Orsi europei

Impariamo a raccontare la storia dell’orso

L’orso bruno è faticosamente tornato sulle Alpi e sugli Appennini dopo essere stato quasi sterminato, ma all’entusiasmo iniziale si contrappongono sempre più spesso posizioni conflittuali o del tutto ostili: come si può arrivare a una equilibrata convivenza?

Yoghi e Bubu, Onofrio, Paddington, Winnie the Pooh, Baloo. La lista degli orsi che popolano l’immaginario della nostra infanzia attraverso libri e cartoni animati è davvero lunga. Come mai? Di certo, tra i fattori che giocano a loro favore c’è la somiglianza con l’essere umano. Pensiamo alla classica immagine dell’orso che se ne sta dritto sulle zampe posteriori, massiccio e un po’ goffo, magari annusando l’aria o mangiucchiando delle bacche succulente. Ecco che orsi e orsetti diventano vere e proprie mascotte che suscitano simpatia e tenerezza. Anche nei miti l’orso è onnipresente: è una delle più comuni e, pare, più antiche manifestazioni del divino e personifica la forza, l’imponenza e la protezione.

 

orso paddington
L’orso Paddington è così popolare che gli è stata dedicata persino una statua nell’omonima
stazione della metropolitana di Londra. [Foto: Aitoff/pixabay]

L’Orso bruno europeo e le sue Alpi

Eppure, quando torniamo alla realtà dei fatti scopriamo che gli orsi non sono stati trattati con molto riguardo dalla nostra specie. In molte parti del globo, le popolazioni sono in declino o addirittura a rischio di estinzione. Anche se ci focalizziamo solo sull’Italia ci rendiamo conto che la situazione non è certo rosea. Nella nostra penisola è presente l’orso bruno europeo (Ursus arctos), distribuito in tre areali ben precisi: due alpini, uno nel Trentino occidentale e l’altro nel Tarvisiano in Friuli Venezia Giulia – sebbene i singoli individui si possano muovere lungo l’arco alpino, e uno nell’Appennino centrale, dove si osserva la sottospecie marsicana (Ursus arctos marsicanus). Nel corso degli ultimi due-trecento anni queste popolazioni si sono assottigliate sempre di più, fino ad arrivare quasi a scomparire nel Novecento.

Perché è scomparso?

Prima di passare ai rimedi, chiediamoci quali possano essere state le cause di un così drammatico declino. Una di queste è senz’altro la frammentazione e la scomparsa degli habitat idonei all’orso, in particolare foreste e pascoli di montagna, causata da azioni quali il disboscamento, la costruzione di strade e infrastrutture e altri interventi che hanno portato alla trasformazione del paesaggio. Un fattore ancora più impattante è stato però quello della persecuzione diretta. Questo plantigrado ha infatti ricevuto lo stesso trattamento riservato agli altri grandi carnivori delle nostre zone: la caccia accanita e spietata, condotta in modo tanto sconsiderato da portare le specie oggetto di abbattimento sull’orlo dell’estinzione. L’orso veniva visto come un antagonista minaccioso, pronto a saccheggiare gli allevamenti e, magari, anche ad attaccare l’uomo. E allora, mancando la consapevolezza di quanto sia importante tutelare gli equilibri ecologici attraverso la presenza di tutte le specie tipiche di un dato ambiente, ci si è dati da fare per eradicare questo “fastidioso nemico”. Lo si è fatto talmente bene che, secondo i dati del Wwf, negli anni Novanta del secolo scorso sulle Alpi italiane non erano rimasti più di 3-5 esemplari di orso.

 

orso bruno esemplare
Gli ambienti prediletti dall’orso bruno sono le foreste e i pascoli di montagna, anche se talvolta
qualche individuo può avvicinarsi ai centri abitati. [Foto: Bergadder/pixabay]

Il ritorno dell’Orso e di nuovi e vecchi conflitti

Ancora una volta, solo dopo essere arrivati davvero vicini al tragico punto di non ritorno si è tentato di correre ai ripari, mettendo in atto interventi di protezione dell’esistente e di ripopolamento con orsi provenienti da altre aree, in particolare dalla Slovenia per quanto riguarda il territorio alpino. Grazie a una serie di progetti mirati, le popolazioni sono cresciute nuovamente e oggi si contano un’ottantina di orsi sulle Alpi e una sessantina sugli Appennini. Dopo i primi entusiasmi per il ritorno di questo maestoso animale, però, sono riemersi anche i vecchi conflitti. Alcuni abbattimenti intenzionali o accidentali e una serie di catture, come quelle reiterate nel tempo dell’orso Papillon e salite alla ribalta anche di recente, sono diventate casi mediatici che hanno portato all’attenzione generale un problema annoso: quello della convivenza con le popolazioni di orsi e della risoluzione dei conflitti generati dall’aumento della loro presenza sul territorio. I progetti di conservazione più recenti sono perciò fortemente focalizzati su questi aspetti.

Progettare la convivenza

Uno di essi, il progetto Life Dinalp Bear, ha persino ricevuto lo scorso ottobre il prestigioso premio Life Award, assegnato ogni anno al progetto di conservazione più innovativo ed efficace a livello europeo dal programma Life, il più importante strumento finanziario dell’Unione Europea per la protezione della natura. Questo progetto di gestione e conservazione dell’orso bruno è coordinato dal Servizio Forestale Sloveno e annovera tra i suoi partner l’associazione Progetto Lince Italia, la Provincia Autonoma di Trento e la Regione Veneto, oltre a enti scientifici e istituzionali austriaci e croati. Il focus principale del progetto è proprio la risoluzione dei conflitti tra uomo e orso, attraverso lo sviluppo di misure che ne favoriscano la convivenza.

 

life awards 2020
Il progetto Life Dinalp Bear ha ricevuto lo scorso ottobre il premio Life Award 2020

Un progetto per educare l’uomo

Un aspetto cruciale è quello della comunicazione con i portatori di interesse, in primis allevatori e agricoltori, ma anche rappresentanti del mondo delle infrastrutture, dell’edilizia, del turismo e via dicendo. Gli interventi di informazione ed educazione ambientale sono indispensabili per far comprendere l’importanza dell’orso dal punto di vista socio-economico oltre che ambientale. Solo in questo modo, infatti, è possibile coinvolgere chi vede l’orso come un minaccioso antagonista, trasformandolo in un prezioso alleato per la sua conservazione. Tra le misure che possono essere messe in atto per favorire la convivenza con gli orsi ci sono la posa di recinzioni elettriche a bassa tensione, l’utilizzo di cani da guardiania per proteggere il bestiame, la creazione di aree di foraggiamento dedicate. A questo riguardo è interessante l’esperienza della Val di Non, dove il Wwf gestisce da più di vent’anni dei frutteti dedicati esclusivamente agli orsi.

 

Orso bruno europeo
La tutela dell’orso passa anche attraverso la conoscenza dei suoi comportamenti e delle sue
abitudini. [Foto: Alexas Fotos/pixabay]

Incontri fortunati

Uno dei problemi legati alla presenza degli orsi sul territorio, infine, è il rischio (o la fortuna, direbbe qualcuno!) di incontrarne uno mentre si sta passeggiando per monti e boschi. Anche in questo caso, conoscere l’orso e le sue abitudini è fondamentale per tutelarlo: se sappiamo come comportarci in sua presenza, sarà molto difficile che un orso ci attacchi. Il progetto Life Dinalp Bear ci offre un bel decalogo sui comportamenti da tenere nelle aree di presenza dell’orso e in caso di incontro con uno di essi: leggiamolo e impariamo a raccontare la storia dell’orso anche dal suo punto di vista!

Saperenetwork è...

Mara Marchesan
Naturalista di formazione, multiculturale per vocazione, da diversi anni lavora nel settore dell’editoria scientifica dove si occupa di progettazione e redazione di testi divulgativi e didattici. Come consulente ambientale e della sostenibilità ha sviluppato, gestito e coordinato progetti nazionali e internazionali sui temi dell’ecologia, della conservazione e dello sviluppo sostenibile per università ed enti di ricerca, organizzazioni governative e non governative e organismi internazionali. Spirito eclettico e curioso, con una passione atavica per la natura nelle sue molteplici forme ed espressioni, negli anni ha spaziato dai territori più tecnici e scientifici a quelli più arcaici e olistici, muovendosi sempre con l’entusiasmo dell’esploratore. Oltre al mondo naturale tout court, la appassionano il lifestyle eco-sostenibile e le innovazioni green, la letteratura e le espressioni artistiche e tutto ciò che è fusione tra natura e cultura. Con un gusto pionieristico per il viaggio, soprattutto se di esplorazione e scoperta.

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