lungo le coste italiane. Preparato nel 1943 conobbe l’agonia del Fascismo, l’armistizio e la barbara dominazione tedesca, apportatrice di quella civiltà teutonica fatta a base di fucilazioni di innocenti ostaggi, di rapine sistematiche ed organizzate e di razzie di uomini».
Impresse in un biglietto arrotolato e chiuso in una provetta, è nel 1997 che queste parole vennero alla luce. Al Museo Civico di Zoologia di Roma, quell’anno, si lavorava alla creazione di un nuovo percorso espositivo e si decise che il vecchio maschio di leone marino, che fino ad allora aveva accolto i visitatori su un piedistallo in legno, andava rimosso perché troppo deteriorato.
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Dalla Resistenza alla biodiversità
Dalla rottura del cranio del modello in gesso dell’animale… La scoperta, che confermò in modo inequivocabile un’ipotesi avanzata già negli anni precedenti: il museo dava asilo a partigiani e perseguitati politici durante il Ventennio Fascista. Il messaggio, infatti, fu scritto da Edmondo Bertoni, noto tassidermista romano e PierGiovanni Pascucci, perseguitato politico che di giorno trovava rifugio nel laboratorio in cui, tra i tanti, venne preparato Luigi, il mammifero protagonista della vicenda.
Fondato nel 1930, il Museo civico di zoologia di Roma, è da sempre un importante riferimento per gli studiosi del settore. L’immenso patrimonio conservato raccoglie la tradizione delle collezioni naturalistiche romane attive presso le corti papali fin dal 1790 e deriva in gran parte da una convenzione con quella che era la Regia Università di Roma, l’attuale Sapienza.
Immersioni multimediali… Tra vite al limite e amori bestiali
Studi sulla sistematica, sulla biogeografia e sull’ecologia animale accompagnano la tradizionale conservazione degli esemplari, oggi resa moderna da tecniche più avanzate e nove innovative esposizioni. Dalla barriera corallina alle zone umide del Lazio, passando per anfibi, rettili, mammiferi e perfino una sala dominata dallo scheletro di una balenottera comune di 16 metri. C’è poi Amori bestiali, l’esposizione, in buona parte multimediale, dedicata alla riproduzione e al corteggiamento dove è possibile addirittura sentire gli odori attraverso cui alcune specie comunicano. Dai deserti ai ghiacci perenni, senza tralasciare i profondi abissi degli oceani e le grotte oscure: questi ambienti, e la biodiversità ad essi legata, è invece possibile scoprirli nell’esposizione Vivere al limite, dove i curatori del museo si sono sbizzarriti per mettere alla prova le percezioni sensoriali dei visitatori.
Educazione e divulgazione
Tra le numerose collezioni presenti, di particolare rilievo è poi quella ornitologica che comprende oltre 16 mila esemplari di uccelli includendo tutti gli ordini ad oggi noti. Quella che è la più importante collezione ornitologica italiana, fu donata nel 1937 dal Conte Ettore Arrigone degli Oddi, padre della Scienza dedicata ai volatili nel nostro Paese.
Il Museo è inoltre particolarmente attivo sul fronte educativo. Sono tante infatti le attività proposte ai visitatori più giovani, non a caso, la divulgazione della cultura scientifica rientra nelle “missioni” del museo. Si legge nel sito ufficiale:
«È stata rivista l’immagine classica, consolidata, del Museo”‘educatore” in favore di una struttura dinamica, aperta a nuove esperienze culturali e al dialogo con la cittadinanza. Le forme di comunicazione hanno superato il trasferimento di informazioni in favore di uno scambio tra culture e punti di vista».
Progetti non spiaggiati
In ultimo, ma non meno importante, i tanti progetti che la struttura avvia con diverse realtà del territorio regionale e nazionale. Ad esempio, si rinnova anche quest’anno, il progetto Recupero di vertebrati marini spiaggiati sulle coste del Lazio. Nato nel 2015 dalla collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, l’attività ha lo scopo di rilevare e registrare tutti i dati relativi ad ogni esemplare di rettile (tartarughe marine) o mammifero (Cetacei) di cui si abbia notizia di spiaggiamento nonché, grazie alla collaborazione con i tassidermisti del museo, di conservarne i resti andando ad incrementare i reperti collezionati.
Guarda il video sulla riapertura dei Musei civici di Roma
Il Museo riapre le porte
Dopo lo stop imposto dall’emergenza sanitaria globale, è stata fissata al 2 giugno la data di riapertura dei Musei in Comune. I musei dell’organizzazione culturale capitolina, di cui il Museo civico di zoologia fa parte, riaprono i battenti dopo oltre due mesi di chiusura, sebbene, grazie alla campagna virtuale #laculturaincasa, non si siano mai fermati del tutto.
Saperenetwork è...
- Laureato presso l'Università degli studi di Roma "La Sapienza" in Scienze Ambientali prima, e in Ecobiologia poi. Attualmente frequenta, presso la medesima università, il corso di Dottorato in Scienze Ecologiche. Divulgare, informare e sensibilizzare per creare consapevolezza ecologica: fermamente convinto che sia il modo migliore per intraprendere la via della sostenibilità. Per questo, e soprattutto per passione, inizia a collaborare con diverse testate giornalistiche del settore, senza rinunciare mai ai viaggi con lo zaino in spalla e alle escursioni tra mare e montagna
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