Un capodoglio di circa 3 metri carico di persone in miniatura: è"Nuovi arrivi", opera di Corrado Bonomi (Foto: Marco Mignani)

Un’immersione nelle “Acque chete” di Corrado Bonomi

Fino al 26 febbraio, presso l’Acquario Civico di Milano, la mostra personale dell’artista novarese Corrado Bonomi. Suggestioni e citazioni storiche, letterarie, mitologiche e popolari si offrono all’interpretazione personale del visitatore

Il mare e i suoi abitanti sono il soggetto della mostra personale “Acque Chete” dell’artista Corrado Bonomi, che ha inaugurato il 19 gennaio e sarà visibile fino al 26 febbraio presso l’Acquario Civico di Milano. Curata da Alberto Fiz, la mostra presenta 20 opere, tra dipinti, sculture e installazioni che ripercorrono la produzione dell’artista dal 1987 a oggi.

 

Il concettualismo ironico

Considerato uno tra i principali esponenti dell’arte Concettuale Ironica a livello internazionale, Corrado Bonomi presenta nella sua ricca produzione importanti temi sociali e di denuncia, affrontandoli con un sorriso che invita alla riflessione e facilita nel pubblico un’esperienza diretta. Nato a Novara, Bonomi è stato particolarmente attivo in Germania negli anni Novanta, quando si andava definendo il movimento del Concettualismo Ironico Italiano, connotato da una caustica irrisione dei principali simboli dell’immaginario collettivo, avvicinandosi all’arte Pop Concettuale.

Un orientamento irriverente ancora oggi presente nei suoi lavori, ma paradossalmente al tempo stesso profondamente rispettoso, ampio, dove ogni opera è citazione di molteplici suggestioni.

Nella produzione del Bonomi ritroviamo l’approccio al sapere dell’essere umano contemporaneo che non può prescindere da stratificazioni di informazioni legate ad eventi storici, mitologici, a immaginari fiabeschi o ad elementi della cultura pop. Così ogni opera ne richiama altre, aprendosi a uno spettro di possibili interpretazioni e riconoscendo valore alle diverse letture individuali. Nel rapportarsi con l’opera di Bonomi il personale bagaglio culturale del fruitore diventa elemento stesso del lavoro, chiave d’accesso, contesto e ipertesto.

 

Il vascello fantasma, di Corrado Bonomi (Foto: Marco Mignani)

Semiotica ready made

Nella ricerca artistica ed espressiva del Bonomi torna frequentemente il richiamo al mondo della letteratura, attraverso il mito e la fiaba, cui si aggiungono richiami al cinema e al fumetto, o a fatti di cronaca. Una scelta di soggetti che sottolinea l’attenzione dell’artista verso l’immaginario collettivo che si crea fin dall’infanzia e che plasticamente continua a modificarsi in base alle suggestioni che raccoglie.

Le opere mettono insieme frammenti di immagini appartenenti alla cultura di massa e sono frequentemente lette dalla critica in continuità con il ready-made.

Esemplari a riguardo sono le sue Fatine Fatate Fatali, un ciclo iniziato nel 1990 e tutt’ora in corso, dove l’immagine incantata di fate fiabesche si sovrappone allo stereotipo della donna fatale, presentandoci delicate figure alate in versione pin-up. Un gioco dalla forte componente semiotica che porta l’osservatore a vivere una disorientante ambivalenza in cui significante e significato perdono i connotati classici pur mantenendo la loro componente citazionista.

 

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Nel ventre della balena

Il percorso della mostra ospitata nell’Acquario Civico di Milano segue le suggestioni che muovono la ricerca artistica del Bonomi presentando lavori nei quali l’osservatore può immergersi e lasciarsi suggestionare dal proprio vissuto e dai richiami più o meno espliciti ai quali la lettura dell’opera porta. Un viaggio che invita a una riflessione sui temi della sostenibilità e della biodiversità attraverso un ingresso carico di valenze simboliche:

per entrare nella mostra bisogna attraversare il Ventre della Balena, un’installazione site specific creata dall’artista con vertebre e costole del cetaceo in polistirolo.

In fondo all’installazione, su un piccolo tavolo, si trova una candela, esplicita allusione ai tanti personaggi mitici e letterari che nel ventre del grande mammifero marino hanno vissuto momenti catartici, introspettivi e di svolta esistenziale, da Giona a Pinocchio, dal Barone di Münchhausen al Soldatino di Piombo. Superato il Ventre della Balena ha inizio il viaggio nel mare che è un mare ideale, immaginario e letterario, fatto di richiami che, come canti di sirene, portano la mente dell’osservatore a perdersi tra suggestioni più o meno consce. Torna spesso l’invito ad interagire con alcune opere, come ad esempio con l’installazione partecipativa Mare Nostrum. Qui, tra sabbia e ami in canne di bambù, si alza un piccolo sipario di legno e i fruitori della mostra sono invitati a pescare i tanti oggetti finiti sul fondo del nostro Mediterraneo.

 

Nel ventre della balena
“Nel ventre della balena” di Corrado Bonomi (Foto: Marco Mignani)

Emergono elementi tragici, come le miniature dei resti di Ustica, o riferimenti storico letterari come i resti dell’aeroplano su cui viaggiava Antoine de Saint-Exupery, o ancora l’anello del doge, che secondo la tradizione veneziana viene ogni anno affidato alle onde per ricordare la cerimonia medievale dello Sposalizio del Mare della Repubblica di Venezia. Un susseguirsi di stimoli e richiami che vanno a toccare molteplici tasti delle memorie individuali e collettive, e che inevitabilmente riportano l’individuo a confrontarsi con il proprio vissuto e con ciò che nella sua memoria prende forma e colore con maggior forza.

In un mare di citazioni

La mostra è dunque un’immersione in un mare che è innanzitutto formato da riferimenti, citazioni, richiami. Veleggia verso l’alto un vascello fantasma in fibra sintetica e cotone, riportandoci alla mente l’opera di Richard Wagner. O, ancora, ci si può specchiare in sculture di coccodrilli vivendo l’illusione ottica d’essere divorati dai grandi anfibi, con un chiaro riferimento all’opera di Dostoevskij “Il coccodrillo”: un caso straordinario, ma perché no, anche al più leggero immaginario disneyniano legato a Peter Pan e all’immancabile coccodrillo che insegue Capitan Uncino.

 

Krokodill, di Corrado Bonomi (Foto: Marco Mignani)

 

Ricco di letture è anche il grande capodoglio di circa 3 metri carico di migranti in miniatura, un’opera che a molti richiamerà inevitabilmente alla mente le immagini dei barconi carichi nel nostro Mediterraneo, ma che è anche legata alle favole polinesiane e hawaiane in cui i vivi si spostano sul dorso di un cetaceo, e ancora alla Navigazione di San Brandano, l’opera in prosa latina di probabile origine irlandese considerata un classico della letteratura medievale di viaggio. Non mancano i riferimenti al mondo dell’arte moderna e contemporanea con l’irriverente omaggio a Marcel Duchamp dell’opera Navigar nel Periglioso Mar delle Avanguardie, in cui una barchetta naviga in un orinatoio. O un piccolo Monet intento a dipingere seduto su una foglia di ninfea galleggiante. Stimoli per ogni età, dunque, che invitano l’osservatore a mettersi in ascolto dei propri percorsi mentali, e a riconoscere al tempo stesso la verità contenuta nell’interpretazione altrui.

L’attenzione all’ambiente e l’uso di materiali di recupero

Corrado Bonomi ha sempre avuto un’attenzione particolare per l’ambientale e una parte delle sue opere sono costruite con materiali di riciclo, con plastiche e derivati del petrolio difficilmente smaltibili, ai quali l’artista sceglie di affidare un messaggio di ecosostenibilità. Parallelamente a questo il Bonomi ha prestato spesso attenzione ai temi dell’educazione, così domenica 26 febbraio, ultimo giorno dell’esposizione, si ripeterà all’interno della mostra il laboratorio Tartlab già tenuto sabato 4. Un invito per i bambini dai 5 anni in su a lavorare con l’artista e con un biologo alla creazione di una tartaruga marina. L’oggetto decorativo che ogni bambino costruirà è un importante simbolo legato alla salvaguardia dei mari.

Saperenetwork è...

Dafne Crocella
Dafne Crocella
Dafne Crocella è antropologa e curatrice di mostre d’arte contemporanea. Dal 2010 è rappresentante italiana del Movimento Internazionale di Slow Art con cui ha guidato percorsi di mindfulness in musei e gallerie, carceri e scuole collaborando in diversi progetti. Insegnante di yoga kundalini ha incentrato il suo lavoro sulle relazioni tra creatività e fisicità, arte e yoga.
Da sempre attiva su tematiche ambientali e diritti umani, convinta che il rispetto del proprio essere e del Pianeta passi anche dalla conoscenza, ha sviluppato il progetto di Critica d’Arte Popolare, come stimolo e strumento per una riflessione attiva e consapevole tra essere umano, contemporaneità e territorio. È ideatrice e curatrice di ArtPlatform.it, piattaforma d’incontro tra creativi randagi.

Sapereambiente

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