Una farfalla impollina un fiore

Secondo dati Ispra, il valore economico del servizio di impollinazione animale è stimato in circa 153 miliardi di dollari nel mondo, di cui circa 26 miliardi nella sola Europa e circa 3 in Italia (Foto: Nadi Lindsay, Pexels)

Life BEEadapt, proteggere chi assicura la vita

Gli impollinatori sono responsabili, a livello mondiale, della riproduzione dell’85% delle specie vegetali e di quasi il 70% delle colture. Presentato a Roma un progetto per favorirne l’adattamento ai cambiamenti climatici, cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea

Quanto siamo consapevoli dell’importanza degli insetti impollinatori per la biodiversità e la produzione agro-alimentare? Sappiamo da anni che la loro sopravvivenza è sottoposta a continua minaccia: l’agricoltura intensiva, l’erosione di habitat naturali, l’inquinamento, cui si aggiungono ora i cambiamenti climatici. Aumento delle temperature medie stagionali, gelate tardive sempre più frequenti, prolungati periodi di siccità alternati a precipitazioni intense hanno provocato uno sfasamento tra i tempi di fioritura e l’attività degli impollinatori.

Quasi il 10% delle circa 2000 specie di api europee è in declino Secondo la European Red Lists of Bees.

 

In Italia, secondo le Liste Rosse IUCN (International Union for Conservation of Nature) delle 151 specie di api native valutate, 34 (pari al 22%) sono in pericolo, mentre delle 289 specie di farfalle diurne, 18 (6.3%) sono a rischio di estinzione. Per proteggere gli insetti impollinatori e mitigare i rischi associati al progressivo degrado degli ecosistemi e alla crisi climatica nasce il progetto LIFE BEEadapt – a pact for pollinators adaptation to climate change, cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione europea, presentato ieri presso la sala Arancera dell’Orto Botanico di Roma.

 

La presentazione del progetto Life BEEadapt

 

LIFE BEEadapt si pone come obiettivo chiave quello di predisporre una strategia condivisa su larga scala geografica per l’adattamento degli impollinatori ai cambiamenti climatici, sì da preservare il servizio ecosistemico dell’impollinazione. Come ha spiegato Giuseppe Dodaro, della Fondazione Sviluppo Sostenibile

«Dagli impollinatori dipende, nel mondo, la riproduzione di oltre l’85% delle piante selvatiche e del 70% delle colture agrarie, con un valore economico stimato in circa 153 miliardi di dollari. Il nostro progetto si rivolge in particolare alle farfalle diurne e agli apoidei, cioè le api selvatiche, di cui in Italia sono presenti ben 1170 specie, a fronte delle 2000 europee».

Giuseppe Dodaro, Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile

 

Come si svolgerà il progetto

La sperimentazione del progetto LIFE BEEadapt, avviato a settembre 2022 e con una durata totale prevista di 48 mesi, interessa cinque aree pilota: il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano (Toscana ed Emilia-Romagna), la Riserva naturale “Montagna del Torricchio” (Marche), le aree naturali protette di Roma Natura, le aree agricole del Comune di Aprilia e le aree agricole dell’Agro Pontino (Lazio). Quattro le linee di intervento, che il progetto riconduce a tre parole chiave: sostenibilità, attraverso la realizzazione di infrastrutture verdi (rifugi contro le bombe d’acqua, bee hotel, piante a diversa fenologia) più idonee agli impollinatori. Inclusività, con il coinvolgimento di una pluralità di stakeholder pubblici e privati che cooperino per una gestione e pianificazione del territorio a misura di impollinatore. Replicabilità, attraverso una intensa campagna di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza. La complessità del progetto e la varietà dei territori coinvolti ha richiesto un tavolo di coordinamento curato dal Dipartimento di Architettura dell’Università di RomaTre, uno dei dieci partner del progetto, presenti con i propri rappresentanti alla conferenza stampa: Willy Reggioni del Parco nazionale Appennino tosco-emiliano, Stefano Magaudda, Università degli Studi di Roma Tre – Dipartimento di Architettura, Giuseppe Dodaro (Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile), Giorgio Zampetti, Legambiente, Marina Baldi del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per la BioEconomia, Stefano Mugnoz dell’Università di Camerino, UNICAM,  Maurizio Gubbiotti di Roma Natura, Luigi Niccolini (Confagricoltura Latina), Silvia Cataldo (U-SPACE); Giorgio Giusfredi (Assessore all’Urbanistica, Comune di Aprilia).

 

Willy Reggioni, Responsabile servizio conservazione della natura del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano

 

«Il progetto LIFE BEEadapt riconosce che la crisi climatica, nonché gli effetti negativi che da essa discendono, può essere superata solo se si costruisce un modello di azione unitario, condiviso da stakeholder pubblici e privati, dai cittadini, a livello locale, regionale e nazionale – commenta Willy Reggioni, Responsabile servizio conservazione della natura del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano – Questo è possibile solo se si creano sempre più occasioni in grado di trasmettere consapevolezza e sensibilizzare sull’importanza dell’integrità strutturale e funzionale dei sistemi naturali»

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Francesca Santoro
Francesca Santoro
Laurea in comunicazione, specializzazione in marketing e comunicazione nel Non Profit. Per 15 anni mi sono occupata di comunicazione e formazione nell’ambito del consumo critico e del commercio equo, trattando temi quali l'impatto delle filiere a livello locale e globale su persone, risorse, territori, temi su cui ho anche progettato e condotto interventi nelle scuole. Dal 2016 creo contenuti online per progetti, associazioni, professionisti.

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