Il satellite Unosat mostra i danni dello tsunami nel villaggio di Nomuka (Foto: Unosat)

Il satellite Unosat mostra i danni dello tsunami nel villaggio di Nomuka (Foto: Unosat)

Tonga, incubo di cenere. Per la Nasa eruzione “500 volte più forte di Hiroshima”

Sempre più complessa la situazione dell’arcipelago polinesiano, colpito il 15 gennaio da un’eruzione vulcanica pari, per la Nasa a “5-10 megatoni di tritolo”. Difficile la conta dei morti e dei danni, comunicazioni interrotte per almeno quattro settimane. La Caritas australiana: “Emergenza acqua potabile”

È un disastro senza precedenti quello causato il 15 gennaio dall’eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai nel regno di Tonga, paradiso polinesiano di 170 isole, quasi tutte disabitate, con spiagge bianche, barriere coralline, e foreste tropicali. Secondo i ricercatori della Nasa, la potenza dell’eruzione sarebbe di ben  “500 volte più potente della bomba atomica sganciata su Hiroshima”. Come ha dichiarato alla radio Npr James Garvin, scienziato capo presso il Goddard Space Flight Center della Nasa, “il numero a cui siamo arrivati è attorno ai 10 megaton – 10 milioni di tonnellate – di equivalente in tritolo”.

 

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D’altronde anche le comunità costiere di Fiji, Samoa e Vanuatu sono state colpite dalle onde dello tsunami innescato dall’eruzione. Onde che hanno raggiunto addirittura Australia, Giappone e Stati Uniti.

Quantificare e qualificare i danni è tuttora difficile: non sono ancora chiare le conseguenze, anche a causa della difficoltà di movimento e di comunicazione.

Il 17 gennaio Australia e Nuova Zelanda hanno inviato voli di sorveglianza per fare le prime valutazioni, e le  immagini satellitari mostrano danni da tsunami a varie strutture vicino alla costa di Tongatapu, l’isola principale del regno, 65 chilometri a sud del vulcano. Pesanti precipitazioni di polvere vulcanica – centimetri o addirittura decimetri – sono cadute anche sull’isola, mettendo in pericolo le forniture di acqua dolce e altre infrastrutture vitali. Al momento i morti certi sembrano essere tre: questo l’unico dato certo secondo una dichiarazione rilasciata martedì 18 dall’ufficio del Primo Ministro di Tonga, Siaosi Sovaleni. Ovviamente il bilancio è momentaneo, ed è molto plausibile che aumenterà. Anche perché il governo non è ancora riuscito a prendere contatti con diverse isole abitate. Sempre secondo i pochi dati ufficiali giunti finora, tutte le case dell’isola di Mango, dove vivono circa 50 persone, sono state distrutte, mentre nell’isola di Fonoifua ne sono rimaste in piedi soltanto due.

 

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A causa dell’enorme quantità di cenere sprigionata dall’eruzione, anche l’arrivo di aiuti sembra essere particolarmente problematico, come sottolinea il Primo Ministro neozelandese Nanaia Mahuta:

«Le immagini mostrano cenere sulla pista dell’aeroporto di Nuku’alofa che deve essere sgomberata prima che un volo C-130 Hercules con assistenza umanitaria possa atterrare».

Sempre secondo fonti ufficiali del governo neozelandese, ci  vorrà probabilmente almeno un mese per riparare il cavo di comunicazione sottomarino che collega il resto del mondo alle isole. Secondo il portavoce del Ministero degli Esteri:

«La società statunitense SubCom afferma che ci vorranno almeno quattro settimane per ripristinare le connessioni di Tonga».

Nel frattempo, mentre il governo australiano ha inviato aerei di sorveglianza per valutare i danni alle infrastrutture critiche come strade, porti e linee elettriche, la Caritas australiana fa il punto della situazione umanitaria e lancia un appello per voce di Damaris Pfendt, coordinatore umanitario del Pacifico per l’organizzazione: «La cenere vulcanica e l’inondazione di acqua salata delle onde dello tsunami  hanno contaminato le riserve idriche, quindi molte comunità rimarranno senza acqua pulita. C’è un urgente bisogno di acqua dolce e riparo, soprattutto per le comunità della costa le cui case sono state danneggiate dalle onde dello tsunami».

 

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Valentina Gentile
Nata a Napoli, è cresciuta tra Campania, Sicilia e Roma, dove vive. Giornalista, si occupa di ambiente per La Stampa e di cinema e società per Libero Pensiero. Ha collaborato con Radio Popolare Roma, La Nuova Ecologia, Radio Vaticana, Al Jazeera English, Sentieri Selvaggi. Ha insegnato italiano agli stranieri, lingua, cultura e storia del cinema italiano alle università americane UIUC e HWS. È stata assistente di Storia del Cinema all’Università La Sapienza di Roma. Cinefila e cinofila, ama la musica rock, i suoi amici, le sfogliatelle e il caffè.

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