Water Light Festival, tra luce e acqua l’arte internazionale illumina Bressanone

L'opera "Ode to Peter" di Anish Kapoor, al Water Light Festival (Foto: Michael Pezzei)

Water Light Festival, tra luce e acqua l’arte internazionale illumina Bressanone

Da Anish Kapoor a Julian Hoeslcher, in nome della sostenibilità e della natura, fino al 29 giugno grandi artisti di tutto il mondo espongono le loro opere ai piedi delle montagne dell’Alto Adige. Un progetto in cui l’arte è rispetto ambientale, in attesa della prossima edizione

Artisti di tutto il mondo dialogano con le loro opere ai piedi della Plose, una delle poche montagne al femminile dell’Alto Adige. A Bressanone e nella vicina Abbazia di Novacella, la sesta edizione del Water Light Festival, in nome della sostenibilità (vera) dell’acqua e della natura, porta in bellissime location arte di eccellente livello, video arte perlopiù. Werner Zanotti, direttore di Bressanone Turismo che ha ideato il Water Light Festival e ne è il direttore-curatore, spiega: «L’idea di un festival di luci e acqua è nata per valorizzare il patrimonio storico-culturale di Bressanone dove l’acqua è un elemento caratterizzante come dimostrano (anche) le numerose fontane. L’arte nello spazio pubblico ha il potere di trasformare l’ambiente suggerendo nuovi modi di viverlo. Ma il Festival non è solo una mostra d’arte, è un invito all’azione attraverso la sensibilizzazione a un uso sostenibile delle risorse idriche e a comportamenti rispettosi della natura». E aggiunge:

«Gli scienziati ci forniscono da anni dati inconfutabili sulle conseguenze del cambiamento climatico, ma finora ci siamo mossi poco. L’arte può toccare corde emotive aiutando le persone a sentire l’urgenza della situazione attraverso l’esperienza multisensoriale e ad agire di conseguenza».

 

Guarda il video del Water Light Festival 2024 

Di acqua e di luce

L’acqua e la luce, elementi di base della vita, diventano mezzo di espressione artistica che costruisce ponti tra le culture con opere realizzate da artisti provenienti da tutto il mondo. Nel bellissimo complesso monastico di Novacella, che si raggiunge da Bressanone a piedi sul lungofiume, interpretazioni sorprendenti delle sfide ecologiche sono realizzate da diciannove artisti di fama internazionale, diversi dei quali sono stati esposti alla Biennale d’arte di Venezia come Francois Morellet, Brigitte Kowanz, Keith Sonnier, Heinz Mack.

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La collaborazione con l’Abbazia di Novacella

Ci racconta ancora Werner Zanotti come si è sviluppata la collaborazione con l’Abbazia di Novacella. «Il Festival è un progetto creativo in costante evoluzione. Dal 2022 abbiamo coinvolto l’Abbazia dei canonici agostiniani dove il focus è posto su light art in spazi chiusi con opere che dialogano sull’impatto dei problemi ambientali e dei cambiamenti climatici». All’ingresso dell’Abbazia nel Castel Sant’Angelo, una cappella del 1200 oggi utilizzata per mostre temporanee, è esposta Ode to Peter (appartenente alla collezione Zumtobel, 2003) dello scultore indiano Anish Kapoor, uno dei più importanti artisti contemporanei al mondo.

Al centro dell’installazione una superficie pittorica nera, che non mostra riflessi di luce, è inserita in una superficie luminosa che cambia continuamente colore alterando l’impressione cromatica dell’ambiente circostante.

La superficie nera appare invece statica e dà all’occhio umano l’impressione di vuoto e profondità.

 

"Ancient seas that have vanished" di Charly Nijensohn (Foto: Michael Pezzei)
“Ancient seas that have vanished” di Charly Nijensohn (Foto: Michael Pezzei)

Dal mare di ghiaccio a Vivid Canvas

Nella costruzione medievale anche The Cycle of Intensity dell’artista argentino Charly Nijensohn che si basa su fotografie scattate in Bolivia nel Salar de Uyuni (2008-2024), una delle saline più grandi del mondo, dove è palpabile la tensione tra uomo e natura con figure umane isolate in paesaggi desolati e remoti. Altra opera nel Castel Sant’Angelo è Lichtbilder dell’artista tedesca Sara Foerster, che ha registrato situazioni di luce all’interno e nei dintorni del monastero utilizzando carta fotosensibile e la macchina fotografica.

Nel Museo abbaziale, che offre un panorama straordinario del paesaggio intorno dai meleti ai vigneti ai monti, è ospitata la maggior parte delle videoinstallazioni, integrata nell’esposizione museale.

Vivid Canvas è la sorprendente opera di Julian Hoelscher che interpreta il dipinto Il mare di ghiaccio di Caspar David Friedrich del 1824, animandolo e immaginando il naufragio di una nave da spedizione nella regione polare, con una colonna sonora che combina suoni e voce. L’artista tedesco si è ispirato ai resoconti dei marinai che hanno viaggiato nei mari polari duecento anni fa e alle sue stesse osservazioni sul fiume Elba ghiacciato.

 

La prossima edizione del Water Light

Tra le altre opere ospitate nel Museo, Polarized View dell’italiana Martina Dal Brollo, che utilizza rifiuti di plastica per un collage che viene proiettato.

Nella Sala Capitolare Alesch Negative della svizzera Laurence Bonvin è un’installazione audiovisiva basata sull’osservazione dei ghiacciai delle Alpi in via di scioglimento con immagini e registrazioni sonore del ghiacciaio dell’Alesch.

Abbiamo chiesto a Werner Zanotti anticipazioni riguardo al prossimo Festival. «L’edizione in programma dal 24 aprile all’11 maggio 2025 presenterà novità e nuovi artisti, che è ancora prematuro annunciare. Le video-opere verranno esposte in luoghi emblematici del centro storico come il Giardino dei Signori, la corte del Palazzo Vescovile (Hofburg), il cortile della Biblioteca Civica. L’obiettivo rimane quello di sensibilizzare il pubblico sul tema dell’acqua quale risorsa preziosa e fondamentale e sul ruolo di tutti noi nel plasmare un futuro sostenibile».

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Francesca Piana
Viaggiatrice per professione e per passione, è giornalista freelance specializzata in reportage di viaggio culturale con particolare attenzione ad arte, architettura, archeologia, antropologia, gastronomia e alle caratteristiche di ogni territorio, vicino o lontano, che approfondisce anche grazie a interviste a scrittori, artisti, intellettuali, chef. Parla cinque lingue, ha lavorato due anni in Messico e sei anni al Touring Club Italiano. Ha scritto libri di viaggio, guide turistiche e moltissimi reportage per le principali case editrici del settore. Viaggia in autonomia fin da ragazzina, quando girava il mondo con un'organizzazione giovanile dell'Unesco che le ha permesso di avvicinare altre culture dall’interno delle famiglie ospitanti. Il suo blog di viaggi, arte e cultura è blogfrancescapiana.it

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