Brad Pitt e Bruce Willis in una scena del film L'esercito delle 12 scimmie

Brad Pitt e Bruce Willis in una scena del film L'esercito delle 12 scimmie, regia Terry Gilliam, anno 1995

Poche personalità, nel nostro paese, si sono dimostrate così capaci di riassumere in se stesse forti doti di razionalità e innovazione, coraggio e profondità scientifica,  propensione all’azione e al pensiero come Franco Basaglia. Impossibile per il cinema non accorgersi di lui. Appare come un personaggio già scritto, perfetto per una sceneggiatura che voglia raccontare il viaggio di un eroe sempre controcorrente, ricca di colpi di scena e di momenti critici. Un protagonista da amare o odiare. Ecco perché con il documentario “Matti da slegare” (1975) i registi Marco Bellocchio, Silvano Agosti, Franco Petraglia e Stefano Rulli si schierano apertamente a favore dello psichiatra veneziano che sosteneva la necessità della chiusura dei manicomi.

 

Guarda il Trailer del documentario “Matti da slegare”

 

Il titolo,  inizialmente pensato per il documentario “Nessuno o tutti”  aveva in sé una carica politica troppo evidente e fu considerato, probabilmente, provocatorio e quindi sostituito. Girato nell’ospedale psichiatrico di Colorno, in provincia di Parma, il lungometraggio raccontava la storia dei suoi ospiti, in particolare quelle di  Angelo, Marco e del giovanissimo Paolo, che con loro risposte spiazzanti, sincere e senza filtri davano un valore particolare alle domande degli intervistatori.

Il risultato finale fu un’opera, in bianco e nero, di tre ore, poi ridotta in poco più di due, che sollevò reazione contrastanti all’uscita in sala. È indubbio, però, che contribuì al dibattito in corso nelle aule parlamentari  per l’approvazione della legge n. 180 di riforma psichiatrica.

Venticinque anni dopo, Silvano Agosti, una delle voci più libere e originali del nostro cinema non ancora sufficientemente celebrato dalla critica cinematografica, torna sulla figura di Basaglia con  il film “La seconda ombra”. Il lungometraggio racconta l’inizio della carriera dello psichiatra, che qui ha il volto di Remo Girone, quando arriva sotto mentite spoglie al manicomio di Gorizia di cui diventerà il nuovo direttore dando vita ad una vera rivoluzione e cercando di liberare i ricoverati, ma anche i medici, dagli schemi costrittivi a cui era legata la vita manicomiale. Con una attenzione rispettosa ai particolari il film di Agosti svela il sogno dell’abbattimento dei muri degli istituti di ricovero.

 

Guarda il Trailer del film La seconda ombra

 

Anche “C’era una volta la città dei matti…”, la riuscita miniserie televisiva (2010) diretta da Marco Turco con Fabrizio Gifuni, si sofferma non soltanto sul periodo iniziale del lavoro di Basaglia ma restituisce allo spettatore tutto il percorso e le diverse tappe della trasformazione che lo psichiatra realizzò con l’aiuto della moglie Franca Ongaro,

 

Guarda il Trailer del film C’era una volta la città dei matti

 

Un personaggio scomodo ma carismatico che, al di là delle opere che raccontano direttamente  il suo impegno per restituire umanità ai degenti, come il documentario  “Eccoli” (2014) di Stefano Ricci, ispira e dà vita ad un immaginario che non può più prescindere dalla sua figura. È il caso  di “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana (2003), con il personaggio di Nicola (Luigi Lo Cascio),  giovane psichiatra che si ispira agli insegnamenti di Basaglia o nel film di Giulio Manfredonia “Si può fare” dove Nello (Claudio Bisio) si ritrova direttore della Cooperativa 180 e cerca di dare lavoro ai pazienti dimessi dai manicomi.

 

Guarda una scena del film La meglio gioventù con Luigi Lo Cascio 

 

Occorre comunque sottolineare che anche prima di Franco Basaglia  il tema della pazzia aveva trovato spazio nel cinema italiano  e in quello internazionale, attraversando i decenni, i generi cinematografici e la gamma dei sentimenti ad essa legati. Nel panorama nazionale, per limitarci ai film dei registi più rappresentativi, come non ricordare, nel 1933, “Il caso Haller” di Alessandro Blasetti, la follia mistica della vagabonda (Anna Magnani) disegnata da Roberto Rossellini in “Amore” (1948), il capolavoro di Michelangelo Antonioni “Deserto Rosso” (1964), la visionaria “Giiulietta degli spiriti” (1965) di Federico Fellini o l’agghiacciante film di Marco Bellocchio “I pugni in tasca” (1965).

 

Guarda l’attrice Monica Vitti in una scena del film Deserto Rosso

 

Difficile ricostruire un quadro organico. In un recente volume lo psichiatra e studioso di cinema Cesare Secchi ha schedato  ben 1115 audiovisivi sulla malattia mentale. Una dimostrazione di come, a partire dagli anni novanta, si stia sviluppando un interesse per lo strumento audiovisivo in ambito medico psichiatrico.

Accade così che vengano sempre più spesso organizzate  rassegne cinematografiche tematiche in ospedali o materiale filmico venga presentato nel corso di convegni scientifici. Un nuovo modo di approcciarsi alla malattia mentale che avrebbe sicuramente affascinato anche Franco Basaglia.

Non viene considerata, invece, in senso patologico, la pazzia dell’uomo per le azioni perpetrate a danno dell’ambiente naturale. Solo pochi autori hanno avuto approcciato al delirio antropocentrico l’idea del disagio. Tra questi il bellissimo film di fantascienza di Terry Gilliam “L’esercito delle 12 scimmie” che nell’epoca del Coronavirus, con un Bruce Willis che dal 2035 viaggia nel passato  per evitare il diffondersi di una epidemia mortale, acquista un valore tristemente profetico.

 

Guarda il Trailer del film L’esercito delle 12 scimmie

 

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Marino Midena
Marino Midena
Giornalista e studioso delle tematiche giuridiche agraristiche-ambientali, ha collaborato con alcuni importanti enti di ricerca (Ist. Cervi, INEA, CNR, IDAIC, ENEA, CREAA, Ismea, Univ. Sapienza,  Univ.  Tuscia di Viterbo). Come giornalista ha scritto per numerose testate, lavorato in uffici stampa, condotto trasmissioni radio e televisive. Ha insegnato “Diritto e legislazione dello spettacolo” presso il Conservatorio di Musica “V. Bellini” di Palermo ed è il direttore artistico del Green Movie Film Fest, festival di cinema ambientale.

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