Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, 30 anni alla ricerca della verità
Il 20 marzo 1994 a Mogadiscio, morivano in un attentato i due inviati del Tg3. Arrivati in Somalia per raccontare la guerra civile, si imbatterono in un traffico di rifiuti e di armi dall’Italia. Tre decenni di depistaggi e coperture omertose su un omicidio di cui Articolo 21, Fnsi, Libera e #Noinonarchiviamo continuano a cercare i mandanti
Sono passati trent’anni da quel 20 marzo del 1994, giorno dell’agguato di Mogadiscio in cui morirono Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Come dimostrato da numerose testimonianze e inchieste, incluse quelle della Commissione parlamentare che si è occupata del caso, la giornalista, insieme al collega, aveva scoperto un traffico d’armi, rifiuti tossici e materiali radioattivi che dall’Italia arrivavano in Somalia per essere seppelliti illegalmente.
#Noinonarchiviamo Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
Nel ricordo di Alpi e Hrovatin, con l’impegno a continuare a cercare la verità sulla loro morte, che è poi anche la verità su uno dei più grossi e loschi traffici di rifiuti e armi degli ultimi decenni, si è aperta una settimana intensa di appuntamenti dedicati alla memoria dei due giornalisti inviati dal Tg3 a documentare la guerra civile somala e morti per aver visto qualcosa che non dovevano vedere. Dibattiti, eventi, e la pubblicazione di elementi nuovi nel percorso di verità e giustizia avviato da Articolo 21 con la famiglia Alpi e poi insieme #NOINONARCHIVIAMO: è iniziata così la settimana, il 13 marzo a Parma con la conferenza stampa di presentazione dello spettacolo di Ottavia Piccolo al Teatro Regio di Parma, città d’origine della famiglia Alpi.
La richiesta alla Procura di Roma
Il 19 marzo è stato il turno della conferenza stampa alla Camera con Mariangela Gritta Grainer, portavoce del cartello di associazioni #noinonarchiviamo, Articolo 21, l’avvocato Giulio Vasaturo, il Presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, il segretario dell’UsigRai, Daniele Macheda, il Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli. Sono stati resi pubblici elementi nuovi fondamentali per chiedere alla Procura di Roma di non archiviare l’inchiesta.«Abbiamo chiesto e ottenuto la disponibilità a un incontro dal procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi – annuncia Verini – per fornire tutti i tasselli utili, anzi necessari per sostanziare la richiesta di non archiviare la vicenda: ci sono gli elementi per raggiungere la verità e la giustizia. E la coincidenza dell’approvazione, qualche giorno fa, da parte del Parlamento europeo, di un atto che tutela il servizio pubblico e il giornalismo di inchiesta, è un modo per onorare la memoria di Ilaria e di tutti i giornalisti, da Daphne Caruana Galizia a Anna Politkovskaja, che in questa missione hanno perso la vita».
Il murale del liceo Lucrezio Caro
Oggi (20 marzo), alle ore 10, presso liceo Tito Lucrezio Caro, frequentato da Ilaria, l’inaugurazione del murale realizzato dall’artista Alessandra Chicarella, con presenti giornalisti e rappresentanti delle associazioni di categoria dei giornalisti. Visibili alcuni pannelli della mostra Mi richiama talvolta la tua voce di Paola Gennari Santori dedicata al mondo di Ilaria Alpi; dopo la lettura, da parte degli studenti, di passi tratti dal libro L’esecuzione. Inchiesta sull’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, i saluti finali di don Luigi Ciotti.
Articolo 21 e Libera
Il 21 marzo (dalle 14.30 alle 17) Articolo 21 e Libera, nell’ambito delle iniziative della Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti della mafia, hanno organizzato due corsi di formazione per giornalisti sulle orme del lavoro di Ilaria Alpi e nel ricordo di Roberto Morrione e Santo Della Volpe che non hanno mai rinunciato a reclamare verità e giustizia. Previste testimonianze delle famiglie Paciolla, Toni e Rocchelli.
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