L'Assemblée nationale applaude dopo il voto unanime per la messa al bando dei PFAS in vari prodotti

Il 4 aprile scorso la Francia ha deliberato di vietare la produzione e la vendita di prodotti non essenziali contenenti PFAS, ovvero, sostanze chimiche di sintesi usate dalle industrie per conferire proprietà idrorepellenti e oleorepellenti a molti prodotti di consumo. I PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) si trovano nelle nostre case: dentro prodotti tessili e di arredamento, vestiario, cosmetici, ma anche carta forno, imballaggi alimentari, padelle antiaderenti, filo interdentale, farmaci, dispositivi medici.

Vengono detti “inquinanti eterni” perché si degradano in tempi lunghissimi. Per tale motivo si accumulano e possono contaminare anche le risorse idriche, inclusa l’acqua potabile.

 

voto francese contro i PFAS

I rischi per la salute

Lo scorso dicembre l’Agenzia Internazionale dell’OMS per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha comunicato l’esito di alcune analisi sui due PFAS più diffusi: l’acido perfluoroottanoico (PFOA) è stato classificato come “certamente cancerogeno per l’uomo” mentre l’acido perfluoroottanosolfonico (PFOS) come “possibile cancerogeno per l’uomo”. Inoltre, negli anni sono stati associati all’accumulo di PFAS disturbi come problemi alla tiroide, danni al fegato e al sistema immunitario, diabete, impatti negativi sulla fertilità.

PFAS nel cibo

Grave anche la questione della presenza dei PFAS nei pesticidi, con conseguenti residui sui prodotti agricoli. Un recente studio intitolato “Toxic Harvest” di PAN Europe (Pesticides Action Network) ha rilevato che la presenza di residui di PFAS in frutta e verdura è più che triplicata dal 2011 al 2021. Il tasso di crescita per la frutta è del 220% e raggiunge il 274% per la verdura.

I limiti del disegno di legge francese

In Francia dunque, dal 1 gennaio 2026, i PFAS saranno vietati nei cosmetici, nella sciolina e nella produzione di abiti, ad eccezione di quelli per la protezione professionale. Il divieto al momento non riguarda pentole e utensili da cucina, dopo la forte mobilitazione dei produttori le scorse settimane.

 

 

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In Italia, dove il Po risultava già nel 2007 il fiume europeo con la maggiore presenza di contaminanti PFAS, l’allarme per quanto riguarda l’acqua potabile è stato sollevato negli ultimi mesi in Lombardia, Piemonte e Toscana. in Veneto, dove la questione risale a più di dieci anni fa,a marzo il Consiglio regionale ha aderito al manifesto per la messa al bando dei Pfas #BanPfas sottoscritto da 129 organizzazioni della società civile europea.

Dopo il voto dell’Assemblée nationale, Greenpeace Italia sollecita il governo Meloni a seguire l’esempio francese e vietare in Italia la produzione e l’utilizzo di PFAS.

Per saperne di più:

https://attivati.greenpeace.it/petizioni/zero-pfas/

 

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Francesca Santoro
Francesca Santoro
Laurea in comunicazione, specializzazione in marketing e comunicazione nel Non Profit. Per 15 anni mi sono occupata di comunicazione e formazione nell’ambito del consumo critico e del commercio equo, trattando temi quali l'impatto delle filiere a livello locale e globale su persone, risorse, territori, temi su cui ho anche progettato e condotto interventi nelle scuole. Dal 2016 creo contenuti online per progetti, associazioni, professionisti.

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