lince eurasiatica

Sulle orme della lince, il maestoso felino delle Alpi Giulie

Sulle tracce di questa specie, un tempo comune nelle foreste europee e siberiane, ma negli ultimi anni a rischio estinzione. Due progetti europei con lo scopo di salvarla, monitorano e studiano i magnifici esemplari presenti sulle Alpi Giulie

È una mattina di qualche tempo fa e insieme a un gruppetto di naturalisti e appassionati ci addentriamo nella Foresta di Tarvisio, luogo magico e pulsante di natura nelle Alpi Giulie, ai confini tra Italia, Austria e Slovenia. Ripercorriamo le orme della lince, un magnifico e solitario felino dei boschi dalla vista e dall’udito eccezionali, che compare in molte culture tradizionali come animale totemico connesso ai misteri occulti e alla chiaroveggenza.

Agile e veloce quanto elusiva e silenziosa, la lince eurasiatica (Lynx lynx) un tempo era piuttosto comune nelle foreste europee e siberiane, ma negli ultimi due secoli nelle nostre aree è stata portata quasi all’estinzione.

Le cause principali, come per molti altri predatori che si trovano all’apice della catena alimentare, vanno ricercate nell’alterazione, perdita e frammentazione dell’habitat, così come nell’azione diretta dell’uomo, che per lungo tempo ha percepito come minaccia – o ambito trofeo – queste creature preziose.

Come spesso accade, l’allarme scatta quando la situazione è davvero drammatica e anche per la lince è stato così. Da qualche decennio, a questo felino grande pressappoco come un labrador e dal caratteristico ciuffo di peli sulle orecchie è stato riconosciuto lo status di specie altamente minacciata a livello europeo, e per questo protetta da leggi nazionali ed europee. Oltre agli interventi di monitoraggio, conservazione e gestione delle sparute popolazioni residue, dagli anni Settanta sono stati effettuati molteplici progetti di reintroduzione.

 

Un bellissimo esemplare di lince osservato nel suo ambiente naturale durante i monitoraggi svolti dal team del Progetto Lince Italia. [Foto: Renato Pontarini]
Un bellissimo esemplare di lince osservato nel suo ambiente naturale durante i monitoraggi svolti dal team del Progetto Lince Italia. (Foto: Renato Pontarini)

E proprio dei progetti più recenti che interessano la catena alpina abbiamo parlato durante la nostra passeggiata con Paolo Molinari e Anja Jobin, profondi conoscitori della biologia ed ecologia della lince, membri del Cat Specialist Group dell’Iucn e coordinatori rispettivamente del Progetto Lince Italia e dell’organismo internazionale Scalp (Status and Conservation of the Alpine Lynx Population). Al momento sono in corso due importanti progetti europei che li vedono partecipi: l’Interreg Central Europe 3Lynx e il Life Lynx.

 

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Il progetto 3Lynx, come suggerisce il nome, si focalizza su tre popolazioni di linci: boema-bavarese-austriaca (Austria, Germania e Repubblica Ceca), dinarica e delle Alpi sud-orientali (Slovenia e Italia). In tutti e tre i casi si tratta di piccoli nuclei isolati che, a partire dai pochi individui reintrodotti, stanno ricominciando a diffondersi sul territorio.

Per favorire questa tendenza, 3Lynx mette in atto sia azioni dirette di studio, monitoraggio e conservazione, sia azioni legate alla cooperazione internazionale e alla gestione dei conflitti. In quest’ultimo caso, l’attenzione è focalizzata su una componente cruciale degli stakeholder (i cosiddetti “portatori di interesse”), ossia quelli che da potenziali minacce possono trasformarsi in indispensabili alleati.

Il progetto Life Lynx è strettamente collegato al precedente e si concentra in particolare sulle popolazioni dinarica e delle Alpi sud-orientali. Coinvolge sempre l’Italia e la Slovenia, a cui si aggiungono Croazia, Slovacchia e Romania. L’obiettivo principale, anche in questo caso, è salvare le popolazioni di lince dall’estinzione con interventi di reintroduzione, con studi e monitoraggi capillari e con strategie di conservazione efficaci e ben concertate.

 

Gli studiosi Paolo Molinari e Anja Jobin mentre effettuano le operazioni di montaggio del radiocollare su uno degli individui monitorati lungo la catena alpina. [Foto: Renato Pontarini]
Gli studiosi Paolo Molinari e Anja Jobin mentre effettuano le operazioni di montaggio del
radiocollare su uno degli individui monitorati lungo la catena alpina. (Foto: Renato Pontarini)

Questo progetto affronta anche un problema comune ad altri animali selvatici a rischio di estinzione (si pensi per esempio al famoso caso dei ghepardi): l’inbreeding, ossia l’incrocio tra animali strettamente imparentati. Si è infatti visto che le popolazioni locali di lince, dopo un periodo di crescita, sono nuovamente in declino a causa dell’impoverimento della diversità genetica, che a sua volta porta a una maggiore vulnerabilità alle malattie e a problemi di sterilità. Per far fronte a questa criticità, il progetto intende introdurre alcune linci dai Carpazi, dove è presente una popolazione in buono stato di conservazione. Nel contempo, si vanno a creare dei corridoi ecologici che permettano la libera circolazione degli individui, favorendo lo scambio e arricchendo così il patrimonio genetico delle popolazioni per renderle più vitali.

Questi interventi di così ampio respiro fanno finalmente ben sperare sulla ricomparsa della lince, e un giorno potremmo addirittura essere così fortunati da intravederla in una radura tra gli alberi o in cima a qualche masso mentre passeggiamo nel regno delle foreste.

Saperenetwork è...

Mara Marchesan
Naturalista di formazione, multiculturale per vocazione, da diversi anni lavora nel settore dell’editoria scientifica dove si occupa di progettazione e redazione di testi divulgativi e didattici. Come consulente ambientale e della sostenibilità ha sviluppato, gestito e coordinato progetti nazionali e internazionali sui temi dell’ecologia, della conservazione e dello sviluppo sostenibile per università ed enti di ricerca, organizzazioni governative e non governative e organismi internazionali. Spirito eclettico e curioso, con una passione atavica per la natura nelle sue molteplici forme ed espressioni, negli anni ha spaziato dai territori più tecnici e scientifici a quelli più arcaici e olistici, muovendosi sempre con l’entusiasmo dell’esploratore. Oltre al mondo naturale tout court, la appassionano il lifestyle eco-sostenibile e le innovazioni green, la letteratura e le espressioni artistiche e tutto ciò che è fusione tra natura e cultura. Con un gusto pionieristico per il viaggio, soprattutto se di esplorazione e scoperta.

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