Un incendio in Bolivia (Foto: EU Civil Protection and Humanitarian Aid/worldweatherattribution.org)

Un incendio in Bolivia (Foto: EU Civil Protection and Humanitarian Aid/worldweatherattribution.org)

Siccità in Amazzonia: è colpa dello stravolgimento climatico

Un recente studio internazionale del World Weather Attribution rileva che a causare la siccità record che ha colpito soprattutto il bacino del Rio delle Amazzoni non è stato El Niño. Le cause vanno cercate nell’innalzamento globale delle temperature. E nella pessima, criminale gestione dei territori

La nota diffusa dal World Weather Attribution (WWA), think tank di scienziati meteorologi che dal 2014 studiano l’incidenza degli eventi estremi, non lascia adito a dubbi: la siccità eccezionale registrata nel 2023 nel Bacino dell’Amazzonia sarebbe stata causata dagli effetti del cambiamento climatico e non all’azione del Niño, ovvero il fenomeno di riscaldamento periodico delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale nei mesi invernali che si verifica mediamente ogni cinque anni. Dalla metà del 2023 il bacino del Rio delle Amazzoni (ARB) è in uno stato di siccità eccezionale, con scarse precipitazioni e temperature costantemente elevate.

 

Una grave siccità colpisce la foresta amazzonica dalla metà dello scorso anno (Foto: Amazonia real)
Una grave siccità colpisce la foresta amazzonica dalla metà dello scorso anno (Foto: Amazonia real)

È importante ricordare che il bacino del grande fiume dà vita alla più grande foresta pluviale del mondo, un agglomerato globale di biodiversità, parte fondamentale del ciclo idrologico e del carbonio globale.

Lo studio del World Weather Attribution

In Amazzonia i livelli dei fiumi sono i più bassi degli ultimi 120 anni. Una minaccia grave per i circa 30 milioni di persone che vivono nel bacino in Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Perù, Venezuela, Suriname, Guyana e Guyana francese. Sono a rischio i trasporti, le comunità che restano isolate, aumentano gli incendi, più difficili da domare, e ovviamente alberi e fauna selvatica sono tra le prime vittime predestinate.

 

Leggi anche
Brasile, l'Amazzonia è ancora a rischio. Nonostante Lula

 

Gli scienziati del Wwa mettono in rilievo, in un recente studio, come il fenomeno sia legato al rialzo generale delle temperature. Il team internazionale, tra cui ci sono ricercatori dell’Imperial College di Londra e dell’Universidade Federal do Rio de Janeiro, ha preso in esame l’eccezionale ondata di siccità che ha colpito l’area lo scorso anno.

Il fenomeno si è manifestato sia sul fronte meteorologico, con un basso livello di precipitazioni, che su quello agricolo, con una forte incidenza del rilascio dell’acqua da parte del suolo.

«La variabile principale utilizzata per caratterizzare la siccità agricola è l’Indice di Evapotraspirazione Precipitativa Standardizzata (SPEI) che utilizza la differenza tra le precipitazioni e l’evapotraspirazione potenziale stessa per stimare la disponibilità di acqua», spiega la nota del World Weather Attribution. Più i valori sono negativi, più la siccità è classificata come grave.

 

La foresta amazzonica da una ripresa aerea (Foto: Getty images)
La foresta amazzonica da una ripresa aerea (Foto: Getty images)

 

I dati che “scagionano” El Niño

A livello meteo il fenomeno è descritto da un indice chiamato Spi (Standardised Precipitation Index), basato soltanto sulle piogge.

Secondo gli scienziati i livelli di siccità osservati sono assolutamente eccezionali, al punto da verificarsi una (a livello meteo) o due volte (sul fronte agricolo) in un secolo.

Una situazione estremamente delicata, dunque, che l’arrivo del Niño ha contribuito certamente ad alimentare. Ma il rialzo delle temperature ha, secondo gli scienziati, in realtà un ruolo più rilevante: «I due fenomeni hanno contribuito più o meno allo stesso modo alla riduzione delle precipitazioni nella regione», spiega la nota. «La forte tendenza all’inaridimento è stata quasi interamente dovuta all’aumento delle temperature globali, ragion per cui la gravità della siccità attualmente in corso è in gran parte determinata dai cambiamenti climatici».

 

Leggi anche
Bolsonaro, l'uomo che sta distruggendo il Pianeta. La denuncia di Greenpeace

 

Cambiamenti climatici e pessima gestione

La situazione dell’Amazzonia, dunque, è particolarmente preoccupante. L’esposizione agli impatti della siccità è aggravata da pratiche storiche di gestione della terra, dell’acqua e dell’energia, deforestazione, distruzione della vegetazione, incendi, la combustione di biomassa, l’agricoltura industriale, l’allevamento di bestiame e altri problemi socio-climatici, come sottolineano gli scienziati del Wwa. Sono tutti eventi che hanno ridotto la capacità del terreno di trattenere l’acqua e l’umidità, facendo così peggiorare le condizioni di siccità.

 

Saperenetwork è...

Redazione
Sapereambiente è una rivista d'informazione culturale per la sostenibilità. Direttore responsabile: Marco Fratoddi. In redazione: Valentina Gentile (caporedattrice), Sarah De Marchi, Roberta Sapio, Adriana Spera. È edita da Saperenetwork, società del gruppo Hub48 di Alba (Cn). Stay tuned 😉

Sapereambiente

Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!


Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella di posta per confermare l'iscrizione

 Privacy policy


Parliamone ;-)