La Venere degli stracci di Micheangelo Pistoletto presso Cittadellarte, Biella

La Venere degli stracci di Micheangelo Pistoletto presso Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, Biella

A Biella, tra arte contemporanea, storia e spirito green

Il microcosmo di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, la mostra di Banksy, Jago, TvBoy e altri artisti contemporanei (fino al primo aprile), la spiritualità e la natura del Santuario di Oropa. Tante proposte per una visita nel biellese

Ecologista ante litteram, l’artista concettuale Michelangelo Pistoletto pensò a fine anni sessanta alla sua Vergine degli stracci per rappresentare il caos della vita moderna. Esistono diverse versioni di quest’opera, come quella recentemente ricollocata a Napoli dopo l’incendio che l’ha distrutta, o quella conservata alla Cittadellarte Fondazione Pistoletto, che l’artista ha istituito a Biella nel 1998 all’interno dell’ex lanificio Trombetta.

 

Michelangelo Pistoletto
Michelangelo Pistoletto (Foto: Wikipedia)

 

Cittadellarte

Quella della Cittadellarte di Biella è una storia affascinante. Trovandosi nella sua città di origine per l’inaugurazione di una propria mostra, Michelangelo Pistoletto vide questo fabbricato dismesso e decise di comprarlo per dare un luogo a quello che alcuni consideravano «non luogo», cioè Utopia. «Dare luogo a un’utopia significa negarla, e affermare invece un Progetto».

Oggi quel Progetto è una fucina di creatività, che ospita nell’arco dell’anno studenti e giovani artisti e dove si incontrano le tendenza più innovative dell’arte contemporanea.

È solo una delle sorprese che riserva la città di Biella, incastonata sulle rive del torrente Cervo e punteggiata dalle ciminiere delle vecchie manifatture dell’Ottocento, antesignane di una cultura industriale che si conserva tuttora. Agli spazi di Cittadellarte, in via Serralunga 27, si accede sempre accompagnati per una visita guidata da mediatori, che raccontano Michelangelo Pistoletto e la storia e le attività della Fondazione.

Guarda il video di Terzo Paradiso

 

A poca distanza dal lanificio, in via Cernaia 46, sempre lungo le rive del Cervo, si trova la sede permanente del Terzo Paradiso, una delle opere più conosciute dell’artista, presentata nel 2005 alla 51a Biennale di Venezia e simbolo di Biella Città Creativa Unesco. Temporaneamente convertita in spazio espositivo, è visitabile sabato e domenica con una guida.

Tante anime (sostenibili)

Cittadellarte modella la propria struttura rispecchiando il sistema biologico della natura: è un organismo cellulare suddiviso in diversi nuclei, gli «Uffizi». Autonomi ma nel contempo collegati tra loro, si occupano di Arte, Educazione, Ecologia, Economia, Politica, Spiritualità, Produzione, Lavoro, Comunicazione, Architettura e Nutrimento. La visione sostenibile della Cittadellarte viene anche portata avanti attraverso il piccolo mercato agricolo settimanale che accoglie, ogni mercoledì dalle 10 alle 13, i produttori di Let Eat Bi, progetto avviato insieme ad associazioni, cooperative, imprese sociali e comunità territoriali e amorevolmente curato da Armona, figlia di Michelangelo. Let Eat Bi è la messa in opera del simbolo del Terzo Paradiso in terra biellese, per generare, partendo dall’arte, un cambiamento responsabile. Come nel caso di Terre AbbanDonate, che ha l’obiettivo di favorire l’incontro tra i proprietari di terreni, di cui non vogliono o non possono più prendersi cura, e quei cittadini che vorrebbero coltivare un terreno, ma non lo hanno a disposizione.

Banksy, Jago, TvBoy…

E se Pistoletto, a oltre novant’anni, incarna tutto lo spirito del futuro, Biella fino al primo aprile offre un’altra opportunità di immergersi nell’arte contemporanea. Nel vecchio borgo di Piazzo sono infatti esposte le opere della mostra «Banksy, Jago, TvBoy e altre storie controcorrente».

 

L’opera di TvBoy “Vincent’s Selfie”

 

Una finestra sul lavoro di artisti legati al mondo street, ma non solo, che parlano in modo dissacrante e provocatorio di vita, di morte, di ingiustizia sociale, di guerre. Un messaggio mai banale né scontato, che scuote le coscienze, le indigna e commuove e che è in grado di colpire, con efficacia perfetta, l’immaginario di chiunque. Banksy, Jago e TvBoy, artisti tra i più celebri nel mondo, sono solo alcuni dei protagonisti della mostra biellese, che vede per la prima volta riunite insieme anche celebrità internazionali quali David LaChapelle, Takashi Murakami, Liu Bolin, Obey, Mr. Brainwash e molti altri. La mostra, curata da Piernicola Maria Di Iorio, è composta da oltre novanta opere, tra cui celebri icone quali Girl with Baloon di Banksy o Hope di Obey, e si svolge su due sedi, Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero.

 

 

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Altri Patrimoni

Dopo essersi immersi nell’arte, per conoscere il Biellese da una prospettiva diversa si può visitare il Santuario di Oropa, complesso religioso di grande fascino edificato a pochi chilometri dal centro città, in una conca montana a 1200 metri di altitudine. Il santuario mariano fu fondato secondo la tradizione da Sant’Eusebio, vescovo di Vercelli nel IV secolo, in un luogo già considerato sacro da culti pagani, per la presenza di grandi massi erratici che venivano venerati e si riteneva favorissero la fertilità, tanto che uno di questi venne inglobato nella costruzione della chiesa vecchia del complesso.

 

Santuario di Oropa
Il Santuario della Madonna Nera di Oropa

 

Oropa è tuttoggi tra le mete spirituali più note del nordovest e rientra tra i Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, che l’Unesco nel 2003 ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità. Ogni anno migliaia di fedeli, appassionati di arte e natura vi si recano per immergersi nell’atmosfera unica di questo luogo, dove è anche possibile pernottare. Ogni domenica, alle 11, una visita guidata porta alla scoperta del sito, che include anche il Museo dei Tesori e gli Appartamenti Reali dei Savoia. Da vedere anche il giardino botanico, creato nel 1998 ed Oasi WWF, che si estende su 10700 metri quadrati e permette di fare un piccolo giro del mondo attraverso la flora montana.

 

 

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Saperenetwork è...

Marina Maffei
Marina Maffei
Giornalista e cacciatrice di storie, ho fatto delle mie passioni il mio mestiere. Scrivo da sempre, fin da quando, appena diciassettenne, un mattino telefonai alla redazione de Il Monferrato e chiesi di parlare con l'allora direttore Marco Giorcelli per propormi nelle vesti di apprendista reporter. Lì è nata una scintilla che mi ha accompagnato durante l'università, mentre frequentavo la facoltà di Giurisprudenza, e negli anni successivi, fino a quando ho deciso di farne un lavoro a tempo pieno. La curiosità è la mia bussola ed oggi punta sui nuovi processi di comunicazione. Responsabile dell'ufficio stampa di una prestigiosa orchestra torinese, l'OFT, scrivo come freelance per alcune testate, tra cui La Stampa.

Sapereambiente

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