Un'operatrice pedagogico-teatrale con i bambini in un teatro

Un operatore pedagogico-teatrale propone temi ai bambini attraverso la partecipazione e l'interazione, durante un momento del Green Tour

Un’associazione culturale fondata sui valori della creatività e della condivisione. Questa è ScenikaLab, neonata realtà brianzola a vocazione nazionale, fondata da un team di professionisti con competenze complementari, tutti tesi alla costruzione di un percorso cooperativo. L’obiettivo è ambizioso, e affonda le radici nella migliore pedagogia del Novecento, dall’insegnamento di Gianni Rodari al teatro come strumento di conoscenza.

Una didattica partecipativa, dunque, rivolta alle scuole dell’infanzia, primarie, medie e superiori. Il nerbo del progetto consiste nell’affrontare tematiche di respiro sociale, legate a emergenze in atto da sviscerare con sguardo “nuovo”, per mezzo di formule alternative alla narrazione tradizionale.

Da questa sensibilità prende avvio il Green Tour, un percorso in cui il teatro diviene strumento d’azione, una forma per esperire il tema ecologico mediante l’apprendimento performativo, atto a «tras-formare» i propri modelli di riferimento. Ne è ideatrice Barbara Renna, regista, attrice, docente con una lunga esperienza in campo pedagogico.

Barbara Renna, fondatrice del progetto ScenikaLab
Barbara Renna, fondatrice del progetto ScenikaLab

Sensi ed emozioni attivi per un’apprendimento profondo

«L’intero progetto nasce dal desiderio di saldare l’ambito pedagogico alla mia specializzazione teatrale» racconta Renna. «Ai tempi della laurea in Scienze dell’Educazione ho sentito il bisogno di indagare questo rapporto, di dimostrare come il teatro abbia in sé i germi di un’esperienza più ampia, capace di coinvolgere i sensi, la mente e operare delle trasformazioni».

ScenikaLab è nata un anno fa, da un’idea condivisa con alcuni colleghi: mostrare il continuum dialettico tra teatro e possibilità pedagogiche. Barbara ne è la fondatrice, responsabile dell’area educativo-performativa: «Ci occupiamo di teatro pedagogico e di didattica teatrale, instaurando un rapporto con le scuole che presto dovrebbe espandersi anche alle realtà aziendali. Quello che facciamo è formare educatori che possano mettere in atto i nostri progetti nelle classi».

Libri per bambini sul tema dei rifiuti
Alcune letture per i più piccoli, sul tema dei rifiuti, utilizzate nell’ambito del Green Tour

Non un docente classico, dunque, ma «un operatore pedagogico-teatrale, capace di trasmettere con partecipazione, interazione, alcune specifiche tematiche». Sul piano ambientale ciò si declina nel format del Green Tour, pensato per sensibilizzare i partecipanti alla topica ecologica mediante letture animate, giochi ludici e quiz teatrali.

«Si tratta di un progetto gratuito di due ore, riassumibile in quattro fasi: un’introduzione al tema, lo sviluppo dello stesso, il quiz teatrale e un momento della pratica laboratoriale da seguire nel quotidiano. Al momento stiamo lavorando con la scuola dell’infanzia e con la primaria [il progetto è partito a ottobre 2021 ndR], ma a breve incontreremo anche i ragazzi delle scuole medie».

Al centro del lavoro c’è il tema del riciclo, trattato in ambito laboratoriale e creativo per mezzo di letture, messe in scena, piccoli esperimenti. I quiz teatrali sono una peculiarità: l’alunno è chiamato a rispondere ai quesiti muovendosi all’interno di uno spazio in cui vengono posizionati dei cartelli con scritto “Sì”, “No”, “Mai”, “Forse”. È un gioco di movimento, che stimola la partecipazione. I bambini si collocano accanto alle scritte e non vedono l’ora di rispondere alle domande successive. Ci sono poi i laboratori, che prevedono l’utilizzo di specifici materiali come il legno, la plastica, il vetro, la carta.

«Ogni persona può prendere in mano il materiale e proporre soluzioni di trattamento e riciclo. Ne emerge un quadro stimolante e interattivo, capace di dar conto della fantasia, dell’iniziativa dell’allievo».

Una metodologia per temi di respiro sociale

Il format, scritto da Barbara, è affidato alle cure degli educatori e si configura come uno schema potenzialmente ampliabile: «Spesso mi reco nelle scuole a supervisionare il lavoro e ogni incontro è fonte di nuove idee. Non ci fermeremo al riciclo ma affronteremo il tema della sostenibilità ambientale, fortemente richiesto dalle superiori. C’è poi la possibilità di scrivere dei progetti personalizzati, rimodulabili.

Alcune scuole hanno chiesto un approfondimento sull’interculturalità, altre sul tema delle emozioni e dell’alimentazione. La fase conclusiva del format prevederà sempre un momento di riflessione, in cui alle slide riassuntive si affiancherà il feedback del vissuto di ogni alunno. Il teatro pedagogico è uno strumento fondamentale. I ragazzi si divertono, scoprono, acquistano nuova consapevolezza».

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Ginevra Amadio
Ginevra Amadio
Ginevra Amadio si è laureata con lode in Scienze Umanistiche presso l’Università Lumsa di Roma con tesi in letteratura italiana contemporanea dal titolo Raccontare il terrorismo: “Il mannello di Natascia” di Vasco Pratolini. Interessata al rapporto tra letteratura, movimenti sociali e
violenza politica degli anni Settanta, ha proseguito i suoi studi laureandosi con lode in Filologia Moderna presso l’Università di Roma La Sapienza con tesi magistrale dal titolo Da piazza Fontana al caso Moro: gli intellettuali e gli “anni di piombo”. È giornalista pubblicista e collabora con webzine e riviste culturali occupandosi prevalentemente di letteratura otto- novecentesca, cinema e rapporto tra le arti. Sue recensioni sono apparse in Oblio (Osservatorio bibliografico della letteratura otto-novecentesca) e sulla rivista del Premio Giovanni Comisso. Per Treccani.it – Lingua Italiana ha pubblicato un contributo dal titolo Quarant’anni fa, anni di piombo, sulle derive linguistico-ideologiche che segnano l’immaginario dei Settanta.

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