La mucca Evelyn e Sofia (Eleonora Giovanardi) nel green movie di Anna Di Francisca "Evelyn tra le nuvole"

C’era una volta Pietra di Bismantova, imponente massiccio roccioso a forma di nave che domina le vallate e i boschi dell’Appennino Reggiano. Lontano dal caos delle città, immerso in un silenzio d’altri tempi, protetto dal calore rassicurante delle tradizioni e dei ritmi naturali, si erge il piccolo regno di Sofia: un antico casale ereditato dai genitori dove alleva le sue mucche, coltiva erbe medicinali e alloggia turisti in cerca di pace assoluta.

In questo piccolo mondo fuori dal mondo, internet è parola quasi sconosciuta e, nonostante la bioedilizia e il turismo slow, temutissima.

 

Eleonora Giovanardi nel ruolo di Sofia

 

Sofia, quarant’anni e un ex fidanzato geologo, è felice così. Anche suo fratello Claudio lo sarebbe, non fosse che per le smanie della moglie Erika, aliena vestita rosa fucsia dai capelli alle scarpe che proprio in apertura di film abbiamo visto aggirarsi tra i covoni e i campi di grano, sparando agli invisibili nemici del suo videogame, con tanto di drone e visore a farle compagnia. Ed è sempre sul più bello, a un passo dalla sparatoria finale, che cade la connessione e lei sogna, esasperata, di emigrare a Dubai. E’ per farle piacere e provare a riconquistarla che Claudio ha convocato al casale il dirigente francese della compagnia telefonica che installerà tra le montagne incontaminate un enorme ripetitore. Il contratto è pronto. Molti in paese non aspettano altro. Mancano solo le firme. Se non fosse che un provvidenziale mal di schiena…

 

Violante Placido è la tecnologica Erika

 

Internet o la pace? Modernità iperconnessa o rispetto per la natura? Dov’è la sottile linea di convivenza tra passato e presente-futuro, tra ciò che non si deve perdere e tutto quello di cui sembra non possiamo fare a meno? E qual è il prezzo di ogni scelta?

Si snoda tra le vite e le visioni inconciliabili di queste due donne – e, in fondo, di due socio-schieramenti assai più vasti – il nuovo film di Anna Di Francisca, “Evelyn tra le nuvole”, commedia green assoluta, per statuto e paesaggi. A cominciare dal titolo, dedicato non alla protagonista, ma alla mucca preferita di Sofia, una bella vacca da latte che sulle nuvole ci andrà davvero, la volta in cui scappa, precipita in un burrone e l’elicottero la recupera, trasportandola di nuovo via cielo, sulle note dell’aria “Un dì, all’azzurro spazio” dell’Andrea Chénier, fino all’amata stalla. «Ho visto questa scena accadere veramente, un’estate in Trentino – ha raccontato la regista – e ho capito immediatamente che l’avrei voluta in un mio film».

 

Lucia Vasini e Marco Maccieri in un momento di Evelyn tra le nuvole

 

Di Francisca, già autrice al cinema di “La bruttina stagionata” e in tv di alcuni episodi di Un medico in famiglia e Le ragioni del cuore, scrive anche la sceneggiatura (con Laura Fischetto) e confeziona un film che punta al cuore di uno dei temi cruciali del nostro vivere, ovvero come conciliare le necessità e le comodità connesse con la tecnologia e i suoi derivati con il desiderio di non annullare le tradizioni e la lentezza, la sostenibilità e l’ambientalismo. Il film, uscito il 30 marzo e in distribuzione in tutta Italia, con numerose copie in Emilia-Romagna, è una commedia gradevole, con tratti quasi fantasy, tutta virata al femminile, e qualche lacuna di sceneggiatura che, soprattutto nel finale, penalizza invece un tema attualissimo e imprescindibile.

 

Antonio Catania è tra i protagonisti di "Evelyn tra le nuvole"
Antonio Catania è tra i protagonisti di “Evelyn tra le nuvole”

 

A dar man forte alla regista nell’impresa è sicuramente la scelta e la prova di un cast ben equilibrato, in cui spicca la Sofia di Eleonora Giovanardi (“Quo Vado” e “La California”), perfettamente a suo agio nei panni dell’allevatrice sensibile, aiutata anche dal ritorno alle cadenze dialettali delle sue radici emiliane. Ognuno con le sue sfumature, le sono accanto la smaniosa Erika di Violante Placido, l’indeciso fratello affidato a Marco Maccieri, al suo debutto cinematografico, il sempre gradevole Antonio Catania, immigrato un po’ spaesato e un po’ furbastro, il cacciatore stagionato di Andrea Roncato e la “signora delle erbe” di Lucia Vasini. Ad aggiungere un tocco di esotismo alla commedia, le presenze francesi di Gilbert Melki, l’agente inchiodato a letto dal colpo della strega, a volte sopra le righe nel personaggio di impresario nevroticamente assatanato di tecnologia, e di Claire Nebout, la spregiudicata amica di famiglia, custode di romantici segreti.

Riuscirà il cattivo Richard nel suo assedio al bucolico reame di Sofia?

E’ ovvio che il genere presuppone un lieto fine, qui moltiplicato per tre. Ma quel che veramente interessa a Di Francisca non è tanto risolvere il conflitto, quanto ingenerare nello spettatore la domanda. Inseguendo i personaggi nelle evoluzioni del plot, tra le stazioni obbligate degli equivoci e dei quasi magici colpi di scena, ecco che nel film ciascuno saprà trovare il giusto equilibrio e la giusta risposta, e, in sala, ciascuno si sentirà rappresentato a dovere, tra le mille sfumature filosofico-esistenziali del microcosmo di Sofia e le sue sfide.

 

 

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Stefania Chinzari
Stefania Chinzari
Stefania Chinzari è pedagogista clinica a indirizzo antroposofico, counselor dell’età evolutiva e tutor dell’apprendimento. Si occupa di pedagogia dal 2000, dopo che la nascita dei suoi due figli ha messo in crisi molte certezze professionali e educative. Lavora a Roma con l’associazione Semi di Futuro per creare luoghi in cui ogni individuo, bambino, adolescente o adulto, possa trovare l’ambiente adatto a far “fiorire” i propri talenti.
Svolge attività di formazione in tutta Italia sui temi delle difficoltà evolutive e di apprendimento, della genitorialità consapevole, dell’eco-pedagogia e dell’autoeducazione. E’ stata maestra di classe nella scuola steineriana “Il giardino dei cedri” per 13 anni e docente all’Università di Cassino. E’ membro del Gruppo di studio e ricerca sui DSA-BES, della SIAF e di Airipa Italia. E’ vice-presidente di Direttamente onlus con cui sostiene la scuola Hands of Love di Kariobangi a Nairobi per bambini provenienti da gravi situazioni di disagio sociale ed economico.
Giornalista professionista e scrittrice, ha lavorato nella redazione cultura e spettacoli dell’Unità per 12 anni e collaborato con numerose testate. Ha lavorato con l’Università di Roma “La Sapienza” all’archivio di Gerardo Guerrieri e pubblicato diversi libri tra cui Nuova scena italiana. Il teatro di fine millennio e Dove sta la frontiera. Dalle ambulanze di guerra agli scambi interculturali. Il suo ultimo libro è Le mani in movimento (2019) sulla necessità di risvegliarci alle nostre mani, elemento cardine della nostra evoluzione e strumento educativo incredibilmente efficace.

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