Meditazione e biodiversità. L’innovativo progetto Zen nelle Langhe
A Costigliole d’Asti l’associazione Zen Bodai Dojo trasforma sei ettari di terreno in un eco-parco sostenibile. Vi raccontiamo il loro progetto, “Vivere l’interdipendenza”, che vuole attrarre persone di culture, confessioni e filosofie differenti intorno ad un nuovo approccio “con e nella natura”
Tra le rinomate colline di Langhe e Monferrato, un progetto innovativo sta prendendo forma: l’associazione Zen Bodai Dojo, grazie al sostegno dell’Unione Buddhista Italiana, sta trasformando sei ettari di terreno a Costigliole d’Asti, con vista sulle Alpi, in un eco-parco sostenibile, il cui cuore pulsante è il tempio Zen Gyogenji.
Rigenerazione spirituale
Questo luogo di meditazione, progettato in bio-architettura, è il fulcro del progetto “Vivere l’interdipendenza”. Attorno ad esso si sviluppa un orto di agricoltura rigenerativa ampio 3.000 metri quadrati su terrazzamenti, un frutteto di alberi autoctoni e una nascente food forest con specie mellifere e tartufigene. L’iniziativa comprende anche l’apicoltura, con l’arrivo di tre nuove famiglie di api.
«Per la nostra comunità, l’orto ha un ruolo fondamentale: oltre a fornire sostentamento per i monaci, è il luogo simbolo e concreto di condivisione della pratica, di ritorno alla natura e di interdipendenza con l’ecosistema – spiega il Maestro Zen Beppe Mokuza Signoritti, guida spirituale del Centro Zen Bodai Dojo di Alba (Cn) – Per questo organizziamo le giornate di lavoro nell’orto aperte a tutti: crediamo che il contatto con la terra generi benessere e sia un tempo dedicato alla natura e agli altri». E aggiunge:
«Coltiviamo con spirito di non profitto e con animo aperto e generoso».
Biodiversità al centro
La biodiversità è un aspetto cruciale del progetto, particolarmente rilevante in un territorio come quello delle Langhe, patrimonio Unesco ma segnato dalla predominanza della viticoltura. Mentre la monocultura vitivinicola ha portato fama e prosperità alla regione, ha anche sollevato preoccupazioni sulla biodiversità e la salute dell’ambiente. Il progetto Zen Bodai Dojo si pone come un’integrazione armoniosa al paesaggio vitivinicolo, dimostrando come sia possibile affiancare diverse colture e pratiche agricole sostenibili alla tradizionale viticoltura, arricchendo così l’ecosistema locale e promuovendo una maggiore biodiversità.
Ricongiungersi con la natura
Lo Zen è una scuola giapponese del Buddhismo Mahayana che enfatizza la pratica della meditazione come via per l’illuminazione. Al centro della pratica zen c’è lo zazen, una forma di meditazione seduta. Durante lo zazen, i praticanti siedono in posizione eretta, solitamente su un cuscino, con le gambe incrociate e le mani in una posizione specifica. L’obiettivo è osservare il respiro e i pensieri senza attaccamento, coltivando una consapevolezza pura e non giudicante del momento presente. Questa pratica è considerata la via diretta per realizzare la propria vera natura e l’interconnessione di tutte le cose, principi fondamentali che si riflettono anche nel progetto del tempio Zen Gyogenji.
Gli appuntamenti del venerdì
Ogni venerdì pomeriggio, l’orto si apre alla comunità, offrendo laboratori, proposte educative e passeggiate che promuovono il senso di appartenenza alla natura, in sintonia con la pratica meditativa del tempio. Il progetto riflette i principi buddhisti di interconnessione e rispetto per tutti gli esseri senzienti, estendendo la pratica meditativa del tempio al lavoro nella terra. A maggio sono state piantate 700 piantine di pomodori, 50 chilogrammi di patate e seminato angurie, meloni e zucche, utilizzando una banca dei semi biologici. Il frutteto comprende kiwi, melograni, fichi, susine, mele, pere, cachi, nespole, albicocche e ciliegie, contribuendo così a mitigare gli impatti della monocoltura vitivinicola.
L’Agenda ecologia del buddhismo
“Vivere l’interdipendenza” si allinea perfettamente con l’Agenda Ecologia di Unione Buddhista Italiana, un’iniziativa che pone l’ecologia e la sostenibilità al centro dell’azione buddhista in Italia. L’Agenda mira a «coltivare una risposta buddhista alla crisi ecologica e contribuire all’attivazione di un cambiamento radicale nel nostro pensiero». Questa prospettiva, radicata nella pratica meditativa del tempio, intende legittimare gli ecosistemi come soggetti di diritto, opponendosi allo sfruttamento della terra e promuovendo un approccio olistico alla sostenibilità.
Sostegno utile
Il progetto ambisce a creare, intorno al tempio, un punto d’incontro tra le comunità locali e un polo d’attrazione per persone di tutta Europa, di credo e culture differenti, che desiderano sperimentare un nuovo approccio del vivere «con e nella natura». Inoltre, punta a generare nuovi posti di lavoro legati all’ecoturismo, all’agricoltura sostenibile e all’educazione ambientale. Il sostegno dell’Unione Buddhista Italiana attraverso i fondi 8xmille è cruciale per realizzare questo e altri progetti simili. Dal 2017, l’UBI supporta iniziative che promuovono il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo di una cultura della sostenibilità, collaborando con il Terzo Settore e prediligendo piccole realtà territoriali.
Interdipendenza da vivere
E mentre il sole tramonta sulle colline piemontesi, il tempio zen e il suo orto a Costigliole d’Asti continuano a crescere, non solo come strutture fisiche, ma come comunità. È un luogo dove la meditazione si fonde con il lavoro della terra, un invito a riflettere su come possiamo «vivere l’interdipendenza» nelle nostre vite quotidiane.
Ricordandoci che siamo parte integrante della natura e responsabili della sua preservazione.
Saperenetwork è...
- Giornalista, copywriter, blogger e appassionato di come la tecnologia può rivoluzionare i modelli di business. Ha fondato Engagemint ed è tra gli artifici del gruppo Hub48 di Alba (Cn).
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